venerdì 2 dicembre 2011

3 Doors Down


La song dei Three Doors Down galleggia nell’aria appiccicosa e si stampa a caldo nel nulla.
Mi muovo come un carillon inceppato, dentro minuti appena tostati. Mi trascino dentro bestemmie di madonne nere, mentre attorno a me si consuma uno spot pubblicitario ingannevole. 
Sono circondato da sguardi affilatissimi, la strada che mi guida mi fotte nei pensieri: deglutisco saliva collosa, aspettando te senza sapere cosa farmene di queste notti da lupo mannaro. 
Il bianco luminoso del monitor e questo carillon stonato che mi scoppia nella testa. Da troppo tempo ti inseguo, contromano su un'autostrada, oltre questo casello non si va. La luna è semi impressionista, il caffè freddo senza zucchero di canna. Sbatto i piedi per il gran freddo, l'alcol che prende a salire e sul più bello se ne va. Sono un poeta maledetto del cazzo, confuso nelle idee da perfetto coglione.
Una discarica abusiva di ombre, e chissà chi la raccoglierà tutta questa immondizia. Faccio fatica a fingere una faccia da duro, e intanto c'è qualcosa che ignoro. Correre per 100 km ti fa stancare e bruciare il fiato, e più vado veloce più si torna qui.
Il vento non smette mai, mi spettina. Finirà questa notte, castrata nei silenzi che urlano. La song dei Three Doors Down sembra sia cambiata in tonalità...
Forse è meglio abbracciarsi da soli beccandosi i crampi, visto che lei... cazzi suoi...

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