martedì 27 settembre 2011

Solito Giorno Dopo


Solito Giorno Dopo. Solito Qualcosa perso e da ritrovare. Solite atmosfere che non saranno più calde né adrenaliniche.In macchina mi ritrovo solo. Sto abbastanza zitto. Sto abbastanza trapanato sentimentalmente, che una come lei è difficile da scordare. Penso di aver perduto la chance giusta. Nell’autoradio girano gli U2 con la loro domenica sanguinolenta e il loro nome dell’amore. E' proprio una colonna sonora adatta. Guardo il buio che scorre fuori dal finestrino, un buio senza Luci. Vedo tutte le ultime immagini di lei che mi son rimaste dentro. Fisso la prospettiva della strada in un modo da paura. Le curve non le vedo. Sto percorrendo una strada tutta mia che mi finisce dentro. Non riesco a trovare una scorciatoia.

Quando arrivo a casa mi rendo conto che la mia temperatura sta cambiando. I tempi cambiano, le cose non sono più le stesse e non mi basto più. Ho bisogno di maturare e di mettere i piedi per terra. Devo cominciare a smontare tutti gli stupidi castelli in aria e pensare a guardare in faccia la realtà anche se è nuda e cruda. Non voglio ubriacarmi. Solamente una implosione dentro di una forte carica esplosiva.

Che prima o poi schizza fuori e tu la devi direzionare bene, sennò finisci per farti male.


giovedì 22 settembre 2011

Non Me Ne Vado

1. finchè mi fai sorridere non me ne vado
2. finchè non parlo a te e a tre bottiglie di birra non me ne vado
3. finchè mi presti i tuoi giorni non me ne vado
4. finchè mi fai sudare non me ne vado
5. finchè resti sfuggente non me ne vado
6. finchè non ti accorgerai davvero di me non me ne vado
7. finchè non capirai che non ti costa niente non me ne vado
8. finchè pensi sia tempo perso non me ne vado
9. finchè credi che io sia una puttana non me ne vado
10. finchè non mi dici che sto sbagliando non me ne vado
11. finchè non dici che non c'è fretta non me ne vado
12. finchè non dici che mi aspetti non me ne vado
13. finchè non dici che il tempo ci brucia non me ne vado
14. finchè mi chiami ogni tanto e non ci credo che sei tu non me ne vado
15. finchè non mi dici che parlo a vuoto non me ne vado
16. finchè non dici che è tutto inutile non me ne vado
17. finchè non dici che non c'è nulla oltre non me ne vado
18. finchè non dici che non mi cerchi non me ne vado
19. finchè non dici che, comunque, non mi dimenticherai non me ne vado
20. non me ne vado e basta

Mancanza

Non aspettarti che farò il piacione per farti ridere. Son stato una mezz'ora a pensare cosa potevo inventarmi per stupirti: non mi è venuto niente.
Ho la spiacevole sensazione della Mancanza.
Mi sei mancata tutta la giornata e non ho ancora smaltito il dispiacere. Ultimi effetti dopaminici residui: la telefonata di stanotte, ore tre sul ponte della ferrovia. Mi guardo attorno e c'è silenzio...
C'eri in chat a scambiare due sensazioni virtuali, ma era come andare ad un concerto del tuo gruppo preferito con orecchie tappate e occhi chiusi. Non la voglio fare troppo lunga.
Non sempre reggo.
Non ho la tua voce, non ho il tuo sguardo, non ho il tuo abbraccio, non ho il tuo odore, non ho un cazzo di niente. Solo due essemmesse inutili.
A volte me le faccio bastare, stavolta è troppo poco. Quando è poco è poco. Non può solo e sempre essere tutto dentro la mia testa. Prima o poi scoppierà. Mi sento idiota, che altra sensazione potrei avere?
Mi vendo malinconico, ma devo pur essere vero qualche volta. Non ti ho, e non ho voglia di non averti.
Vado a fumarmi una sigaretta, giù in giardino.
Aspetterò le tre.
Per dirtelo.

domenica 18 settembre 2011

Suono Crunch


Mezza nota che suona stonata. Suona storta, sembra morta. Lo sguardo assente su questa mia città. Notte che incomincia, devo dargli un senso, spazzarla via dai pensieri e abituarmi a dormire. Notte che presto finirà. Girovagare a vuoto tra le vie strette del mio Io.
Un'energia maligna che presto si esaurirà. Un brivido osceno che manda in scompenso la quotidianità. Basterebbe starsene al fresco, a sorseggiare un drink analcolico in un bar.
E' come se avessi bisogno di nuovi occhi per guardare, di una nuova voce per parlare.
Mezza nota che suona calante, mi sbatte forte come un panno impolverato. Le forme acute delle mie fobie, odori fuori controllo. C'è poco da capire e troppo poco da scoprire ancora.
Mezza nota distorta che suona satura dentro di me. Le illusioni non le voglio ma me le ritrovo sempre qua. Ho un'anima stupida, pretende di suonare sempre in La.
E' come se avessi capito qualcosa di nuovo.
Non sono finto, ma neanche vero.
Nè pulito nè distorto: un suono crunch.

mercoledì 14 settembre 2011

Coglionescion


1. Sparisci!
2. Ti odio!
3. Sei un problema...
4. Non ci si vede
5. Non ti si può sentire
6. Non ci pensare
7. Non ti sopporto
8. Mi metti l'ansia
9. Ho detto di no!
10. Facessi almeno la metà di quel che dico!!!
11.Vaffanculo...
12. Nel caso in cui non l'avessi ancora capito: vaffanculo!!!
13.Vuoi che chiuda la telefonata?
14. Tardone ma adolescente...
15. Mi stai forse coglionando?

Quando a una donna piaci...

giovedì 8 settembre 2011

Lil'Telephone Blues


La osservo, con discrezione. E' seduta su una panchina, nella zona a traffico limitato del centro, sotto il sole giallofuoco di agosto. Il cellulare all'orecchio: sorride a qualcuno che sta in chissà quale altro posto del globo, magari anche a un solo chilometro di distanza da lì:...

1. canticchia, segue un filo musicale mentale inclinando il capo
2. produce risatine intermittenti, intercalanti, che punteggiano
3. mugola di approvazione, alle parole che le arrivano dall'altro capo
4. l'accento di provincia, non quello truce di città
5. nega tutto, non vuole uscire con lui
6. gli dice sparisci, ma si capisce che vuole intendere resta
7. gli dice non ci pensare, e ride di gusto
8. sospira in modo costante per tutta la conversazione
9. gli dice che non succederà mai, ma non ci crede lei per prima
10. gli dice non mi interrompere, che spesso perde il filo del discorso

C'è qualcosa che non dice, ed è quello che si capisce di più.
:-)

domenica 4 settembre 2011

Track N.13 (D.O.T.W.)

Days of the week:

Lunedì: 
un po' morire di noia, un po' tornare indietro a come è andato il week end, un po' imputridire nell'attesa che finisca
Martedì: 
in un colpo solo si spazzano via pensieri di gloria dalla testa, anche se non è sempre facile
Mercoledì: 
cerchi calore sul pavimento freddo, la notte si guasta, la mia ombra non sembra tanto giusta
Giovedì: 
è ancora troppo poco ciò che accade, è ancora troppo presto per rimettersi a nuovo
Venerdì: 
provare a chiudere tutte le porte, senza storcere il naso, senza sbattere né battere
Sabato: 
è la millesima volta, la milionesima volta, la miliardesima volta che ci provo, ma non sudo mai
Domenica: 
le ore vanno in loop, né troppo veloci né troppo lente

Siamo una moltitudine nella solitudine.
Quattro Giorni basterebbero.

Torno a essere il vero nemico di me stesso.

giovedì 1 settembre 2011

Ghost Track

Mi diede questa musicassetta. Era l'inverno del 95. Mi disse “ascolta questi, roba nuova, so' forti”. La musicassetta me l'ascoltai una sola volta, in macchina. Era grunge, un gruppo venuto fuori da poco, l'album era di qualche anno prima. Questa band californiana non mi piaceva granchè. Ma a volte lo sai da te che devi insistere, sulle cose. La riascoltai, a sforzo. Be', c'era qualcosa che cominciava a piacermi. Suoni rudi, atmosfere dark, voci acide. Sì, in effetti stavano smuovendo qualcosa dentro di me, 'sti californiani. La musicassetta non aveva titoli, non conoscevo neanche il nome dell'album. Mi innamorai di loro. Divennero la mia band preferita. Da grunge californiano del cazzo divenne il sound della mia vita, dei miei trent'anni, la colonna sonora della mia anima dark.

Nel 2002 acquistai il cd originale. Il suono pulito del ciddì era spettacolare rispetto al fruscio cupo della musicassetta. Comprai tutti i ciddì della band, tutti tranne quello della stella bianca, introvabile. Li divorai tutti, sia pur conoscendoli benissimo da musicassette.

Quel pomeriggio, ascoltando per la milionesima volta quel ciddì che nel 95 mi aveva rivelato un sound grunge californiano cagoso e che ancora adesso a distanza di tanti anni mi faceva godere, quel pomeriggio afoso di agosto, mi addormentai. Il ciddì finendo continuò a girare, apparentemente a vuoto. Mi svegliai rendendomi conto che stava girando ancora a vuoto. Da dieci minuti. Strano. Attesi, qualcosa non quadrava. E infatti, dopo dieci minuti partì la dodicesima canzone dell'album: la Ghost Track. Era incredibile:non l'avevo mai sentita in tutti quegli anni. Era una canzoncina dolce e swing, in netto contrasto con tutto l'album. Come a dire: quando la scoprirete, per quanto assurda, questa song vi piacerà. Mi piacque. Da morire. Dopo anni e milioni di ascolti era arrivata quella song inaspettata.

Ecco.

Io credo che nella vita certe donne sono così: delle ghost track.