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domenica 25 marzo 2012

Oggi Sono Maschio


Oggi sono maschio, mi do il benvenuto dentro questo mondo tutto ormonale, welcome into my...

Oggi sono maschio fatto di briciole di me

Oggi sono maschio dentro i miei bassifondi alticci

Oggi sono maschio acido dentro monday arrivato di domenica

Oggi sono maschio con la mia stella un po' brilla.

Oggi sono maschio dentro una musica che gira in tre quarti dentro me

Oggi sono maschio col mio ego femminile in controsenso

Oggi sono maschio arrapato dentro un caos che non penso.

Oggi sono maschio e mi muovo famelico come una scheggia impazzita

Oggi sono maschio dall'alba al tramonto, pulp come un film di Tarantino

Oggi sono maschio non frontale ma riconosco il mio profilo

Oggi sono maschio bastardo e freddo, ingrezzito sotto il sole

Oggi sono maschio e non devo stare sempre a spiegare la mia anima

Oggi sono maschio sonnolento, mi manca l'aria da scopare

Oggi sono maschio senza luce, ma poi esplodo nel buio mattutino

Oggi sono maschio romantico e violento, senza note e senza donne nude...



sabato 18 febbraio 2012

Non Dimenticare Questo Cielo


Non dimenticarmi mai, penso che non me lo merito. E poi contale, tutte le volte che t’ho fatto un po’ sorridere, e quelle sere in cui parlavo ad una birra che non finiva mai. E le notti?, quelle notti che non mi sembravano giuste, quelle notti che sembravano giorni presi in prestito. E le espressioni, neanche matematiche, non starci tanto a pensare alle cose che non ritornano, che a volte all'improvviso tornano, e se non c'avevi pensato te le ritrovi come gettoni ancora giocabili per il luna park. Io lo so, lo so perché al mattino mi ci guardo dentro allo specchio, e mi vedo, e non mai pensato a quelle notti afose come a momenti scomparsi, né problematici, né sfuggenti, che erano momenti unici, come bere buttati in un bar, come quando finisci i soldi senza accorgertene. E allora ti serve qualcuno con cui contrarre un debito, e i debiti prima o poi si pagano, che vuoi, siamo fatti così, a volte due a volte uno più uno. Non lasciarti turbare quando il nulla è nulla, dai che in fondo non costa niente, dobbiamo soltanto travestirci da puttane e venderci amaramente al miglior offerente. Dai che forse non è logico giocare a perdere, sarebbe come entrare in campo per una finale senza divisa, solo con le mutande. Non serve a nulla ammettere gli errori, che anche quelli non ritornano, e se hai bisogno d’aiuto non devi urlare, basta sussurrare e chi vuole ti sente. E poi non è vero che si cresce in fretta, non si è mai davvero soli come cani, basta aprire la finestra e notarlo, quel qualcuno che t’aspetta. Magari ti si sbruciano gli attimi facendo rafting lungo le rapide, magari a volte la vita è pura frenesia che prende, ma non ci manda via. E tu non dimenticarti di chiamarmi ogni tanto, che lo sai che io alzo il telefono e non ci credo che sei tu. Restiamo dentro questo film senza programmare troppo le scene, che la vita non ce la carichiamo sulle spalle. Altro che afosa, adesso la notte è piovosa. Io poi lo sai che non dormo, mi tiro su dal letto e fumo, e sorrido e non piango, mi guarda il monitor e mi dice vieni da me. Non siamo inutili, lo saremmo a ripensarci e a ripensarci, siamo piccoli e nel buio non ci scorge nessuno. Lì fuori non c’è nulla di immenso, è tutto dentro di noi, ma nel mezzo, nel bel mezzo del cammin di nostra vita, e la diritta via non fu smarrita, se mi cerchi dentro non ci penserai più.
Non dimenticarmi mai, non me lo merito: che questo cielo è anche mio.

venerdì 10 febbraio 2012

Venghino Siori

Buonasera signore e signori, vi presento un vento con due facce e la fisionomia dettagliata della pazzia.
Venghino venghino signori, vi porto su due strade parallele che convergono.
Ma prima pochi secondi di pubblicità, un piccolo consiglio per i vostri acquisti, biondi o bruni che siano.
Non ha importanza che siate intimoriti, avvicinatevi, non sono io quello che vi venderà il cielo in una stanza.
Vieni anche tu bimba, racconterò tutto anche a te, svuotandomi completamente e nn ti nasconderò nulla.
Io vendo anime signori, credetemi, costano poco,soprattutto quelle ribelli.
Ho solo bisogno che mi firmiate il modulo garantendo la vostra disponibilità a fornirmi almeno una notte metafisica.
L'unico articolo che non ho, vi avviso, è l'anima puttana, quella che si da nuda
al primo che la prenderà, quella no, l'ho eliminata dal catalogo anche se andava a ruba.

Posso offrirvi una anima lucida, nuova di zecca, ad un prezzo vantaggioso, ve la servo cristallina come un Cointreau, vedrete che va giù d’un liscio che meglio non si può.
Non posso assicurarvi emozioni fragili, e neanche un'anima disponibile al feeling, ma ho in offerta l'anima della speranza, quellacosta poco, quasi niente.
In omaggio vi do un'anima al veleno, quella serve sempre, vi spegne e torna utile prima o poi, è fatta bene, ha le sembianze degli occhi blu ma va subito in acido.

Vendere è un'arte, e vendere anime è un po' come morire, ma nessuno lo sa e nessuno lo saprà mai del vostro eventuale acquisto, garantisco la più totale privacy.
Non chiedetemi anime con i fiori o colorate, ho venduto le ultime con le azalee, mi restano quelle in bianco e nero e quelle supreme e malate.
Non pensate a Dio, Lui è distratto e scazzato, io lo so, adesso non bada a me e non baderà neanche a voi, guardatevi con calma la mia ultima collezione inverno, ho faticato molto a ripulirle dai sogni; sapete molte sono usate.
Venite signori, non allarmatevi, è tutto lecito, poichè sempre nelle vostre vite vorrete un'anima nuova, magari più amabile magari meno claustrofobica.
Prendo fiato un attimo, sto parlando troppo, bevo un Cointreau mentre voi osservate da vicino le anime in new style chiari di luna e grilli canterini.

I prezzi non sono alti, dipende da che tipo di emozioni cercate, se volete un'anima da notte o un'anima da rockstar, un'anima velenosa o un'anima sanguisuga.
Venite signore e signori, le mie anime nuove vi stupiranno, fidatevi, se saprete scegliere potrete anche voi, finalmente, guardarvi intorno con degli spledidi blue eyes...

mercoledì 8 febbraio 2012

La Bestia Ridens

Lei rideva, rideva senza un vero volto, nascosta dietro maschere. Mi rideva dietro, il suo sorriso ora è guasto e ha perso il suo profumo. Lasciandomi qui da solo mi ha mandato fuori rotta: la Bestia ride anche lei e mi manda a fare in culo. Questa Bestia è il mio Io solitario, viene fuori quando è notte e mi soffoca, puttanaeva...
Lei mi teneva appeso a un filo, io pendevo dalle sue labbra ed ero fuori di me. La Bestia ora è in guerra, non trova pace, corre controvento, prende il sopravvento. Mi sono spaccato il culo per lei, ora il culo brucia e la bestia mi fa spavento.
Sono tornato dal bianco al nero, lei mi colorava di un blu che al ricordo, adesso, non se ne può più. La Bestia corre, mi fa correre verso cosa boh non so, mi sprofonda dentro di sè e gesucristo non lo so perchè. 
Lei era pelle di pioggia, era goccia su goccia: questa cosa mi scoccia, porcodio non ho voglio di ricordami com'era. 
Sono solo con la mia guerra, bastardo con me stesso. Solo con la Bestia, non si ride più.


martedì 7 febbraio 2012

Quando la Chiamo non c'è Mai

Quando la chiamo non c’è mai.
Mi sembra di essere alla lavagna, spaesato, a cercare di risolvere il perimetro di una figura concentrica. Il suo cell suona a vuoto, sto pescando in uno stagno senza l'esca giusta. Mi agito, quando non riesco a trovarla mi sembra di girare bendato. 
L'inverno sbiadito ha rotto da un po', mi congela gli occhi e mi riduce i piedi a ghiaccioli. Mi ha rapito l'attimo, direbbe Robin Williams. Questo ultimo quarto d'ora è infinito, magari entro in quel bar a bere un rum per scaldarmi l'attesa. Se nota le mie chiamate mi richiama? Sono schiacciato e indifeso, mi ammalerò di ansia stasera, mi sbucherò il cervello con brutti pensieri.
Non c’è mai, quando lo cerco. Quantomeno mi dia un segno tangibile della sua esistenza, senza che mi faccia pensare, che ne so, a una sua esplosione, a una guida fuori controllo, a un rapimento...
Squilla, finalmente!
E' lei!
- Mamma!!! Ma dove cazzo eri finita????

domenica 5 febbraio 2012

Strani Attimi Al Mattino

Strani attimi al mattino...
Strano che le cose che contano sembra non contino più. Strana la malinconia velata, che non sai bene da dove arriva. Strani gli anni che sono passati in tutte queste mattine...
Strano questo clima freddo, questo tempo che mi sembra rallentato, questo il cielo che è solo un cielo, e i disegni rugosi sulla mia faccia...
Strano stare al buio a rifiatare, e l'alito alcolico e burroso, e notare che non c'è nessuno che ti ascolti, i muri che non hanno occhi, la noia che a volte mi cancella, tanto da mandarmi ancora a farmi fottere...
Strano amare col sapore amaro, indispettirsi sui rancori e sui rimpianti, questo sorriso acido che non comprendo, questi attimi che passeranno se sono quelli che penso io...
Strana la mia sagoma, quando ne evito il contatto, quando sbuffo e mi sento folle, quando ne sono agitato, quando mi tocco senza eccitarmi...
Strano che mi aspetti di essere ancora io, di avere ancora dei bisogni, dei dubbi, delle mani, delle voglie...
Strano effetto fa la notte, quando non hai troppi filtri, quando non ti arrendi al silenzio, quando sei in tensione senza averne l'intenzione, quando ti senti minacciato e privo di fascino, strano non sentirsi più così profondo...
Strani attimi al mattino.
Ma sono solo attimi.

venerdì 13 gennaio 2012

Alien Azione


L'alienazione è alienazione, non è peggio e non è meglio. E' un'imporvvisa anima nera che prende a calci l'anima pura. Non c'è niente che ti possa far passar la paura, è come un lontano e profondo richiamo. Hai addosso un'unica sensazione che non fugge e non riesce a trovare il suo Mister Hyde. Sei un Misterhyde dentro un nulla che parla latino, dentro una notte lurida come una latrina. Il meno che puoi fare è latrare, girare a vuoto dentro te stesso e latrare.  La tua birra zeroottanta è quasi finita, l'odore di questa Strasse di Berlino è inodore, e tutto intorno a me mille alien con il proprio Mister Hyde. Avverti nell'aria uno squilibrio pulito, qualcosa di molliccio che mi assale, la distanza da me stesso è abissale. 
Sapore di sale sapore di mare, vien fuori dalle casse del restaurant italiano, e invade la Strasse. Mi viene un'erezione al pensiero di lei che mi teme come un lupo cattivo. Gli alien in giro ruotano in tondo, sono dentro il loop di questa notte, attenti al loop. Quando nell'aria senti qualcosa di cattivo è come se stessi cercando una puttana. Deglutisco d'un colpo questo caldo Jack Daniel's, e Misterhyde si sbraccia dentro me. Coca whiskey and rock'n'roll, in più l'erezione che mi brucia sopra le palle. 
Devo, a questo punto, ritrovare il mio equilibrio. Ecco, quella lì, proprio lei, mi invita a farmi da vittima. Il mio diavolo non veste prada, strappa brandelli sulla strada. Alienazione alienazione, tutto che gira, che gira, che gira, sono Jeckill ed eccola lì, quella troia...
Alien/azione.


domenica 8 gennaio 2012

Vietnam


E' solo un fuoco che brucia dentro me. Spesso è solo un bruciore di stomaco che mi dice di non bere troppo. Una scarica bestiale, tipo una bestia maledetta che mi carica di perversioni.
Non c'è niente di diverso, imbastardire le perversioni serve a diversificarsi. Una finta maschera che rende infinite le priorità e acidi gli ormoni. 
Una combustione di ossigeno che brucia, un inquinamento che mi dà prurito alla gola. Mi prendo per culo e gioco con bambole e profumi, i giorni sono giocattoli senza forme.
La puzza è insopportabile in questa topaia, è ormai inequivocabile: tu non sei qui e io morirò da sola. Ripenso ai tuoi equivoci dentro la tua voce, respiro a fatica e mi manca l'aria.
La tua assenza è traumatica, ho nella testa un rumore sordo che picchia hard. Ho voglia di fottere con uno qualunque, farlo ma senza la parte migliore di me: te. 
Una concezione astratta e un'impalcatura che crolla, ti ho aspettato per giorni, ma tu mi tieni dentro questo assurdo carnevale. Sono la tua puttana, con la maschera nera, una frusta e niente occhi
Non ci vedo più ormai.
Il tuo viso bianco pallido, dentro queste notte da vampiri, è solo una mia immagine delusa. Mi hai succhiata, spompata, scopata come peggio hai potuto, e ora dove sei?
Cazzo se brucia questo vuoto, è uno solo ma brucia. Manca delle tue parole e mi lascia nuda sul letto. Dentro la mia alcolica aria, sbronza, mi illudo che prima o poi possa finire questo mio vietnam dell’anima...


venerdì 30 dicembre 2011

Tramonto Rosso Non Avrai il Mio Scalpo


Quel mio Tramonto Rosso mi guardava da laggiù, le due puttane sulla piazzola di sosta in primo piano, i Black Stone Cherry alla radio e lui lì: il Mio Tramonto Rosso, sullo sfondo. 
Questa notte è così, rossa: il monitor rosso, il posacenere pieno di cicche rosse, le camel red, il libro di Baricco rosso, la bottiglietta di Allure rossa. E' un attimo particolare, pieno di noia che non chiarisce un bel cazzo. E' notte e basta, gli umori adesso hanno perso i ritmi quotidiani, la mia anima si disperde nella dissolvenza per nulla morbida di quel Tramonto Rosso. Mi confondo tra le angolazioni e le illusioni ottiche,

non riesco a stabilire punti di contatto definitivi. Sono pieno di limiti, non riesco a intravedere nulla tra le flessioni della mente. Un’emozione forte mi sfiora in un attimo rapidissimo, è come un soffio asmatico tra astrazione e tempo reale.

Quel Tramonto Rosso durò poco, era fragile e ultimo e profumato, aveva il volto preciso di lei al buio. Scivolo sulle emozioni e sfumano i suoni nella mia mente, me ne strafrego dell'happy ending e dell'happy starting. Mi perdo comunque la definizione delle luci, sono sempre l'ultimo a comprendere e il primo a dimenticare il significato ottico del giorno: il colore giallo è troppo forte.

Quel Tramonto Rosso, quando lei non c'è,  è proprio Nero...

lunedì 26 dicembre 2011

Dio castigato


Sudo freddo, pogo dentro questo discobar. Non ho molta voglia di farlo, ma si suda anche a star fermi. Questa notte di merda deve ancora cominciare ed è tutta da bruciare. Mi muovo al tempo ossessivo di una techno apripista. Che minchia ci faccio in questa disco sbiadita? Voci afone pompate a centoquaranta decibel, al limite della soglia del dolore. Ballo, e nella mia testa rimbomba la voce di lei che mi dice: non ti voglio più. Non connetto, sudo dentro il mio vuoto. Sono lento ma è come se corressi al limite delle mie possibilità. Vorrei addolcirmi in qualche maniera, ma per il momento posso solo stordirmi di luci e rumore e brutta musica.
Non ti voglio più...
La techno nello stomaco, il rum, la voglia di vomitare tutto. Notte guasta e pensieri. Cosa cazzo ci faccio in questo discobar? Voglia di mollare tutto e mettermi a correre: verso dove? Sgomito e ballo, rabbioso come un cane, voglia di mangiare carne umana.
Nessuno mi cerca. Sudare sudare sudare. Salire sul cubo ballando, alzare al cielo le braccia e dissolvermi, sparire nel nulla, mandare a fanculo il mio Io lucido. C’ho da vomitare e non voglio pensarci. Salgono i primi conati di vomito, ho gli occhi sgranati e folli. La folla di strafacciati non si accorge di me, del mio vomito, del mio malessere: nessuno mi vede.
Salgo sul cubo, alzo le braccia al cielo.
Sono un Dio castigato.
Urlo.
E mi tuffo sulla gente.

domenica 25 dicembre 2011

Animanimale


La mia musica - l’aria - il nulla - sollevarsi - il carillon - la vita - le bestemmie - mille draghi - infiammarsi - il cuore - gli occhi - mille coltelli - la strada - fottersi - i pensieri - inghiottirsi - Io cosa - Io faccio - le notti - lupi morti - diviso - di viso - Io con me - il mio nulla - il mio carillon - inseguirsi - spegnersi - un incendio - oltre - il casello - vado non vado - chi urla? - un caldo caffè - Dirty Frankie - dirti qualcosa - sbattersi - l’alcol - in alto - confuso - la Ragione - perfetto coglione - piangere ridere - le ombre - poi chissà - sticazzi - facce inutili - facce da duri - fottere l'ignoto - cento chilometri - qui - veloci - non si torna - vento divento - ululare - animanimale - scazzare - finire - non so non sai - verginei - emozioni fredde - abbaiare - silenzio castrato - abbraccio - anima di vino - andarsene...

Ballad


Ci sono sei note d’una ballad che si accordano dentro di me dentro la mia testa. Creano un vortice d'aria psichedelica, con una sua forza, la stessa dentro questo mio tempo lento. La mia ballad gira molle nell'attesa che mi si infiammi il fegato, che si scaldi anche solo per un attimo tutto quello che è mio. Questa notte non ha nulla di morbido, peccato, l'importante è che non sia stata una di quelle giornate che spinge verso la sera.  La notte finisce in note, sei note d’una ballad dentro la mia ballad. Accendo la luce e sono vivo, semi esploso dentro me,ma vivo, evviva, mi faccio il segno della croce, lascio un segno e giro su mestesso, una giravolta rapida, la mia silouette, e questa è come una danza, un languido tocco qui sopra il mio letto, e le note della mia ballad sono io, inesorabile l'attimo che scorre, e la mia anima candida di neve canta e si lascia cantare o anche incantare, il vento freddo dell'inverno che mi sta portando via, chissà dove però, e allora portami, è inutile starci a pensare, e allora portami, dentro le sei note di questa mia ballad che non balla dentro me, questa mia musica interiore di sottofondo che scorre sullo sfondo e mi sfonda, tanto che resto sbucato da nord a sud, tanto per non dire che io mi disegno da me e dipingo le mie albe, scialbe, mi circondo di silenzio silenzioso e di respiri irrespirabili, che alitano alcol sulla mia ballad di sei note, sei note d’una ballad, non una di più, prendo il volo, dai che vivo in un attimo solo , sono picchiato in picchiata verso l’alto del blu del ciel, e mi parlo, io mi parlo che mi parla qualcosa, cosa mi parla non so, certo è che mi parla, sarebbe poetico dire che è la notte, che parla, e invece sono io, che mi parlo, dentro le mie sei note, ignote, peggio del mio Io, inenarrabile, l'Anima di neve è una finta, è solo un bianco astratto privo di senso, e il vento ridiventa caldo, bollente come febbre, vento e ghiaccio, rispetta la mia sete, e portami.
Portami, verso la mia settima.

sabato 24 dicembre 2011

Bibidi Bobidi Bu


Lei è la puttana che sta sotto casa mia, all'angolo tra la Madison Avenue e Via Rosati. Non mi faccio troppe illusioni, non riuscirò ad avvicinarla, almeno finché continuerò ad abusare di farmaci e pensieri lerci pornografici. Potrei offrirle un goccio al bar, nelle sere fredde d'inverno, ma mi sento come un chiodo arrugginito, un povero GesùCristo che nessuno implora.
Cala una penombra al crepuscolo, la guarda dalla finestra e mi scopo l'anima. Lei ha l'aria da strega spettinata, ed è questo che mi perpetua il gusto. A osservarla da qui finirò per invecchiare di colpo. La vita non la si vive freneticamente, ma neanche sbattuti nel nulla. Questo vuoto mi spompa,  ma non mi spompina, 
è invitante ma anche strafottente. Non ho la bacchetta magica, non ho stelle e passo le notti a scherzare con la mia mente seriosamente. Lei è fredda e distante, dovrei trattarla con in guanti bianchi ma non è una struggente storia d'amore: è solo ormone solitario rattristato. Sono anche balbuziente, parlarle mi metterebbe in surplace in ogni istante.
Che vita puttana è mai questa? Mi manca la parola magica, Bibidi Bobidi Bu...

Tango


Così, ad un tratto è andata via, soffiata nel nulla, come alcol evaporato. Ha bruciato il tempo mentre correvo ai margini della tangenziale, rabbuiando tutti i miei angoli bui. Ho fatto finta di niente, nell'autoradio di nuovo quella canzone moscia degli Eagles. Ho freddo adesso, e il silenzio un po’ retrò mi fa rannicchiare dentro al paltò. Ma non dovevamo parlare? Non avevi proprio nulla da dire?
Niente luna in città, era un mercoledì e fumavo da solo al bar un drink malandato. Mi ha lasciato il vuoto a parlare dentro me. Questa storia non è mai cominciata, non c'è più un’alba nitida dentro le mie idee. Ha fatto bene da starci male...
Non so che fare domani, magari m’invento e catalogo i miei Me. E' come ballare un tango pestandosi i piedi. Sembrava una cosa seria, ma se poi ritorni solo in un bar...
Ci rido da matti, e isterico non mi fermo più. La notte resta senza fiato e la saliva non va giù.
Proprio così, è andata via...

venerdì 23 dicembre 2011

Elmo Barnett Suona Ancora


La sua anima era troppo, come quelle anime che si cercano tutta la vita. Accadde quel giorno, era d'estate e c'erano flash di bagliori solari e luci intermittenti che ammiccavano nella sua testa. Lui cercava il paradiso, e gli pareva d'averlo trovato. Gli sembrava che ci fosse finalmente anche un buon motivo per vivere. e forse anche per morire.e quando vivi, o muori, non c'è mai un buon motivo.

Elmo Barnett se la fumava la vita, tutta fino al filtro, e poi la buttava via senza sospirare. Accadde quel giorno, era d'estate, e il suo paradiso finì lì, di colpo. Lei lo troverà, solo lei sa dove ritrovarlo. Lui sputa catarro e sangue e suona, suona ancora la sua chitarra blue, corde in metallo tagliente, accordatura perfetta. Suona da solo, per strada, e solo lei lo fermerà, solo lei riuscirà a fermare quelle note acide e senza odore.

Era una fresca notte d'estate, una notte lunga, collinare. Elmo ci aveva provato, col suo paradiso, ma a un tratto lei l'aveva deviato, così, senza preavviso. Voleva suonarle quel suo dolce swing, ma lei non ascoltava. E ora chissà dov'è, dove saranno le note graffianti del suo dolore blues? Sta cercando la sua alba, sarà l'ultima o la prima, e poi lei lo chiamerà, sì, ne è sicuro, lei lo cercherà.

Fermarsi ora non ha più senso, o forse non può proprio più farlo. Lui le aveva preso la mano, le aveva detto Lasciati andare solo un po’, Prendi la mia mano, Prendi la mia mano...

Lei aveva due occhi e uno sguardo nerissimo, ma Elmo aveva il fiuto della follia, una follia da superstrade buie a 180 all'ora di notte. Lui sapeva che lei era lì per lui, a sconvolgergli il sonno, a colorargli i sogni. E adesso Elmo si butta via, dentro il suo blues acido di merda,

Accadde quel giorno lì, d'estate, con l'odore delle colline e i grilli e tutto. Lui adesso corre scalzo, senza voltarsi, e lei lo guiderà, anche a distanza, tra mille suoni fantasma e mille scale pentatoniche sature di note fantasma e rumori grezzi. Ma lei davvero dove lo porterà? Elmo Barnett è fuori dall'alba di lei, naviga a vista nei ghetti della città.

Elmo Barnett fuma da dannati, ha gli occhi socchiusi e la chitarra scordata.

E non ha più un suo odore...


sabato 17 dicembre 2011

6


6. fuori dal mucchio
6. un occhio qui fuori
6. nodo di notte
6. brividi sui pori
6. accordo che skunka
6. note d’un samba
6. in custodia cautelare
6. due occhi e una bomba
6. qui con me alle 3
6. algebrica e esponenziale
6. baccano di parole
6. sbando da baccanale
6. richiamo del richiamo
6. feeling che sgomma
6. energia da scimmia
6. oblio che infiamma
6.6.6
Sono come vuoi?
6. 16 no
6. incognita ics
6. lontana di giorno e da qui
6. il mio fumetto di Tex
6. le stelle più brillarelle
6. cazzo che palle
6. sudata sulla pelle
6. mille
6.6.6.
Sono come vuoi?

venerdì 16 dicembre 2011

Soloesoltantodentro


Il suo sguardo dentro un fiore di ghiaccio. Riesco a sentire il suo odore mentre balla tra le luci psychocolorate come una star. La mia stella non brilla stasera, sono come uno sceriffo pallido e solitario seduto nell'angolo lontano del saloon. La musica tecno fa down and down, butta giù i propositi uno dopo l'altro. La scena che vedo mi è caduta addosso, come il suo sguardo di ghiaccio. Come uno shock, dentro dentro la mia testa a cominciato a elettrizzarmi. Lei sorride a tutti, non a me. Ho la gola intasata, ma non voglio bere. C'è una voglia pazza che mi spegne, mi colora di toni di grigio in questa notte fumè. Calma piatta e onde sonore a diecimila, ore 3, dentro una scena ultima zigzagata di luci al neon. I silenzi sono troppi, questa acid dance mi ammutolisce. Resto fino alla fine per poterla osservare mentre si muove dentro la musica. Poi comincerà una fuga lunga e assurda lontano da tutto questo, schizzare dentro una vena un miracoloso veleno.
Fanculo, soloesoltantodentro...

mercoledì 14 dicembre 2011

Palicao al Cioccolato


Per scazzarsi necessita lo spazio giusto, che in genere si colloca ai bordi della sera o a tarda notte. Mi perdo in uno stato sognante, come se seguissi una scia o un'atmosfera imprendibile. Vegeto sul divano con un finto occhiare saggio, alla ricerca di un sia pur piccolo miraggio. Del mio divano e di queste sere sono ostaggio. Mi beatificala totale assenza di eventi, e provo per questo me stesso appena appena una pena. Scazzato è un sinonimo, dire sgozzato sarebbe uguale, perché è come lasciarsi tagliare la gola dalle false intenzioni. Dovrei assumere un atteggiamento da furbetto, avere l'aria invitante, anziché bruciarmi le labbra fumando la sigaretta fino al filtro. 
Stanotte però ho un'aria strafottente, anche se non sono ispirato. Ho uno scazzo sparato, mi guardo le gambe pelose e mi sembrano sexy. Ho gli occhi fatti a cubetti, sbracato sulla poltrona mangio biscotti Palicao al cioccolato. Mi sento fragile e infrangibile, impalpabile come questi biscotti: proprio come loro, a lasciarmi inutilizzato per troppo tempo mi rende acido e rancido. Sono invisibile e questo mio Nulla è, al peggio, una pena che patteggio. Questa mia comicità mi spavanta, e questa mia paura mi fa ridere. Mi sono scazzato addosso, mi sento brutto con le gambe sexy, mi agito con in bocca i biscotti. Sono pieno di forfora e i capelli gelatinati penzolano come piccoli tarzan alla liana.
Il problema più grosso è che ho finito i tranquillanti...

Nubi Flight Express


Queste nubi non le riconosco, non hanno i colori adatti per rifinire i bordi del mio umore.
Le fitte nello stomaco e sotto il palato, mentre fuori c'è un crepuscolo al bacio. Non ho mangiato quasi niente, il bigliettino che lei mi ha lasciato è indecifrabile e dovrei buttarlo via: ma non ci riesco...
Le parole qui scritte hanno ombre che rilanciano al buio, ma non hanno un'anima. Mi rendono il cielo grigio, in un giorno dove di blue ci sono solo le mie Camel. 
Questo feeling è un triangolo non equilatero...
Mi sistemo meglio il perizoma azzurro, dentro questa stanza senza perimetri e senza centri di gravità. Sangue cattivo mi scorre dentro, danza e ronza sulle punte. Le note di questo blues me le studio a tavolino, senza riff troppo complicati: sono percorsi contorti dentro me, dentro le mie vene, dentro un rodimento underground.
Non ho saputo riconoscerlo il grigio di questo Feeling, avrei dovuto guardare più attentamente il soffitto e i vetri impolverati. Lei era illeggibile, apocrifa, una bella statuina diafana. Era uno spettro parcheggiato, in un fuso orario tutto suo. Inutili i suoi sguardi catramati negli angoli sovrapposti dei mie spazi vitali. 
Rientro nei ranghi, e proverò a volare basso. 

giovedì 8 dicembre 2011

Il Rockenroll è Morto


Il rockenroll è morto, somiglia alla mia vita puttana. 
Sono più le cose che mi fanno incazzare di quelle che mi fanno resuscitare, lo dico col tono di questo Momento, che prelude al solito scoppio monotono di pensieri che se ne vanno per cazzi loro. E' quel genere di pensieri che non ha senso e ti porta a fare sesso con te stessoC'è sempre quel qualcosa che ti preme addosso ed è qui anche adesso, in questo giro lungo di bevute al bar. Ti riduci a straccio e il tuo Tempo diventa marcio e di seconda mano.
Fanculo le interpretazioni delle parole e fanculo le parole stesse, faccio fatica a trovare soluzioni ma faccio più fatica a non cercarle: vado al minimo senza le gonfie vele.
Se guardo in alto riesco a conto due o tre stelle non di più, sono libero davvero solo quando c'è solo il Nulla che mi circondaE' l'ennesima storia di mezzanotte anche se sono le cinque del mattino: eccola qui, è lei, la vedo e la sfioro appena, e questa visione mi sfiorisce.
La sbronza vien di notte con le scarpe tutte rotte, dammene un altro, dammene ancora, dammene finché non decido di smettere. Fluidi che bruciano in gola e pensieri poco fluidi che bruciano nella testa.
Anche l'ombra di lei ha il suo dolore e il suo annerito colore, mi canto da solo questo rockenroll morto. Sono questi i momenti in cui metto pianti registrati che vanno in loop nella mia mente. Tre notti che non dormo e tre giorni che non vivo, sudo in questo imbroglio antiacido.
Fanculo a chi c'è, fanculo a chi non c'è, fanculo a me, quando penso di aver sbagliato donna credo di avere il diritto di poter sbagliare ancora.
Quando il mio r'n'r muore, amico mio, muoio anche io...