lunedì 5 dicembre 2011

Zucchero di Kanna.2


Alle piùomeno dieci ci vediamo con Nic al Puzzo, il pub che è il nostro campobase. E’ importante avere un punto di ritrovo serale, una sede consiliare dove poter incontrare tutti e nessuno. Ci troviamo Maria A Pacc, così denominata perché ride scherza senza limiti eppoi tutto d’un tratto si deprime. Di questi tempi la depressione va molto di moda nell'ambito Puzziano.

Io e Nic beviamo, tanto per cambiare, che dopo la baldoria di stanotte mo’ che t’aspetti? In dieci minuti esattesatti stiamo mezzi imbriachi e ridiamo come imbecilli e barcolliamo tutti storti. Maria A Pacc non vorrebbe che ci combiniamo così, lei è una che non sempre si lascia andare alla devastazione etilica. Ma stasera si alcolizza pure lei, tanto per entrare in sintonia: dieci minuti esattesatti e sta peggio di noi, ride come un’idiota e barcolla tutta storta: tra non molto si deprimerà.

Mezz’ora dopo abbandoniamo il Puzzo e entriamo sull’autostrada, con la machina, è ovvio. La crisi post alcolica è al top, per cui la voglia di scappare via da ‘sta città del cazzo è forte. Siamo sempre convinti che se c’è una città al mondo ad essere inutile quella è la nostra. Chissà quanti altri cristi pensano l'istessa cosa del posto in cui vivono. Ma poi, a noi, chi ci costringe a restare qua?

Entriamo sulla A14 ovviamente in direzione nord. Quando imbocchiamo la A14 ci viene d’istinto dirigerci verso nord, perché a Nord c'è l'Europa intera, e per noi che ce ne stiamo buttati qua al sud, nella morìa, l’Europa è come un miraggio irraggiungibile, è l’idea fine a se stessa di libertà. Maria A Pacc cazzeggia da sola sul sedile di dietro, io reggo a malapena Nic che, seduto, ogni tanto si affloscia sul volante.

Alla prima area di servizio, dopo un totale di dieci undici chilometri percorsi, benzina che lampeggia a riserva, Nic mette la freccia, titic e titac e entra. Ci infiliamo nel bar, facciamo una colletta tra di noi e compriamo una bottiglia di spumante scadente, di quelli che vendono pure alle bancarelle di Piazza Giordano in periodo natalizio. Il bar è deserto, il barman ci guarda storto. Facciamo il nostro grande acquisto e, bottiglia alla mano, fuggiamo fuori. Tutti contenti stappiamo e facciamo schizzare lo spumante da tutte le parti. Cin cin!

Ci sbrodoliamo di spuma scadente, alle quattro di mattina. Poi Nic si decide a rimettere in moto la carriola. Maria A Pacc ormai collassata ronfa alla grande, io ho vomitato pure gesucristo ed ho due occhi rossi come peperoni.

-‘Ndò vado?- dice Nic con la voce impastata di saliva.

- A casa coglione, dove cazzo vuoi andare?




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