mercoledì 31 ottobre 2012

7 bello


1. continua pure a guerreggiare contro il tuo passato: guerreggerai comunque anche col presente, che diventerà un ulteriore passato contro cui guerreggiare
2. quello che gli altri pensano di te sembra che non ti riguardi: ma ti riguarda, eccome se ti riguarda
3. il tempo non guarisce un bel niente: dare tempo al tempo significa altra perdita di tempo
4. la ragione della tua felicità dipende da te, ma rileggi i punti 2 e 3 e fatti una risata
5. non devi paragonare la tua vita a quella degli altri: in alternativa puoi paragonarla al nulla o a Dio
6. devi smetterla di pensare, troppi pensieri stressano e fanno male: come dire beati quelli con l'Alzeimher allora...
7. sorridi sempre, i mali del mondo non sono tutti i tuoi: salvo aprir bocca e ricordarsi le 2 capsule rotte e niente soldi per il dentista

L'unica cosa che davvero puoi fare, per stare bene, è: vivere tutti i giorni come dentro un supermercato, a far la spesa leggendo bene le etichette.

Zucchero di Kanna. 88



Madda ha di questi contraccolpi. Ci sono momenti magici che riesce a creare, tipo la telefonata e il tramonto ottobrino, eppoi ci sono bruschi cambiamenti di faccia, tipo che la incontro al Puzzo e sembra distante e non sembra neanche quella del Dream Day. Non riesco a comprenderla, e glielo dico, in un momento in cui casualmente restiamo appartati. Dice che c’ha una gran confusione per la testa, che io le ho capovolto un po’ di certezze acquisite. E così la serata se ne va molto triste, quando la riaccompagno a casa lei è triste, la notte è triste, è tutto triste.
Mentre mi allontano triste, nella mia macchina triste, vedo nello specchietto retrovisore un’ombra triste che le si avvicina mentre apre il portone. Mi fermo triste e preoccupato, cerco di fare una mezza manovra per tornare indietro, ma nel frattempo tra i due è già volato uno schiaffo così violento da sentirsi l’eco nella notte triste. Lascio la macchina aperta in mezzo alla strada e mi precipito in suo aiuto, ma l’ombra è già sparita e lei è salita a casa. Le citofono, lei bruscamente mi dice di andare via, che non è successo niente e tutto è sotto controllo. Io ci resto come un idiota: non mi resta che rimettermi in macchina, triste, subire le parolacce di uno che con il suo furgone era rimasto bloccato dietro la mia e andarmene a casa con una rabbia megagalattica dentro a tutto il corpo triste.
Non so se quello era ‘sto carabbinero invisibile, o Nic con i decimi di follia, ma certo è che più vado avanti e più penso che mi farò male…

domenica 28 ottobre 2012

Zucchero di Kanna. 87



Adesso, quando vedo che in giro ci sta Nic corro a spostare la macchina, il deflettore nuovo mi è costato centoventicinque carte che mia madre non mi ha voluto dare e allora sono stato costretto a andare a fare una settimana lavorativa alla pizzeria di suo cugino a fare il cameriere in nero. Il brutto di tutta la faccenda forse non è il fatto che il mio migliore amico è diventato il mio peggiore nemico, non è il fatto che mi ha sfasciato la macchina per colpa della stessa donna: è che per fare soldi facendo il cameriere per ricomprare quel cazzo di deflettore quasi mi venivano le vene varicose!
A parte questa dovuta e dolorosa constatazione, oggi davvero ho vissuto un Dream Day: mi ha telefonato Madda! Con una scusa ha cominciato a parlare di cose futili, poi piano piano siamo entrati in una conversazione molto soffice, molto leggera, molto intima. Da non credersi...
La sera, con lei al telefono, è diventata dark, più dark dei miei anniottanta, quando da adolescente mi vestivo di nero e ai giardini giravo sempre con la maglietta dei Sister of Mercy, promettendo mazzate ai metallari e ai rockettari. La telefonata è a lume di candela, fatta di occhi negli occhi anche senza vedersi, atmosfere crepuscolari tipo suoni dei Psychedelic Furs, sogni a colori senza inizi e senza fine, e felicità palpabile, perché la felicità è questa, stare con lei al telefono tra silenzi e sussurri e sigarette e risate.
Sto sdraiato sul mio letto e ascolto la sua voce con la cornetta appiccicata all'orecchio, che si è fatta rossa, ho la recchia stanchissima ma sono beato, perché lei è un vento e una nuvola, e mi parla attraverso le fessure degli occhi.
Quando chiude tiro fuori un sospiro angelico da innamoratone. Accendo una smoke, vado alla finestra. Alzo le braccia al cielo e mi sento come un Abba,. The winner takes it all. Fuori ci sta un tramonto ottobrino, non l’avevo mai visto. C’è poca luce. C’è poco rumore. C’è poca vita.
E c’è anche Nic in macchina: mi sta aspettando, ma io non scendo. Mi viene una fitta al cuore. Ecco: quando sei felice non fai in tempo a pensarlo che già ti devi ricredere.


/chatti?
/pronta a tutto ormai...
/vuoi psicanalizzarmi a quest'ora di notte?
/ma che dici? vuoi parlare di Freud?
/naaaa, te lo ricordi Raff?



Il Silenzio


Il silenzio è una sigaretta che non brucia, un'auto che non passa, un messaggio sul cellulare che non arriva, un posacenere sporco che non si svuota, una telefonata che non parte, una t-shirt sulla sedia, una voce che non sussurra, un onomastico che non si festeggia, una pioggia che non ti bagna, un dedalo di vie che non si snoda, un cornetto senza crema, un muro senza crepe, un'etichetta non più leggibile, un piano sempre più inclinato, una mente che non s'inquina, un sole che non si inchina, un volo che non decolla, una nota permalosa che non esce dalla chitarra, una canzone degli UB40 che non è reggata, un'opzione che non si manifesta...
Ora basta, sssshhhhhhh....

Zucchero di Kanna. 86



Quando siamo entrati nel Puzzo, io e Raff, li abbiamo trovati in piedi vicino al bancone che parlavano animatamente: Madda con un pathos piuttosto fine, non proprio completamente presa, Nic invece abbastanza inferocito. Non ci hanno visto entrare, e io mi stavo subito buttando nella mischia per fare il culo a tarallo al mio amicone del cazzo, solo che Raff mi ha trattenuto e mi ha portato fuori. Ha detto che era meglio imboscarsi e aspettare tipo 007 dauni.
E così ci siamo occultati dietro le macchine posteggiate e abbiamo aspettato per più di mezz’ora. Madda è uscita con una certa fretta, si è infilata in macchina ed è sgommata via. Subito dopo è uscito Nic, che si è guardato attorno, si è infilato in macchina sua e è sgommato via pure lui. Quindi per forza di cose pure io e Raff ci siamo ficcati nella mia carrozza e abbiamo seguito Nic che seguiva Madda. Mi sembrava una situazione al limite del parossismo.
Madda se n’è andata a casa sua e Nic dietro a controllarla, a controllare che, poi? L’ha guardata salirsene a casa sua e poi è rimasto fermo al buio come un fantasma con due occhi allucinati. Io e Raff a ‘sto punto abbiamo pensato che quest’altra puntata di Starsky e Hutch era finita, senza averci capito un cazzo.

sabato 27 ottobre 2012

Malavoglia



Mi sveglio piano, non del tutto. Non lo so se te ne stai lì sorniona a far finta di dormire. Abbiamo mangiato i cipster sul letto ieri, bevuto birra, saltato fino a notte fonda. E' stato bellissimo, ma adesso, all'alba mi ascolto respirare. Non mi esaspero, abbiamo ancora del tempo fino alla prossima notte. Tiro un sospiro, lo specchio dell'armadio è lucido, il mio riflesso opaco. 
E' un altro giorno identico ad un altro, perché sto qui a letto a parlarmi da solo. E' una malavoglia, ora e qui, a far sembrare ciò che non dovrebbe sembrare. Noi siamo a volte ci neghiamo del tutto, dormiamo poco e viviamo in corsa. Gli occhi rossi di una notte sballata, stare bene è peggio che star male.
Quella voglia indescrivibile è tornata a nascondersi, si sbatte si cerca si dimena dentro di me. Non so ancora come si vive una notte giusta. 
Di malavoglia, la pianto qui.

Concediti Un Sogno



Se vuoi star tranquillo, se vuoi davvero pensare, se vuoi investire, se vuoi non restare immobile, allora concediti un sogno...
Se vuoi un'alternativa, se vuoi essere sconveniente, se vuoi non essere un cuore in affitto, se vuoi decidere, se vuoi trasformarti, se vuoi scappare dalla tua rata mensile, se vuoi diventare proprietario di te stesso, allora concediti un sogno...
Se vuoi passare attraverso, se vuoi valorizzarti, se vuoi bruciare l'economia, se vuoi avere tempo, allora concediti un sogno...
Se vuoi andare lento, se vuoi avere interesse, se vuoi avere tendenze, se vuoi far spesa al mercato, se vuoi vivere l'esigenza, se vuoi farne un caso personale, allora concediti un sogno...
Se vuoi puoi, ma se non vuoi, allora, concediti un incubo...

Zucchero di Kanna. 85



Muoio di voglia. Vorrei chiamarla ogni sei secondi. Vorrei aspettarla. Vorrei che entrasse dentro me senza dire niente. Vorrei poterla guardare senza dire niente. Vorrei poterla mangiare viva. Vorrei incontrarla in un prossimo paradiso. Vorrei che fosse mia senza tempo né spazio né destinazione...
Me ne vado tutto solo nella notte verso la mia macchinuccia, che ho lasciato parcheggiata vicino ai Tre Archi. Ho girovagato nel deserto a vuoto, senza trovare nessuno: e poi Rosa Pajella si lamenta che non mi incontra mai in Piazzetta! Quando arrivo alla macchina trovo il deflettore spaccato. Porca puttana, vuoi vedere che si sono fregati lo stereo? Entro e mi siedo sui detriti del vetro rotto, infilo la mano sotto il sedile e sorpresa!, l’autoradio c’è.
Ma, allora?
Lo vedo solo in quel momento il foglietto nastrizzato sul cruscotto, un foglietto che c’ha su un lembo il logo del Puzzo, e su cui c’è scritto: Complimenti Casanova…
Questo evento inatteso mi riporta indietro nel tempo, a quand’ero piccolo: mi piaceva accendere il televisore verso le cinque del pomeriggio, e il televisore, a quell’epoca, era una sorta di cassapanca enorme in bianco e nero. La Rai non trasmetteva a tutte le sante ore, e c’era solo la Rai, niente Canale 5 niente Italia 1 niente Telefoggia, solo la Rai, che apriva i programmi non prima delle sei. Io accendevo alle cinque e stavo per tutto il tempo a fissare il formicolio sullo schermo, m’incantavo a guardare quelle interferenze e adoravo quel ronzio elettronico privo di significato.
Se ci ripenso adesso a quella mia mania, mi rendo conto che forse dentro di me quel formicolio mi dava il senso del mondo, di come girano le cose: cioè che ti ronzano attorno senza definizione e senza senso e tu stai lì tutto il tempo a cercarci un significato. Se mi sentisse Raff adesso, altro che Freud.
Invece mia madre dice che ero rimbambito già da allora.

venerdì 26 ottobre 2012

Ho Ucciso il Buio



Il mio è un Giorno dilatato. La mia vita, per intero, è un Giorno cominciato al buio e molto lontano dal terminare. La mia diversità sovverte le regole, quelle regole non scritte che hanno costruito una invisibile corazza di ferro attorno al mio Io. Non posso farci nulla, sono cieca dalla nascita. Mi animo di coraggio quando suono Debussy al piano: le note mi prendono con forza, arrivano non so da dove e non so perché, e mi sento viva, e cosciente, e illuminata. Contro tutte le facili retoriche, contro i moralismi senza essenza, contro questa città e contro la sua gente e contro i suoi colori sbiaditi, colori che non vivo ma che sento. I colori del mondo sono dentro i tasti bianchi e neri, tutti i Mondi possibili arrivano dalle mie dita che scorrono sulla tastiera, musica che sbatte contro i tristi pensieri, contro tutte le stanze chiuse, contro il Vuoto e contro questo cielo mai visto... 
Dicono sia blu, il cielo: non so come sia, il “blu”, ma io lo sento in in Si bemolle. Il cielo è in Si bemolle, la voce di mia mamma è in Do, di settima quando è allegra, di quinta diminuita quando s'incazza.
Io suono, e sono viva. 
Suono come tu mi vedi.

giovedì 25 ottobre 2012

Le Chiare Regole Della Seduzione


1. Digli sempre, quando lo lasci, che lo fai a malincuore e per il suo bene
1bis. se non lo lasci digli che lo fai a malincuore e per il suo bene
2. non dire mai con chi sei né cosa fai né cosa vuoi
3. fallo correre, fallo correre!
4. dagli appuntamento in chat e non farti trovare
4bis. fatti trovare in chat ma non dargli appuntamenti
5. digli che in serata sei libera ma poi non rispondergli al cellulare
5bis. rispondi al cellulare solo se non sei libera
6. quando ti dà il suo numero di telefono fai finta di niente
7. prendilo in contropiede quando meno se lo aspetta
8. tra bitter bianco e bitter rosso scegli il rosso
9. accendi e spegni le luci a tuo piacimento

In amore non si vince e non si perde: si pareggia

Zucchero di Kanna. 84



Le seguo a distanza, sono appena uscite dal Puzzo. Madda accompagna l’Amicafriz a casa sua, mette la macchina in folle, si abbracciano... Dopo un attimo Amicafriz scende, Madda riparte senza voltarsi. Le sto alle costole con difficoltà, lei zigzaga veloce tra le vie del centro, prende traverse a destra e sinistra e a destra, muy muy rapida, devo sudare per starle dietro col mio catorcio. Poi si ferma ai giardini di Piazza Padre Pio, spegne le luci. Mi fermo anch’io a debita distanza, osservo incuriosito. Lei tira giù il finestrino e con un braccio mi fa cenno di entrare nella sua macchina.
Ma, ma, dice a me??!?
Come zerozerosette faccio schifo, allargo le braccia rassegnato e la raggiungo nella sua auto. Non faccio in tempo a salire intimorito che mi acchiappa con forza e mi sbatte contro il finestrino. E’ incazzata, forse. Io balbetto, non so che inventarmi per giustificare che la seguivo; ma lei mi avviluppa tipo polipo e per un quarto di secolo buono rischio di farmi soffocare dalla sua irruenza. Poi, in un attimo così rapido che mi sembra impossibile che l’abbia fatto, mi ha baciato. Un lungo bacio fatto di lingue e braccia e ensamble sensuale da farsi venire l’infarto. Io vado in orbita con la testa ribellata, tanto che quando lei mi butta fuori dalla machina, così, senza aver avuto il tempo di dire bah, ci resto tramortito.
La guardo andare via, impalato ai bordi dei giardini e della notte, preso in contropiede da questo feeling che sembra possibile e impossibile allo stesso tempo. E mentre fisso imbambolato il punto della strada da dove è andata via lei, vedo sul marciapiedi di fronte Nic che sfumazza, la sua macchina parcheggiata a due passi, l’occhio torvo che mi fissa e le braccia appese ai fianchi...

lunedì 22 ottobre 2012

Zucchero di Kanna.83



Con Madda l’Indiana mi sembra un disastroso tentativo di fare tombola, e oggi ho fatto ambo. L’ho chiamata al telefono per l’ennesima volta, le ho detto di getto che volevo uscire con lei da solo, da soloooo!, senza né Nic né la sua Amicafriz tra le palle. Lei c’ha pensato su un attimo e ha detto sì!
La vado a prendere a casa sua alle nove in punto, lei abita da sola e questa è un’altra ottima notizia. Le faccio scegliere il posto dove vuole andare, lei opta per un pub fuorimano, perché capisco che non vuole incontrare né Nic né tantomeno l’Amicafriz né altra gente che.
Seduti al tavolo uno di fronte all’altro sbevazziamo drinks, e io proprio non resisto, resto folgorato da quei suoi due occhioni nerineri che non riesco a spizzicare una parola. All’inizio parla sempre lei, parlaparla, ma di cose futili, ma a me sembrano degli argomenti interessantissimi. E poi a crudo mi chiede cosa voglio da lei, e io resto come un prosciuttone. Mi sbilancio, glielo faccio capire che mi sono preso una sbandata seria per lei, e anzi, piano piano riesco a aggiustare il tiro e le chiedo sparato come vanno le cose col carabbinero. Lei si fa pensierosa, dice che non vuole parlarne, e quindi ne so meno di prima.
Quando la riaccompagno a casa lei è ancora pensierosa, e io mi venderei l’anima per sapere cosa pensa.
Se ne va senza dire niente, mentre io resto a respirare pesante.

domenica 21 ottobre 2012

Ponte



Ero a Lisbona, energico, schizzato, cool. Non fiaccato come ora...
Lisbona è tagliata in due dal fiume Tago, per passare da un lato all'altro devi attraversare un ponte maestoso tipo quello famoso di New York. Io ero a sud, la sera attraversavo e andavo a nord. A tarda notte, finito il giro sbevitorio nei locali, dovevo tornare a sud. Ero giovane e forte, entravo in macchina e guardavo in lontananza il ponte, sicuro di me. Il ponte era lì, enorme e illuminato, sembrava chiamarmi. Partivo sgommando e seguivo le indicazioni “Sul ponte”. Finestrino aperto, sigarette e ponte all'orizzonte. Dopo mezz'ora di svolte e semafori finivo sistematicamente sotto il ponte. Macchina in folle, scendevo e lo osservavo, sopra di me: era impressionante! Con tutte quelle indicazioni, come cazzo avevo fatto a finire sotto? Irriducibile ripartivo, sbagliavo le indicazioni e ci finivo sotto un altro paio di volte: ero esausto quando, dopo ore, riuscivo a imboccare la strada giusta e finirci sopra, alle 4 del mattino.
Ecco, con certe donne è così: finisci sempre sotto il ponte...

Vaffanculo crepa



Non sto qui a fare calcoli, voglio che tu legga questo messaggio alle 3 di notte: buona l'atmosfera...
Quando è cominciata? Quando hai acceso questa luce? Tu lo sai? Neanche io. Certe cose cominciano e basta, non mi frega sapere quando né dove arrivano: mi interessa sapere perché. E quando un perché non c'è allora mi preoccupo.
Le donne, per me, sono solo di tue tipologie: quelle che crepano e quelle che non crepano.
Tu crepi.
Non in quel senso, non fraintendermi...
Ci sono quelle che le vedi, le frequenti, poco o molto non importa, ma non sortiscono alcun effetto. Altre che ti creano una crepa, magari piccola, che sta lì e resta una crepa che non si chiude mai. Poi un giorno il destino ti mette davanti una domanda: vuoi provare a vedere se questa crepa si allarga? A primo impatto sei sorpreso, dici no, chemmifrega, restasse crepa, che tanto non mi cambia la vita. Ma questo lo dice la testa, te lo ripete di continuo. Finchè poi parla la crepa, e ti dice: vaffanculo prova...
Ho provato.
Comunque vada resterà una crepa.

mercoledì 17 ottobre 2012

Tuttoperte



Se mi vuoi

mi faccio 28 lavaggi prima di uscire
bevo un Ace tutto d'un sorso
metto spray alla candeggina sotto le ascelle
tratto il cuore con l'ammorbidente
divento gentile con un dosafacile
ti porto tutti giovedì in coloreria
ti regalo il mio ritratto di Dorian Grey
metto la felpa in panno di microfibra
impacchetto il sesso col Domopak
compro la carta igienica maxi
ti canto Foxy Lady a palla
diventi la mia elite senza veli
guardiamo i cartoni dei Puffi e Hello Kitty
usiamo le pentole col coperchio
ti compro gli assorbenti Lines Ultra
ti presto il mio bilama Bic per raderti le gambe
divento sensitivo dal 1975
mi trovi ultradolce e ti imbalsamo
non ti chiedo dove hai messo il sapone
ridipingo le pareti in ivory beige o natural bronze

se ti rifiuti ti meno e la spesa me la faccio da solo...

domenica 14 ottobre 2012

Polvere



Guardo me stesso in controluce e mi vedo pieno di polvere: sembra sia un mese ch'io non mi spolveri. 
E allora per un mese non mi spolvero.
Quando giro di notte per la città vedo folle umane da open week end. Sembra che il sabato sia il giorno 21 e la domenica il giorno 20. Tutto mi sembra invertito, ma normale. Accendo uno schermo mentale sulle luci del centro, mi sembra che il mio decoder sia difettato. le immagini mi arrivano incrostate di pixel malati. Mi guardo attorno e tra tanti rumori trovo un lungo silenzio, dentro di me. E' come se mi sentissi circondato da porte chiuse.
Ho bisogno di qualcuno che non mi consideri una sua esclusiva. Mi sento pronto per entrare in una nuova dimensione, ma proprio quando me ne convinco le chiavi d'accesso delle porte chiuse mi cadono nel tombino. Sono nato per morire, ma non né faccio una scusante.
Mi sento tutto pieno di polvere, mi sembrano anni che non mi spolvero:
allora per anni continuo a non spolverare... 

sabato 13 ottobre 2012

Expo



Come posso farti capire che di più non posso? Questo è il massimo, non riesco a cambiare; e neanche a crescere. Lo vedo quello che sono diventato, so cosa aspettarmi da me.
Questa città è ormai una grande Expo di individui senza volto: made in expo, ecco chi sono, un individuo come tanti. Muovo le mie intenzioni come in una battaglia navale: C11, D12...
Ma tu vuoi sempre di più, vuoi inibirmi il sistema nervoso. Questo mi innervosisce. Sono a secco di idee: non ho più voglia di inseguirti, non voglio venire a cercarti, non voglio trovarti.
Fa conto che la tua innovazione sia l'avermi perso per sempre.
Dovevi pensarci prima, quando mi lasciasti da solo per andartene a Milano da quella troia, papà...

giovedì 11 ottobre 2012

Disfunzioni da Grand Homme


Faccio il grand homme, finché non mi dice che è pazza di me e non so come liberarmene...
Con quelle che sono solo amiche mi giustifico sempre, preciso ogni volta che per me sono come sorelle...
Con certe tipe mi sfogo solo quando sto storto: quando poi tutto mi gira bene sparisco...
Mi spaccio per gentiluomo, non parlo delle mie conquiste: tranne quando ne parlo...
Cerco di tenere a bada quelle aggressive, che ti rispondono a tono e ti fanno sentire vittima...
Fingo bene la profondità dei sentimenti, ma quello che mi interessa sono culi e tette media taglia...
Quando con qualcuna ci provo e mi va male la sputtano senza mezzi termini...
Faccio il duro, mi fa sentire cool, salvo incontrare quelle che vogliono prendere le tue difese a tutti i costi...
Faccio quello "armiamoci e partiamo", sparo "amore tesoro cucciolo", ma quando è il momento scatta il "non mi sento pronto"...

Manca il punto 10, dato che è un decalogo: perché a volte mi sento donna...

(liberamente ispirato al Decalogo dell'Uomo Medio di Roberta Fiano)

domenica 7 ottobre 2012

La Verità Ti Fa Male Lo So


La verità è che il Male ce l'abbiamo dentro, ben distribuito e mal retribuito.
La verità è che siamo all'ultima spiaggia, con paletta e secchiello ma senza ombrellone.
La verità è che quando si parla di rivoluzione usciamo giusto a fare 4 passi.
La verità è che ti senti magico ma non sapresti rispondere a nessuna domanda di Mike Bongiorno.
La verità è che siamo realmente in un reality.
La verità è che ci sentiamo ribelli sono se qualcuno ci dice Benebravobis.
La verità è un giorno speciale che deve ancora arrivare.
La verità è che siamo bestie feroci con facce da fumetto.
La verità è che andiamo in giro con la matita rossa e blu.
La verità è che siamo alla deriva come tanti incontinenti.
La verità ti fa male lo so, e qui si continua a giudicare...

Zucchero di Kanna. 82


Ottobre


Mia madre dice che la musica di mo’ fa schifo, piena di ricchioni tipo Freddie Mercury e zoccole alla Britney Shakespeare...

Si ritorna al Daddy O’, lo sfogo migliore resta sempre la disco. Non ci volevo proprio andare, ma Maria A Pacc si è messa addosso e mi sono lasciato convincere.
Nella disco c’era caldo, anche se fuori cominciava a fare un mezzo freddo sciapito. Mi sono subito accasciato su un divanetto, nella speranza che Geronimo si avvicinasse e tirasse fuori una bella tromba. Macché, se n’è stato tutto il tempo a ballare con Maria: ‘sti due piccioncini, che a vederli insieme non ci scommetteresti una lira sul futuro del loro rapporto, invece funzionano eccome, visto che da quando ha armato il feeling, Geronimo è perennemente sprovvisto di erba, un segnale molto indicativo.
Sul tardi siamo rimasti soli io e Raff, nuova seduta di catarsi. Gli faccio l’ultimo resoconto sull’Indiana, ma lui, senza scomporsi più di tanto, mi dice di stare bene attento che ha sentito in giro una voce sulla tipa: pare nasconda qualcosa. Penso subito al carabbinero. Esatto, conferma Raff, pare che ‘sto carabbinero non esiste proprio…
Lui pensa che comunque non devo mollare la presa perché la speranza è l’ultima a morire, ma devo stare molto attento, perché la storia potrebbe rivelarsi pericolosa, anche per Nic, che sicuramente non ha ancora né capito né quagliato niente. Oh!, gli dico, perché non ti apri uno studio da psicanalista? Lui ride e dice che quella che gli scienziati chiamano psicanalisi in fondo cos’è? Un semplice dialogo. 

sabato 6 ottobre 2012

Flyer



Lei mi fissa col capo inclinato, i capelli un giorno lunghi un giorno corti. Gli occhi fuori asse, le sopracciglia curate, da accademia estetica, una più sottile dell'altra. Corre attorno al parco, dentro un look che solo un fine esteta come me può apprezzare. Io ho il parrucchino che scivola un po' sulla destra: vento infame. Dovrei acconciarmi meglio, per far colpo su una così. Spendere un qualcosina in più, magari per una camicia blu a righe griffata. Il suo interesse per me è uguale a zero.
Questo mi accade alle 7 di ogni mattina, da 30.000 mattine a questa parte.
E' tutta sudata, il suo odore è sensuale e raggiunge un po' tutti i maschi ginnici presenti. Mi sento un flyer, un volantino buttato su una panchina che non legge nessuno.

Chat


Lui dorme, russa sul divano...
Mi metto offline, così chattiamo senza interferenze, ne ho voglia. Ho un'immagine irreale, virtuale di questo flirt. Voglio dare un nuovo nome al mio passato. Il piccolo dorme in braccio al padre e mi vergogno un po' ad inseguirti in chat. Posso sempre fermarmi, sdraiarmi su un fianco e fare i conti col mio profilo vero. Sono stanca, distrutta da una giornata di merda passata in casa. Quando ci ubriacheremo di prosecchi io e te? Non voglio pensarci, non voglio illudermi, la mia vita è un invito alle nozze sbagliate.








mercoledì 3 ottobre 2012

Zucchero di Kanna. 81



/chatti così con tutti?
/ma quando mai…
/sai come ho scoperto che il cuore mi batteva per te?
/nn lo so, nn hai mai detto niente di veramente importante...
/hai ragione. L'ho scoperto quando ho notato che nn batteva in ritirata…