mercoledì 30 novembre 2011

Niente Scritte Sui Muri


Inseguo qualcosa e parto da lontano. Più m'avvicino a me stesso, più noto fenomeni di ossidazione: il Tempo non ha opinione. Sono un maschio finto, poco usato, mi perdo per strada e nei drink colorati, al bar. Come sentirsi un chiodo arrugginito nella testa, puzza di carne cruda.
La sera si annuncia con pensieri nati solo ieri e già fermentati in acido. La mia
vita è vera, ma solo ogni tanto e un po’ alla volta, come una puttana che ti si concede senza guanto. Sono di un umore ibrido, le strade della città hanno un dubbio gusto, proprio come quei segnali spray d'amore sui muri opaco cemento della periferia. 
Mi accendo una siga e la fumo in un attimo. Questa sera fredda come un maggiordomo che non è lui l'assassino. Sarebbe finita in realtà, la mia serata, ma non ho bruciato nulla e tutto potrebbe ancora cominciare. Dentro gli occhi la voglia un’occasione con ghiaccio. Sono rassegnato, fino a qui a ci sono, ma poi stanotte i conti non torna.
Rientro a casa e sono in pigiama che salto sul letto. Mi vengono in mente degli aforismi di Oscar Wilde e un’orgia party finita male, tempo fa.
Non scriverò sui muri, ho finito lo spray.

martedì 29 novembre 2011

Bambole


C'è un fuoco che circola a senso unico alternato dentro me sprigionando gas di scarico altamente inquinanti. Vorrei atmosfere meno alcoliche e più mozartiane. Qualcosa brucia dentro me, sono gli anni freddi che producono un vuoto siderale. L'anima ha un moto perverso, beve e suda in ogni notte bastarda. Un angelo sadico bestemmia le madonne dopo tre birre rosse: lei è splendida, ha addosso una maschera di ghiaccio che mi confonde tutte le volte che il suo telefonino squilla. E squilla parecchio. 
Vendo e fumo hashish negli angoli più stronzi della città, e una così non l'avevo mai vista, neanche sotto effetto. Questa Barbie colorata non è la solita bambola travestita,  profuma di Allure che corrode i peli delle narici. 
Non è sola o almeno non ancora o comunque non lo sarai mai, visti gli squilli e i messaggi che arrivano sul suo cellulare. Gli odori in questo pub sono asfissianti, provo a lanciarle sguardi taglienti. Ma la mia faccia illusa di smorfie resta delusa dalla sua indifferenza, e sbava dall'angolo destro della bocca. 
Mi basterebbe un po' di benzina per fare un rogo di questo inutile gioco delle intenzioni. Lei resta un affare oscuro, inavvicinabile: non sono attinente al suo mondo. Non posso che andare via,  con le arterie ostruite dal desiderio e una parvenza di adrenalina che finisce  surgelata.
Questo mondo di bambole è peggio di un vietnam...


lunedì 28 novembre 2011

Into The Wild Into The Mind


Silenzio assordante produzione di un'attesa.
Film Into The Wild non gira sul pc batteria scarica.
Stanza letto luce filtra da destra.
Staccare spine taglia emme slip neri comprare.
Tempi andata ritorno finestrino aperto quattro siga fumare.
Cell squilla sms arrivano altro squillo non una squillo.
Arpeggio Eko blu song voglia e sbagli accordi alterati.
Poltrona gambe accavallate dubbi riscaldamenti accesi assalto.
Aspirina comodino privazione finita bene o maloox.
Friends set di piatti Santa Caterina sette chiamate.
Live unplugged sballo rum latte freddo solitudini l'una di notte.
Telefono speranza lieto fine lieto inizio.
Buio testa fasciata gambe rattrappite.
Notte giovane invecchiata di dieci anni.

sabato 26 novembre 2011

Slip o Boxer?

Mio amico gay dice che gli uomini si distinguono in: quelli con gli slip e quelli con i boxer.

Mio amico gay dice di non sbagliare mai, con uno sguardo li individua subito.

Mio amico gay dice che quando valuta male poi, a breve, si ricrede.

Mio amico gay dice che quelli con slip scopano da Dio, quelli con boxer sparano colpi a vuoto.

Mio amico gay dice che quelli con slip hanno fascino alla Alain Delon, quelli con boxer hanno lo charme di Fantozzi contro Tutti.

Mio amico gay dice che quelli con gli slip non vanno in palestra e sono very cool lo stesso, quelli con i boxer nudi fanno ridere e non conoscono Daddy Cool dei Boney M.

Mio amico gay dice che quelli con gli slip sono yellow di fronte al sole, quelli con i boxer sono dark davanti alla quotidianità.

Mio amico gay dice che quelli con gli slip hanno occhi profondi e mani curate, quelli con i boxer hanno le borse sotto gli occhi, magari taroccate dai cinesi.

Mio amico gay dice che quelli con gli slip bevono rum Zacata metodo Solera, quelli con i boxer il Peroncino.

Mio amico gay dice che quelli con gli slip, al mare mettono costumi figo/sgambati Dolce e gabbana, quelli con boxer costumi stile californian surfer e occhialini da Nerds.

Mio amico gay dice che quelli con gli slip quando camminano ballano come i neri, quelli con i boxer son neri perché non sanno ballare.

Mio amico gay dice che quelli con gli slip flirtano e si lasciano inseguire, quelli con i boxer inseguono e si spompano dopo due tentativi.

Mio amico gay dice che quelli con gli slip scopano free e ogni donna gode due volte, quelli con i boxer ci mettono dieci minuti, e venti sbadigli di lei, per indossare l'Akuel confezione da 6 quasi scaduta.

Mio amico gay dice che quelli con gli slip sanno creare intimità con la donna, quelli con i boxer finiscono per parlare di taglie di capi intimi.

Mio amico gay dice che quelli con gli slip dormono 4 ore mentre gli arrivano di continuo sms, quelli con i boxer chiamano all'una di notte sul fisso e lei li manda a cagare.

Mio amico gay dice che quelli con gli slip hanno sempre 30 anni, quelli con i boxer sempre 30 anni in più.

Mio amico gay ci indovina sempre, ma si scopa entrambedue le categorie.

Boh, slip o boxer, quello che conta è che tu dentro, c'abbia le palle.

Da domani esco senza mutande.

(liberamente ispirato ad un'idea di L.R.)

mercoledì 23 novembre 2011

Penalty


Vertice dell'area piccola, difesa rientrata. 
Occupare gli spazi, rimanere molto larghi. 
La superiorità numerica, affondare sulle fasce. 
Provare il tiro da posizione estremamente angolata. 
Gioco all'indietro, sbaglio, il ritmo non riprende. 
Non ho un ruolo definito, attacco più che posso il tempo perso. Slalom, manca la forza, la giusta precisione. 
Non riesco ad avere un rendimento ottimale, i sacrifici, gli automatismi. 
Gioco in anticipo, non mollo, in scivolata. 
Non mi lamento dello sgambetto, non protesto per l'intervento scorretto. 
Ho grandi capacità di recupero difensivo, sulle gambe dell'avversario. 
Cerco la coordinazione, ma c'è scarsa potenza. 
Non inquadro il bersaglio, buono il controllo, punizione e ammonizione. 
Fallo. 
Sono scoperto sugli esterni, resto ultimo in velocità. 
Sono a terra, il gioco è fermo. 
Azione di rimessa non favorevole, metà campo libera. 
Due minuti ancora di recupero, non trovo nessuno. 
Sono sotto, cross, stacco, deviazione. 
Cercavo l'angolo basso, colpo di tacco, soluzione di fino. 
Terzo minuto di recupero, tutti dentro l'area, ultima chance.
Penalty.
Calcio male.
Sopra la traversa.
La Finale finisce qui.

(liberamente ispirato alla finale Italia-Brasile, USA 94. dedicato a Roby Baggio, l'ultimo mio mito del calcio italiano)

martedì 22 novembre 2011

Chi Ha Incastrato Dinomimmo?



Qualcuno mi ha incastrato.
Qualcuno che mi provoca contrazioni di stomaco, crampi sistematici che si materializzano in pensieri. Un meccanismo di somatizzazione di un blackhole gastrico, di pancia. L'acidità provocata dalle assenze quotidiane, tossine che inquinano la mia volontà. Come entrare in un tunnel di gastrite intenzionale. Le corrosioni dell'Oggi.

Qualcuno mi ha incastrato.
Faccio di tutto per evitare gli addensamenti nel mio sangue, gli agglomerati di persone in cui ci sente persi. Si diventa molecole di parole dette/non dette, ripetute/non ripetute. Vado in pressione e poi in decompressione, dentro un mix di parole/frasi inutili.

Qualcuno mi ha incastrato.
Faccio sforzi oltre le mie possibilità. La stanchezza/stress/fatica, l'anima di cui abuso tutti i giorni. Un blocco intestinale che manda il cuore a cagare. Il battito diventa incostante, aritmico, un'ansia grezza che comincia alle 7 del mattino.

Qualcuno mi ha incastrato.
Studio artifici per dimenticare. Nella testa il solito ingorgo di pensieri/paure. Nessun appiglio, nessun aggancio immaginabile: almeno per ora.

Qualcuno mi ha incastrato: sono Io.

domenica 13 novembre 2011

Pulci Nella Nebbia

Nella mia testa ci sono entrate senza preavviso. Pulci. E nebbia. Viaggiavo lento e inesorabile, nel buio dell’autunno. Alle due di notte, lungo la strada senza luci che dalla collina portava alla città. Ea questo punto le sentii vive, queste pulci, proprio mentre calava una nebbia impensabile poco prima. Mi veniva in mente la nebbia agl'irti colli, ma in quel momento guidavo verso la pianura, e di irto c’era solo il mio fondato sospetto che la mia direzione fosse sbagliata. La città, con i suoi bagliori lontani, mi sembrava irragiungibile. O forse semplicemente non avevo voglia di tornarci.
La nebbia mi sembrava un cane peloso e pigro, che scodinzolava ai pochi pensieri logici e digrignava i denti quando tendevo atirare l’auto oltre i cento. Non vedevo più nulla, né fuori né dentro di me. Mi sentivo pigro, e buffamente proiettato in un riff di chitarra acustica che la radio sparava a basso volume, uno di quei riff dei 50 che ricordava i rockenroll di Elvis.
Intanto un treno mi scorreva accanto, quasi come questa notte, e la sensazione era quella acida di chi cammina in parallelo verso qualcosa che non sa. Il treno poi deviò nei pressi di Ponte Albanito, mentre io continuai dritto finché non mi resi conto che stavo viaggiando nella nebbia senza più rendermene conto. Le mie intenzioni mi sembravano bombe innescate dalla disperazione pronte a esplodere. Mi sentivo in tensione, sostenuto da musiche dark grunge che avevano cominciato a girare in play nella testa. Che poi dark è una forma riduttiva di definirsi: sarebbe come ordinare una bistecca alla fiorentina e vedersi arrivare della carne in scatola.
Ero dentro una notte stantia, barricato dentro me stesso, come uno che ha paura di uscire allo scoperto e manda in avanscoperta un ragazzino che fuoriesce dal suo ego malato. Invece ero all'avanguardia solo nel pensare che le notti potessero d’improvviso colorarsi e perdere quelle molecole d’infinito nerodi cui son fatte.
E’ rosso porpora il mio colore preferito, preciso quello delle carte da poker, quel rosso vivo che uso per i miei rossetti.
Le pulci saltano nebbia, saltano sulle le scale di casa mia, insieme a me s'infilano nel mio letto.
E incomincia l'incubo.