mercoledì 14 dicembre 2011

Incubatore di Incubi


Sono un incubatore di incubi.
La metro è affollata, soprattutto questa linea, la linea verde. Il treno arriva all'improvviso, ma lento. Si ferma ed entro insieme ad altre migliaia di persone. Resto in piedi, schiacciato al centro del vagone dalla folla. C'è tutto un mondo qua sotto, che sonnecchia annoiato mentre viaggia. Zombie che ascoltano l'Ipod con le cuffie. Vedo tutto al contrario, mi rivedo che torno indietro, a casa, e mando tutto a farsi fottere, la mia crisi il mio panico la mia folle idea, metafisica direi, di riunire, per una sola volta tutti i miei anni trascorsi. Quelli, gli anni, sono passati senza scampo, ma io non voglio rassegnarmi. Questa vita, adesso mi puzza. Come questo vagone. Come questo giorno grigio, indefinito, tendenzioso e vero, acromatico e sgranato come una banconota falsa. Forse questa mia folle idea, questo mio assurdo stato d'animo adolescenziale è già mezzo morto in partenza.Quando il tempo passa, passa e basta, ti devi rassegnare a essere grigio.
E solo dentro di te.
Come quando restavo solo, da ragazzo, nella mia stanza, ispirato mortificato, inacidito come questa stazione della metro. Cernusco, stazione di Cernusco, che periferia sciatta, gesù, eppoi ci lamentiamo noi giù...

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