domenica 30 dicembre 2012

Din Don Down



Sono pazza.
Sono già pazza di mio, e ora anche pazza di te. La cosa mi fa impazzire. Vado via da me, mi allontano da me stessa a causa tua. Da tempo non mi ascolto più e mi nego, cerco di darmi ascolto ma non mi faccio trovare in casa. Questa storia per te è un gioco, per me è la vita. 
Non vado via, voglio restare dentro questo feeling provando a ragionare. Venire da te, e venire con te è una notte sporca: mi ci sporco l'anima e l'anima mi diventa porca.
Porca troia, non ci credo a quello che mi succede, non ci provo neanche a dare un senso a tutto questo.
Sono pazza di te, e ci sto impazzendo.
E' come un big bang, una lucida e inattesa follia. Sono la tua ultima e bastarda conquista, per te non cambia nulla, ma per me è uno starnazzare di campane a morto, din don down.
Sono pazza e sono mia, lasciami le mie voglie alcoliche e vattene, voglio vivere sola nel mio drink, voglio star da sola e crepare tutta d’un fiato.
Lasciami bruciare per i cazzi miei, din don, lasciami nel mio down...

Bob Natale

Bob Natale porta dona speciali, solo per Numeri Uno, sulla sua slitta turbodiesel 75ren:

1. notizie dal passato + un presente
2. messaggi shiatzu che possono sushitare perplessità e incertezze
20. eventi
3. amici stretti a chi è di manica larga
4. foto fotogeniche su carta igienica
5. un kit completo per la rianimazione cerebrale
6. bottiglie di vino da bere in circolo
7. l'ultimo cd dei Facebook Brothers
8. una pagina del libro di Jimmy Page
9. tutta la verità su Nomi Cose e Città
10. il nuovo link di Abhram Linkoln
11. la nuova versione di Badoo, criptata dai Flintstones
12. musica nota
13. auguri di buon compleanno firmati dai Maya

E anche questo Natale è stato natale e quale agli altri...

mercoledì 26 dicembre 2012

Vegetale



Quando ti senti perso non devi ritrovarti, ma continuare a cercarti. A volte conosci te stesso da così poco tempo. Sei semplicemente una bestia dentro una gabbia, ti accoppi solo per il mantenimento della specie. Il giorno se ne va a puttane, sei su un'isola deserta della tangenziale. Anche se hai i nervi a pezzi devi pensare alle ossa: quelle ti sorreggono. Devi provare a planare, devi provare a ululare. La vita è fatta di piedi, di idee e di silenzi. Tutto il resto è mosche su un malloppo di merda secca. La testa è un magnete, la vista è la tua purezza, la tossicità è assoluta mancanza di ragione.
Due passi in avanti e uno indietro. La tua ombra ha i suoi occhi, il tuo telefono non è un'arma. La differenza sta nel saper fingere, nel non arrivare all’overdose. 
Stato vegetale.

martedì 25 dicembre 2012

Parole parole parole


Le parole ti prendono alla gola e poi passano di moda. Ti creano l'urgenza, l'ansia, ti si presentano in 40.000 nella testa: e poi non trovi quella giusta. Io, le mie parole, le ho imparate a memoria, soprattutto quelle che sembrano creare un'emozione. Non tutte hanno un interesse, quasi tutte sono a tasso zero. A volte sottocosto, poco assortite; altre mi mettono alla pecorina. Compongo frasi che sono come le offerte natalizie: durano 3 giorni.
Parole sporche, da portare ad una lavanderia self. Parole in questi tempi di crisi, parole che spaccano le palle. Parole senza nuove aperture mentali. Parole che finiscono sul cellulare, magari non lette sul display spento. Parole aperte tutte le domeniche, che quando ti servono latitano.
Non ho parole...

Dubbi


Non ho un buon posto per.
Non ho un buon posto per, che cazzo.
Non so come dire come spiegarmi.
Non ho un buon posto e basta.
Quella prima sera.
Sono stato cazzone: li avevo visti.
Il gufo già volava sul mio cielo come un avvoltoio.
Il mio cadavere.
La putrefazione dei d-u-b-b-i.
I minuti passano.
Il marciapiedi di fronte a me.
Unico pensiero che non riesco a resettare:
Ma io che ci faccio qua?

domenica 23 dicembre 2012

Sono Impotente



Faccio il giro largo per incrociarla. Lei, neanche tanto sorpresa, mi accoglie con un calore contagioso. Mi sento pervaso, glorificato da una nitida sensazione di benessere. I suoi occhi come sangue bollente, emozioni che non provi più da tempo, l'impatto dell’iceberg contro il Titanic.
Ma mi sento impotente, sono impotente.
Sostenere le sue occhiate vogliose, tirarmi fuori dalla mia gabbia, crearmi un varco dentro il quale poter vivere. Queste sensazioni mi sfuggono di mano, non capisco. Non mi capacito, sono cotto a fuoco lento. E' un giocare sporco, lei il mio alibi, la distorsione della realtà delle cose.
Ho paura di sprofondare, sono un verme a stare qua, adesso, senza pudore.
Qua, adesso…
- Stai cercando un alibi… - disse lei, quella sera.

sabato 22 dicembre 2012

Donna Peppapig



Mi dice al telefono “Ti vengo incontro verso la chiesa”. Me lo vedo arrivare nel buio dei semafori lampeggianti, si nasconde dietro ad una donna che gli cammina davanti. Lo abbraccio, mi sorride con quel taglio di occhi che mi fa a fette.
Nello shop Beauty and Beauty mi dice “Scegli un profumo per me”. Supervisioniamo le bottigliette colorate sugli scaffali, con finto interesse accademico. Gli porgo una boccetta insignificante con sfumature kitsch, costo euro 1. La squadra, con aria soddisfatta, dice “Bellissimo, mai avuto un parfum accussì”.
Nel suo salotto prepara il caffè, mentre io guardinga scandaglio sul web le offerte di Pasqualino Belloccio, noto negozio di scarpe della provincia. 
- Ti piacciono queste? - sono davvero fighe, alte grigie scamosciate e con la zeppa. 
Bellissime, mai viste delle shoes accussì...
Beviamo il coffee e fumiamo sigarette a valanga, mentre comincio a desiderarlo e a sudare sotto le ascelle. Fa un cazzo di freddo qua dentro, e poi lui ha le mani magre e gelide.
Si allontana e va verso il ripostiglio, lo seguo incuriosita con uno sguardo inclinato. Torna con una merendina al cioccolato. La sconfeziona, la mette su un piatto: è una Kinder Delice, la mia preferita. Da un vecchio cassetto tira fuori una candelina usata, la infila sulla Delice, la accende.
- Buon compleanno... - sussurra – Soffia...
Io rido e soffio, la spengo con un colpo solo alla Tex Willer. Poi lui la taglia in due e la mangiamo come fosse la torta più buona del mondo.
- Che te ne pare? L'ho fatta con le mie mani.
- Bellissima – dico io – mai assaggiata una Delice accussì.
Si siede sul divano, freddo, accende la tele, mette su Cartoonito, assume una postura altera e composta, come chi sta per seguire un'opera lirica. E' appena cominciato, il cartoon di Peppa Pig, il suo preferito. Per dieci minuti lo guarderà in trance,
Poi riprenderà a fissare me.

martedì 18 dicembre 2012

3 Giorni alla Fine Del Mondo

Mancano 3 giorni alla fine del mondo, anzi 2, è scattata la mezzanotte. Non avrò rimpianti nello scrivere tutto ciò che lascio dopo la mia morte ( a chi non so, data la catastrofe prospettata dai Maya). Tuttavia, qualora qualcuno sopravvivesse, quello che di me troverà sarà:

un 45 giri dei Rolling Stones, graffiato sulla side B: non dirò il titolo per non fare pubblicità
l'ultima scatola vuota di preservativi, usata nel settembre del 98 quando ancora le donne mi si compiacevano
un manifesto contro l'onanismo sfrenato, regalatomi dagli amici del corso di ostetricia
il mio terzo romanzo scritto apposta per essere pubblicato post morte
il microfono usato da Sting ad un suo concerto, comprato con garanzia a un negozio di cinesi
il mio primo rasoio bilama, usato per la mia prima rasatura a 25 anni
una lacrima sul viso, di una qualche madonna maremmana, vendutami da Bobby Solo
un giornale quotidiano foggiano pieno di foto di monnezza
le due tazzine di caffè sporche dall'ultima volta che mi piombò in casa lei
la formula segreta, da me elaborata, che smentisce la teoria della relatività (che sia giusta è relativo)
un quadro di Monet da me copiato uguale uguale
la giacca rossa che Freddy Mercury indossava la sera che scrivemmo We Are The Champions
la collezione completa di Sentieri in 615 videocassette
il mio piumone caldo caldo alto 15 centimetri di importazione tedesca

Ma se davvero rimanesse qualcuno, vorrei che mi dimenticasse...

lunedì 17 dicembre 2012

Il Prescelto


Impazienti occhiate verso di loro, fermi in strada uno di fronte all’altra: l’inizio della mia ossessione.  La bocca di lei devolveva parole per lui prive di significato, un gioco di frasi sintetiche ma efficaci, mai dirette, sempre meno equivoche.
Ero a distanza di sicurezza, padrone di me stesso, sicuro di non essere io il prescelto, se un prescelto c’era.
Rigido guardavo dritto davanti, nessuna alternativa visiva se non quei due corpi a sesso alternato. Si affannarono per nove minuti a cercare, incomprensioni e contrapposizioni. Poi si fecero di silenzi. E uno strattone. Lei si divincolò senza neanche tanto sforzo, senza aggiungere nulla si incamminò verso di me.
Fu quella l'unica volta che mi sfiorò.

sabato 15 dicembre 2012

Zucchero di Kanna.102 (Finale)


TODAY, NIGHT

Sono stanco e non me la fido, è tardi e son quasi le due. Mi alzo dalla sedia, spengo Facebook spengo pc, una faccia sfatta da paura. Ciabatto annoiato e penso che sarebbe bello mo' potersi accendere una bella sigaretta. Ma col cazzo, il cardiologo m'ha detto in slang tutto medicale: non stronseggiare col fumo! Mi tocca masticare una cicca, veloce, gusto menta inviperita: è Capodanno, per cui masticherò cicche per tutto l'anno.
Che palle.
Due e trentacinque, sto tutto rintronato. Stanotte tutti hanno fatto casino, sparato razzi trictrac e bombe a mano, buttato giù dai balconi monnezza lavatrici piatti mobilia, e mo stanno accasciati sui letti a cercare di arripigliarsi. Io invece da ore sparato sul pc, su Faccialibro.
Giro nel buio di casa, sconvolto dal silenzio, non me la fido, non ho sonno, sono solo stanchissimo. Provo a infilarmi nel letto.
Lei dice: Era ora che venissi a letto...
Sbuffo, dico: Che palle...
Lei si gira dall'altro lato, accalorata e sudata: Chiudi gli occhi, non pensare e dormi.
Che palle, non ci riesco.
Quasi quasi riaccendo il pc e riprendo a chattare...


venerdì 14 dicembre 2012

Zagor Femmina


Certi giorni sembra di prendere per il culo i desideri. Mi dico: li esaudisco o no? Si, no, si no, poi quelli slittano via e non li ritrovi per giorni, poi ricompaiono, mi fanno toc toc e mi ricordano che sono sempre là. Mi sembra come quando da ragazzino aspettavo con ansia la fine del mese, quando correvo in edicola per vedere se fosse uscito l'ultimo numero di Zagor. Cominciavo giorno 1, "E' uscito Zagor?", "Noooo..." mi rispondeva l'edicolante scazzato. E poi giorno 2, e poi 3, e poi 4 etcetera, finché non arrivava 'sto cazzo di ultimo numero di Zagor: andavo in visibilio, lo afferravo vorace, me lo accarezzavo, guardavo in terza di copertina quale sarebbe stato quello di prossima uscita. Me lo coccolavo, d'inverno me lo tenevo al caldo e aspettavo un po' prima di cominciare a leggerlo: poi lo divoravo in mezz'ora e, puf, ansia e desiderio tornavano in letargo fino all'inizio del mese successivo.
C'era una sola pecca  in quei fumetti, a pensarci bene: Zagor sarebbe dovuto essere femmina...

giovedì 13 dicembre 2012

Zucchero di Kanna. 101



È la vigilia di Natale, l’allegria delle feste natalizie a casa mia si butta: c’è tutta la famiglia di mio fratello, moglie e bambini piccoli che urlano, c’è mia zia che ride senza che nessuno capisca per quale motivo, c’è mio zio che gira la frittura mista e mentre gira s’infila in bocca notevoli quantità di polipetti. Mia madre s’incazza con mio zio, che è suo fratello, ma lui la deride.
Io me ne sto chiuso nella mia camera, con la chitarra in mano, che sono un italiano e allora lasciatemi cantare, tutta la mia disperazione e solitudine. Dopo un po' arriva il mio nipotino più piccolo, che sfonda la porta e comincia a picchiare cazzotti sulla chitarra e io urlo a mio fratello di venirselo a prendere prima che l’ammazzo. Mio fratello arriva e dice che sono il solito esagerato, e intanto mia zia continua ridere, tra tre ore più o meno nasce Gesù, Cristo!, mio zio si è pappato tutti i polipetti, la moglie di mio fratello allatta il pupo alla sua tetta bella gonfia, mia madre accende la televisione, e buonasera signore e signori, questi i programmi della serata, e mia zia ride per i programmi della serata, e mio zio attacca le triglie a tutto spiano, mia madre gli dà una padellata sulla mano, il mio nipotino torna alla carica coi cazzotti sulla mia chitarra, e la tettona di mia cognata, e le triglie, e buonasera signori e signore, e natale, il capitone, la vigilia, l’allegria, il dolore e driiiinnn…. Driinnnn!
Drin?
È per te, dice mio fratello, da Amsterdam.


/ma poi nn mi hai più chiamato da quella volta...
/tu nn mi hai chiamata mai...
/è vero, sono stato uno stupido... Nn mi hai più detto nulla di Marta...
/nn ha più senso adesso...
/torni?
/qualche volta in agosto...ci vediamo magari la prossima volta?
/occhei...il Puzzo nn c'è più, andiamo in Piazzetta ti pago un caffè nero bollente...
/magari andiamo al Bar Haiti, che sta aperto...


martedì 11 dicembre 2012

12 Pillole Sulla Felicità


1. meravigliati delle piccole cose: infatti nudo mi guardo allo specchio e, notandolo, mi meraviglio
2. vivi con leggerezza: facendo attenzione d'inverno, raffreddori e bronchiti sono in agguato
3. aiuta gli Altri: soprattutto a far loro capire che anche tu sei un Altro
4. leggi molto: anche senza capire, come fanno in tanti
5. limita la tv: ho detto limita, non imita, smettila con quei capelli alla Paolo Limiti
6. ama il tuo lavoro: se sei disoccupato ama la tua disoccupazione
7. fai movimento: ma non in chat
8. affronta le tue paure: l'IMU non ti manderà più in panico
9. credi in te stesso: ma anche in te steso, una buona dormita non guasta
10. stai vicino alla tua famiglia: è una comodità mamma che ti lava i panni
11. lasciati guidare dal cuore: un controllo a cardiologia ti tiene al riparo dalle sorprese

12....

Be' la 12 non c'è, perché è quella più vicina alla realtà, e la conosciamo tutti:la felicità è solo una questione di culo...

domenica 9 dicembre 2012

Zucchero di Kanna. 100



Tra un po’ mi verranno le stimmate. Sono sull’orlo del martirio. Tutte le mattine al Puzzo a fare le pulizie: pulisci i tavoli i cessi il bancone la cucina i piatti i bicchieri, uuuuf! Mi sdreno e mi si accavallano le ossa. Tutti i pomeriggi dormo, perché sto a pezzi. Mia madre mi guarda fiera perché finalmente un lavoro ce l’ho e non le chiedo più gli euri 10 fissi ogni giorno. In più ha notato che non torno più la notte tardi e/o tutto imbriaco.
Dalle sette in poi prendo servizio al pub: spillo spine, servo ai tavoli, riempio ciotoline di aracnidi/mozzarelline/panzerottini, neanche il tempo di fumarsi una sigarettina. Ogni tanto arrivano Maria A Pacc e Geronimo felici come due pasque, Maria che mi sbaciucchia perché è contenta del fatto che c’ha il feeling e che almeno un amico non è emigrato, e cioè io, che mi faccio il culo quadrato in questa bettola. Ogni tanto viene la Bovina, che mi vede col vassoio in mano e ride, e io fingo di ridere con lei, mentre penso che a questo mondo il cancro viene sempre alle persone sbagliate. Ogni tanto viene Tina, che mi chiede come sto, tutta finta preoccupata e io lo so che in fondo non gliene frega niente ma di contro neanche a me me ne frega di lei. Ogni tanto viene Pamela, di nuovo tutta mototruccata, perché ha rimorchiato con un altro bestione col macchinone, e mi tartassa di logorrea cronica. Ogni tanto viene la Scoria e mi nascondo, ma lui mi trova lo stesso e io mi faccio il segno della croce. Ogni tanto viene Rosa Pajella, e mi mantengo fermo col vassoio sennò lo so che mi crolla tutto. Ogni tanto viene Capo Schizzato di Radiopace a propormi di fare certi programmi alternativi, ma poi mi vede stanco e scoglionato e pensa che è meglio se si trova un altro party partner migliore, che poi non ci vuole molto.
Vengono tutti questi, tutti meno che Lei...

sabato 8 dicembre 2012

Zucchero di Kanna. 99



I treni vanno, vanno express; mi sono sempre rimasti impressi i treni che vanno, mai quelli che tornano. È una strana maniera che ha la mente di registrare le cose che ci circondano: o in senso negativo o positivo, mai una via di mezzo, o bianco o nero, mai grigio.
L’express per Milano è arrivato: li abbraccio forte forte, amici così non ne troverò più. Mi sento triste come un capitone che sta per essere scuoiato a Natale. Raff e Nic salgono a prendere posti negli scompartimenti, sistemano i borsoni eppoi si affacciano al finestrino ad aspettare che gli dia la mia benedizione. Siete due bastardi nel sangue, gli dico, e spero che a Milano non trovate un cazzo di lavoro, neanche il peggiore, e che Artù si rompa così tanto a tenervi tutto il santo giorno davanti alle palle da mandarvi affangulo e rispedirvi giù, brutti figli di puttana, che non si fa questo all’amico, cazzo! Nic sorride, dice che appena sistemati come si deve li devo andare a trovare, così tuttinsieme ci andiamo a sbronzare come pezze milanesi ai Navigli. Raff invece non dice niente, allunga una mano e mi chiede un cinque che non finisce mai. Il treno finalmente parte, mesto y liento.
E non ritorna.

venerdì 7 dicembre 2012

Donne Screensaver


Certe donne sono come uno screensaver: vanno in standby se inattive, e si riaccendono al primo tocco. Ne conosco di irrequiete, di vibranti, di vibrate da vibratori. Quelle appassionate di musica, quelle che con loro è tutta un'altra musica, le sognatrici le disilluse, le trentenni di un'altra generazione, le quarantenni di questa degenerazione, quelle vogliose di vivere, quelle vogliose di crescere, quelle vogliose solo di bere, quelle commoventi e scanzonate dei balli di gruppo del sabato sera, quelle amareggiate da una vita che non sanno cosa vogliono di più, un amaro Lucano?, quelle intriganti in chat e amebe dal vivo, quelle intriganti in chat e ancora di più dal vivo, quelle divertenti che si divertono a divertirti, quelle fedeli, quelle zoccole, quelle che leggono libri in inglese, quelle che non leggono manco un libro in italiano, quelle da grande successo, quelle da grande cesso...
Certe donne sono salvifiche, altre solo fiche.

domenica 2 dicembre 2012

Orgasmo del Maiale



C'è un vuoto assoluto, fanculo. Ho la serata bloccata. Dovevo uscire con una tipa, una tardona cosìecosì di una quarantina d'anni. Dovevo accompagnarla fuori per una cena, avevo anche prenotato un tavolo all'Orgasmo del maiale, un ristorante dove si mangia da luss. Prenotato io ma pagava lei, la vegliarda abbottata di soldi. La questua per il suo orgasmo era stato pattuito a euri 200 (più magnata gratis, come già detto). Solo che questa mi manda un sms verso le 16 e disdice, 'orcatroia. Ho dovuto richiamare all'Orgasmo del Maiale e disdire, facendo anche relativa figura di merda. C'avevo pure un'altra tipa che da un po' mi filava, ma avendo questo appuntamento con la vegliarda l'ho lasciata in sospeso. Dovrei vendermi ai maschi, quelli col cazzo che disdicono un appuntamento orgasmatico. Le donne invece al primo intoppo si tirano indietro, rientrano in loro stesse e si rifugiano e cicli psicologici di tipo mestruale. Ho fatto delle foto l'ultima volta, le ho messe sul web e hanno riscontrato successo: credo cha piacciano le mie pose sadomaso.
Faccio da troppo tempo 'sta vita ormai. Sempre ad assecondare capricci di trasgressioni di donne avvilite dalla routine familiare, sempre pronto ad assecondare la voglia che hanno, 'ste donne d'oggi, di andare fuori dai binari della retta via.
Ma da un po' di tempo a questa parte ho voglia di evadere anch'io: voglio innamorarmi...

Zucchero di Kanna. 98



Ho preso servizio al Puzzo. Visto che stavo sempre piantato qua, invece di rimanere spiantato mi sono fatto assumere come cammarero: in nero. Cammarero in nero. Non ti dico com’era contenta mia madre!, che ha sempre detto che nella vita non servo a niente, e adesso almeno servo a qualcosa: servo ai tavoli. A combattere con tutti i capricci allucinanti dei clienti finisce che mi esaurisco, ma così riesco a non pensare a Madda... Ogni tanto me le immagino, loro due, che passeggiano per le vie di Amsterdam e mi perdo, faccio cadere qualche birra, mi becco l’urlo del Capo e torno a riempire i vassoi di patatine panini pizze birre e coccacole.
Sul tardi tardi arrivano Nic e Raff, spenti peggio di me. Ma il bello è che loro non hanno possibilità di cambiare canale come me, che combatto contro i clienti e mi dimentico i guai che c’ho. Loro al massimo se ne possono stare sbattuti al banco, con le occhiaie che arrivano a terra e le palle pure. Mi guardo attorno e, quando mi accorgo che il Capo non mi osserva, gli passo un paio di birre aggratiss, ai miei ultimi amici rimasti, eppoi mi spillo una rossa pure io. Loro si guardano negli occhi e mi chiedono di brindare.
A che?, chiedo io, perchè penso che nessuno dei tre c’ha qualcosa a cui brindare. Alla nostra partenza, dicono loro.
Alla nostra che?, dico io sgranando gli occhi.

sabato 1 dicembre 2012

Zucchero di Kanna. 97



Solito venerdì, solito Qualcosa da cercare; e allora si va fuoriporta verso terre baresi, soliti pub e solite atmosfere che non saranno per niente calde per niente adrenaliniche.
In macchina ci ritroviamo da soli io e Nic. Stiamo zitti, anche se ci siamo riavvicinati dopo gli ultimi chiarimenti. Ma siamo abbastanza trapanati sentimentalmente, perché una come Madda per Nic è difficile da scordare, e penso che per lui chance non ce ne siano più (e per me?). Dovrà trovare un'altra che gli faccia battere il cuore, e io lo so com’è difficile! Per cui ci facciamo tutto il tragitto zitti come due cataplasmi, nell’autoradio girano gli Ucciù con la loro domenica sanguinolenta e il loro nome dell’amore: è proprio una colonna sonora adatta, perché io guardo il buio che scorre fuori dal finestrino e vedo tutte le ultime immagini di Madda che mi son rimaste dentro, e lo riconosco il nome dell’amore. Nic invece fissa la prospettiva della strada in un modo da paura, sembra che le curve non le veda, sembra che sta percorrendo una strada tutta sua ma dentro a sé stesso, senza riuscire a trovare una scorciatoia.
Quando arriviamo a Canosa e ci infiliamo nel pub, mi rendo conto che anche la CDM sta cambiando. I tempi cambiano, le cose non sono più le stesse: non ci bastiamo più, c’abbiamo tutti bisogno di maturare e di mettere i piedi per terra, cominciare a smontare tutti gli stupidi castelli in aria e pensare a guardare in faccia la realtà anche se è nuda e cruda.
Non si ubriaca nessuno, niente canne, niente urla, niente vomiti, niente risse fuori dai locali. Solamente una implosione dentro di una forte carica esplosiva, che prima o poi schizza fuori e tu la devi direzionare bene, sennò finisci per farti male.