domenica 4 dicembre 2011

18 Luglio


Ce ne stiamo congelati dentro un'atmosfera tipo coccobill senza pistole. Nell'aria gravitano grumi di parole smozzicate, che ricordano quella stupida canzone che vinse sanremo, Fiumi di Parole, che non ricorda più nessuno: tranne i desaparecidos mentali come me...
"Usciamo"dico io, “andiamo a prendere un qualcosa da bere”.
“Sicuro?”, dice lei “fa un cazzo di freddo...”
“Voglio bere...”
Lei prende le chiavi della macchina dallo svuotatasche nell'ingresso, non aggiunge altro alla mia filosofia negativa e nichilista, questo mio atteggiamento alla Sartre senza una finestra da cui sbirciare il Mondo. Lei vorrebbe aggiungere qualcosa, ma capisce che non è il momento, dice:
“Sei stanco...”
“E' troppo tardi per esserlo...”
Apre la porta di casa, si avvia all'ascensore.
Passeggiamo scazzati nel centro commerciale, come Totò e Peppino in nojo volevam savuar. Ci sono spifferi e ventate di aria fredda, varchi percorsi da flussi rapidi come sullo stretto di Bering. In giro deambulano parecchie donne accucciate dentro cappottini firmati, tutte che mi sembrano delle gran fighe.
Mi sembra tutto così strano...”, dico a fil di voce.
Ci pensi troppo..."
"O troppo poco...".
Mollo un sorriso sghembo, fisso una tipa vestita quasi da panterarosa che non ingannerebbe nessuno con quel trucco.
“ Le donne mi sembrano tutte delle gran stronze...”, dico con meno fil di voce.
Dopo una mezz'ora siamo statuine silenziose. Fumo l'ennesima chesterfield pigramente, come un dromedario assonnato sbracato nell'unica oasi presente nel raggio di mille miglia. Lei smette di aggiustarsi i capelli, si ferma a guardarmi dritto negli occhi.
Cosa c'é? Hai paura?”, mi chiede.
Scuoto il capo come chi non riesce a crederci, un po' perché davvero non ci credo neanch'io, un po' per esorcizzare questo attimo nero.
Vafangulo”, dice lei “ lo sapevi da prima che ci conoscessimo...”.
“Non pensavo che prima o poi prima avrebbe sbattuto giù"
“Non è detto che non torni...".

“Hai un contratto fino al 18 luglio, avrai tutto il tempo per scordarti di me"

” Potevo dirlo anch'io eppure non l'ho detto".
La sua mancanza mi chiaverà il cervello alla grande, lo so per certo, mi farà sentire come un apache dentro i confini della sua riserva.  Ho nella testa una sceneggiatura confusa e una colonna sonora hard come il metal che ascoltavo da ragazzo. 
“ Torniamo a casa " dice lei, con tono buio.
“ Sì, torniamocene, quel 18 luglio mi dà mal di testa già da un po'...”.
















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