sabato 11 febbraio 2012

Zucchero di Kanna. 19


Che botta allo stomaco. Stavo a prendere un caffè al Bar Haiti, che stava aperto, con Artù che si toccava gli attributi e si lamentava che se lo sentiva come un cachiss sfatto. Stavamo semi beati a sorseggiare, a cazzeggiare su quest’analogia tra attributi e cachissi, tranquilli come raramente ci capita. Ma si vedeva che Artù c’aveva un rospo in gola e non sapeva da che parte cominciare.

Poi ha cominciato.

Parte, se ne va su a Milano. Perchè questa città del cazzo non ti offre niente di lavoro, lo so bene io che al massimo ho fatto il magazziniere in nero e senza contributi. Un suo zio, che sta appunto a Milano, gli ha trovato un posto in un’agenzia di pubblicità, a fare il creativo. Artù ci sa fare in quanto a creatività, ha delle idee in testa, tipo il nome della nostra rockband, Cancabaia, ideato da lui. Ci lascerà un vuoto, e 'sto vuoto poi ci dovremo preoccupare noi di riempirlo.


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