sabato 8 dicembre 2012

Zucchero di Kanna. 99



I treni vanno, vanno express; mi sono sempre rimasti impressi i treni che vanno, mai quelli che tornano. È una strana maniera che ha la mente di registrare le cose che ci circondano: o in senso negativo o positivo, mai una via di mezzo, o bianco o nero, mai grigio.
L’express per Milano è arrivato: li abbraccio forte forte, amici così non ne troverò più. Mi sento triste come un capitone che sta per essere scuoiato a Natale. Raff e Nic salgono a prendere posti negli scompartimenti, sistemano i borsoni eppoi si affacciano al finestrino ad aspettare che gli dia la mia benedizione. Siete due bastardi nel sangue, gli dico, e spero che a Milano non trovate un cazzo di lavoro, neanche il peggiore, e che Artù si rompa così tanto a tenervi tutto il santo giorno davanti alle palle da mandarvi affangulo e rispedirvi giù, brutti figli di puttana, che non si fa questo all’amico, cazzo! Nic sorride, dice che appena sistemati come si deve li devo andare a trovare, così tuttinsieme ci andiamo a sbronzare come pezze milanesi ai Navigli. Raff invece non dice niente, allunga una mano e mi chiede un cinque che non finisce mai. Il treno finalmente parte, mesto y liento.
E non ritorna.

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