Solito venerdì, solito Qualcosa da cercare; e
allora si va fuoriporta verso terre baresi, soliti pub e solite
atmosfere che non saranno per niente calde per niente adrenaliniche.
In macchina ci ritroviamo da soli io e Nic. Stiamo
zitti, anche se ci siamo riavvicinati dopo gli ultimi chiarimenti. Ma
siamo abbastanza trapanati sentimentalmente, perché una come Madda
per Nic è difficile da scordare, e penso che per lui chance non ce
ne siano più (e per me?). Dovrà trovare un'altra che gli faccia
battere il cuore, e io lo so com’è difficile! Per cui ci facciamo
tutto il tragitto zitti come due cataplasmi, nell’autoradio girano
gli Ucciù con la loro domenica sanguinolenta e il loro nome
dell’amore: è proprio una colonna sonora adatta, perché io guardo
il buio che scorre fuori dal finestrino e vedo tutte le ultime
immagini di Madda che mi son rimaste dentro, e lo riconosco
il nome dell’amore. Nic invece fissa la prospettiva della strada in
un modo da paura, sembra che le curve non le veda, sembra che sta
percorrendo una strada tutta sua ma dentro a sé stesso, senza
riuscire a trovare una scorciatoia.
Quando
arriviamo a Canosa e ci infiliamo nel pub, mi rendo conto che
anche la CDM sta cambiando. I tempi cambiano, le cose non sono più
le stesse: non ci bastiamo più, c’abbiamo tutti bisogno di
maturare e di mettere i piedi per terra, cominciare a smontare tutti
gli stupidi castelli in aria e pensare a guardare in faccia la realtà
anche se è nuda e cruda.
Non si ubriaca nessuno, niente canne, niente urla,
niente vomiti, niente risse fuori dai locali. Solamente una
implosione dentro di una forte carica esplosiva, che prima o poi
schizza fuori e tu la devi direzionare bene, sennò finisci per farti
male.
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