Impazienti occhiate verso di loro, fermi in strada uno di fronte all’altra: l’inizio della mia ossessione. La bocca di lei devolveva parole per lui prive di significato, un gioco di frasi sintetiche ma efficaci, mai
dirette, sempre meno equivoche.
Ero a distanza di sicurezza, padrone di me stesso, sicuro di non essere io il
prescelto, se un prescelto c’era.
Rigido guardavo dritto davanti, nessuna
alternativa visiva se non quei due corpi a sesso alternato. Si affannarono per nove minuti a cercare, incomprensioni e contrapposizioni. Poi si fecero di silenzi. E uno strattone. Lei si divincolò senza neanche tanto
sforzo, senza aggiungere nulla si incamminò verso di me.
Fu quella l'unica volta che mi sfiorò.
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