Faccio il giro largo per
incrociarla. Lei, neanche
tanto sorpresa, mi accoglie con un calore contagioso. Mi sento pervaso, glorificato da una nitida sensazione di
benessere. I suoi occhi come sangue bollente, emozioni che non provi più da tempo, l'impatto
dell’iceberg contro il Titanic.
Ma mi sento impotente, sono
impotente.
Sostenere le sue occhiate vogliose, tirarmi fuori dalla mia gabbia, crearmi un varco dentro il quale poter vivere. Queste sensazioni mi
sfuggono di mano, non capisco. Non mi capacito, sono cotto a fuoco lento. E' un giocare
sporco, lei il mio alibi, la distorsione della realtà
delle cose.
Ho paura di sprofondare, sono un verme a stare qua, adesso, senza pudore.
Qua, adesso…
Ho paura di sprofondare, sono un verme a stare qua, adesso, senza pudore.
Qua, adesso…
- Stai cercando un
alibi… - disse lei, quella sera.
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