lunedì 13 agosto 2012

Zucchero di Kanna. 68



Lo scazzo pazzo è come uno schizzo, adrenaline morte che covano sotto le ceneri per tutto il santo giorno.
Nell’afternoon mi preleva Nic, mi offre un coffi al Bar Haiti. Sta tutto pompato, no compriende il mio stato d’animo. Non accenna affatto alla serata di ieri, lo sa che ci vado dietro alla tipa e non ne parla. Mi spara che in tarda evening ha preso appuntamento con lei, e io per poco non ci resto secco. Inghiotto bava e bile. Vanno a vedersi un concert in piazza di un Ron paralitico, che non sto a criticare che non c’ho voglia.
Complimenti a tutti e due.
Il verme avverte il mio disagio, dice che forse è meglio parlarne. Io dico che forse è meglio non parlarne. Lui dice che non è il caso di farsi venire le paranoie. Io dico che per forza a lui non gli vengono le paranoie, visto che ci esce con la tipa. Lui insiste che è meglio se ne parliamo, c’ha qualche rimorso di coscienza. Io gli ho detto che non mi doveva rompere i coglioni e allora lui si è un po’ incazzato, ha detto che non siamo bambini, e se ci interessa la stessa tipa non è colpa di nessuno. Io gli dico che di Madda non me ne fotte un cazzo, che se la può tenere e farsela a brodo.

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