Non facevo altro che pensare a Madda l’Indiana,
effetto lontananza che ti prende allo stomaco. Nic c’aveva già due
palle solo a vedermi così abbattuto, così per riconquistare la sua
fiducia gli ho dovuto far analizzare per un’ora e mezza la mia
grafia.
Un campeggio più miserabile non lo potevamo
trovare, un indirizzo davvero utile fornitoci dal cognato di Nic: Nic
è l’unico della CDM a possedere un cognato. Il campeggio è
piccolo e puzza, quando scende la pioggia si allaga tutto tipo
alluvione del Vajont. Lo subiamo rassegnati come se fossimo delle
comparse di un film surreale tipo Blade Runner.
Il cuore del movimento è una disco vicino
Peschici: una folla che non ti dico, uno sopra all’altro a
zompettare e sculettare, subumani in vacanza sbattuti a sudare. A
farci di kanne mi sembravano
alieni di tutte le razze: mi apparivano indiani, cinesi, italiani,
punk, skinheads, barboni, saltimbanchi, suonatori di sax con
l’heineken, neri, verdi, gialli, filippini, ecuodoregni con gli
zufoli, colletti bianchi, colletti sporchi, poeti, santi, navigatori,
cozze, ficone, giaps, jazzisti da strada, cori gospel, hooligans,
apaches, settimo cavalleggeri, pionieri, Zeb MacHane e la carovana
verso l’ovest, Colombo con le tre caravelle, Little Tony e Fred
Astaiere, ballerine di flamenco, bonghisti, golpisti, alpinisti,
zapatisti, zappatori, Mari Meroli, canzonettisti, sciantose…
Era proprio
buona l’erba di Nic...
Ma l’erba è finita presto, e Nic si è messo
d'impegno a rimorchiare per vitalizzare il resto della scacazzata
vacanza. Io non ne avevo voglia, stavo sempre a pensare a Madda: ma
l’ho dovuto accontentare, un disastro annunciato. Tipo
l’Australiana, una di Sidney in vacanza beccata ad un tavolo di un
bar: se ne stava sola a bere e Nic si è lanciato come missile, l’ha
rincoglionita di stronzate in slang anglo-dauno. L'australiana
ridevarideva, e tanto rideva non perché lui faceva il simpatico, ma
perché alla fine della serata ha rivelato di essere lesbica.
Oppure la Nera, una seduta di fronte a noi sempre
in un bar: a un certo punto è schiattata a ridere di brutto perché
io e Nic abbiamo preso a litigare tra di noi, gesticolando come due
scimmie. Era inglese, con flemma tipica, e non ha resistito a ‘sto
show da cabaret ridendo da non fermarla più. Abbiamo tentato di
attaccare, ma appena ci siamo fatti avanti si è eclissata manco
tenessimo la lebbra.
Oppure le due russe con un fascino che era un
incantesimo, bionde e sedute al bar che ci spiavano, con occhi russi
azzurriazzurri vogliosi di feeling latino: andiamo andiamo e andiamo
andiamo, alla fine ci siamo decisi e ci siamo avvicinati. Avevamo
preso un abbaglio però, le due stavano lanciando segnali di sguardi
a due palestrati alle nostre spalle.
Il ritorno a Foggia poi, un doloroso contrasto,
perché alla folla vacanziera da villaggio globale si contrappone un
deserto da villaggio piccolo piccolo in Piazzetta.
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