mercoledì 29 agosto 2012
Dnmmm Plus
La versione Dnmmm Plus comprende:
Sistema di navigazione navetta e parcheggio con l’illustrissimo Edmondo de Amicis
Semafori rigorosamente rossi
Rivestimento dei sedili in cammello e cenere delle camel lights
Sistema d’ausilio Despar con salti in padella su 4 fuochi
Regolatore di velocità all’ultimo secondo dell’ultimo minuto, sveglia permettendo
Cerchi in lega, anelli di fumo, tondi di muffin
Pacchetto luci notturne e pomeridiane, ma anche tapparelle semichiuse
Specchietto, per le allodole, prima della svolta verso il portone d'ingresso
La Dnmmm Plus non è dilazionabile in comode rate.
Zucchero di Kanna. 75
Pronto
Rosa?, sì, ciao sono io, che ci dici?… ehhh, lo so lo so, che vuoi
fare… senti Rosa, non è che… è vero, sì sì, è una palla, e
sì la Piazzetta, lo so lo so… senti Rosa, non è che… e c’hai
ragione, e certo, sempre le stesse facce, gli stessi posti, e, io?,
noooo, ci sto in giro in Piazzetta, come no?, e che ne so, forse non
ci ritroviamo allo stesso orario e… senti Rosa, non è che… no,
Rosa, non lo so stasera che faccio… e me’, non mi fare dire cose
a casaccio, non so dove vado di preciso e… certo, e come!, sìììì,
ci vediamo, se non è stasera sarà... senti Rosa, non è che... va
bene, te lo prometto e senti Rosa, e... Rosa, PORCAPUTTANADIEVA, MI
FAI PARLARE????? Ohhhh!!!, senti, esatto, esatto, no scusa, scusa
scusa, senti non ce l’hai mica il numero di telefono di… di…
brava, esatto… e me… lo… dai…? Grazie Rosa, grazie, sì, sì,
ci vediamo, se non stasera domani, sì, sì, certo certo…
Click!
lunedì 27 agosto 2012
Zucchero di Kanna. 74
Settembre
Mia madre
dice che chi se la fa coi trocati si ritrova coi bracci bucati.
Che
poetessa...
L’ho visto uscire in fretta e furia dal Puzzo,
mortificato come uno zombiolocaust. L’ho raggiunto con l’affanno
a Corso Garibaldi, c’aveva uno sguardo vuoto e fisso e preoccupante
che non mi ricordavo di averlo mai visto così. L’ho fatto sedere
sui gradini del municipio, fottendomene degli sguardi di quelli che
non si fanno i cazzi loro. Gli ho dato da fumare un mozzone che avevo
spento a metà, sigarette non ne avevo più. L’ho fatto pure
vomitare, solo gesucristo lo sa che cosa si era menato in corpo. Ma
non si è ripigliato per niente, e lo dovevo tenere quasi di peso,
che era come una ameba, un uovo senza tuorlo.
Mi ha fatto paura...
La sua sofferenza interna sembra inguaribile.
Quando finisce una lunga storia sentimentale è difficile
ricominciare da zero: a finire è sempre facile, ma ricominciare è
dura.
- Vedrai che
passa.
- Non passa.
- Tutto si
sistema.
- Non si
sistema.
- Può solo
andare meglio.
- Può solo
andare una merda.
Io cercavo di metterlo in positivo e lui, Raff,
buttava tutto sul negativo. Io positivo lui negativo.
Poi s'è ripreso un po’, e non si ricordava
quasi niente del collasso sconquassato che si è combinato. Silenzio
e sera tarda, soli tutti e due. Volevo farlo parlare, sfogare,
raccontare cosa si sente dentro da stare sempre così male. Il vuoto,
dice lui, un vuoto che non sai proprio come fare a colmare: da quando
si è mollato con la guagliona quel buco allo stomaco ce l’ha
fisso, come uno squarcio nell’anima. Eppoi il lavoro che non si
trova e i soldi che non ci stanno e i genitori che rompono i coglioni
a tutte le ore.
Certo io non sono proprio la persona adatta per
consolarlo; ma intanto lui parla, e parlare fa bene, anche se poi di
soluzioni ai problemi non se ne trovano. Io ci provo a tirarlo su
comunque, lui sembra apprezzare, e alla fine addirittura mi sorride e
mi chiede come cazzo faccio a sopportare che Nic va appresso alla mia
tipa. Dice proprio così. Io ci resto, anche perché non so che
rispondere. E infatti lui, che si aspettava il mio mutismo tipo sto
un po’ Dan, dice che sono uno scemo perché mi tengo alla larga dai
due. Io dico che intanto quei due escono sempre insieme, e se escono
insieme qualcosa tra loro ci sarà.
- Sei
sicuro?
domenica 26 agosto 2012
Zucchero di Kanna. 73
Sbirravamo al Puzzo, atmosfera partita benino e
finita male, perché a un certo punto si sono casualmente aggregati
Nic e Madda e l’amicafriz di Madda: non me la raccontano giusta
nessuno dei tre. Ho cominciato a guardare storto Nic e Nic a guardare
storto me. Poi, sommando anche la mortificazione cronica di Raff, mi
sono rotto di palle e, preso anche da troppo alcol, ho cominciato a
inveire contro tutta quella negatività che c’era in circolazione.
Nic si è alterato, perché così gli si guastava la bella atmosfera
romantica con le due tipe: ma se volevi il romanticume colante perché
non te ne sei stato fuori al chiaro di luna? Le due tipe hanno
pensato bene di sparire che non era più aria.
Rimasti noi soli, Nic ha cominciato a sbraitare di
brutto contro di me, tanto che il proprietario del Puzzo è arrivato
di corsa e ci ha cacciati. Appena usciti dal locale Nic ha pensato
bene di cazzottiarmi, altro che amici per la pelle. Ce le siamo
menate alla grande, fino a che Raff non è riuscito a separarci.
Certo che ci siamo ridotti proprio male, a
trent’anni a fare a botte come i ragazzini senza sapere neanche
bene per quale motivo.
/chatteresti
ancora con me sotto le stelle?
/sei
romantico stasera...
/certo,
ho ancora la tessera...
/se
tornassi mi ci riporteresti?
/non
sarebbe la stessa cosa, lo sai...
/ma hai
ancora la tessera...
/è
scaduta...
venerdì 24 agosto 2012
La tribù dei Fatù
Io l’ho capito il senso della vita, è il sesso! Boh, fatù…
Io lo so come rendere questa serata rock’n’roll! Boh, fatù…
Io lo so come fregarsene di tutte le filosofie del cazzo! Boh, fatù…
Io lo so come minimizzare sempre! Boh, fatù…
Io lo so come fare per non stare a titubare! Boh, fatù…
Io lo so come evitare ‘sti quattro dementi che a 40 anni suonati fanno delle storie da ragazzini! Boh, fatù…
Io lo so come dribblare le solite telecronache velenose della gente! Boh, fatù…
Io lo so come urlare a squarciagola tutto il mio disappunto sulla coglionaggine del Mondo! Boh, fatù…
Io lo so come fottere questa paranoia bastarda! Boh, fatù…
Io lo so come riuscire a dissolvere tutti i dubbi! Boh, fatù...
Io lo so come spegnere il sound e sfiammare una Camelights! Boh, fatù…
Io lo so come si fa ad andarsene via così! Boh, fatù…
Io lo so come mandarvi un po' tutti affanculo...
Fatù, che io voglia non ne tengo più.
Zucchero di Kanna. 72
Si è
rifatta viva la Filosofa: mi ha fatto un colpo di telefono e ha
insistito, oh!, come ha insistito per uscire con me! Mi doveva
parlare per forza, per cui siamo usciti, che dovevo fare?
C’avevo
due palle quadrate ma ci siamo visti al bar Haiti, che era aperto, in
primo evening. Io pensavo chissà che mi deve dire questa, che non
c’ho proprio voglia di stare a sentire le sue melensaggini
sentimentali. E invece ‘sta ammosciapalle non mi viene a raccontare
che mo’ fa la promoter per una nota compagnia di assicurazioni? E
che mi propina? Tutta una serie di soluzioni di fondi pensionistici e
polizze vita e polizze assicurative e polizze infortuni, tanto che io
per fermarla gli ho dovuto chiedere se per caso non c’aveva una
polizza contro lo sbattimento perpetuo dei coglioni.
Zucchero di Kanna. 71
La CDM ha organizzato un excursus a ballare al
Divinae Follie, a Bisceglie. Ho accettato entusiasta, ho pensato mo’
mi distraggo e non ci penso ai soliti guai. Invece chi si presenta?
Proprio loro due, crik e crok, Nic e Madda. A quel punto non potevo
più fare dietro front, per cui mi sono gonfiato di fegato e ci sono
andato lo stesso.
Al Divinae c’era un caldo della madonna, i
muri buttavano fuori acqua e sudore e sangue. Appena entrati
ho pensato bene di scolarmi un qualche drink insieme a Raff, offerti
da lui; solo che a un certo punto è sparito, immagino per andarsi a
cannare di disperazione in qualche angolo nascosto. Sono rimasto in
quella postazione al bancone, e da lì si vedevano Nic e Madda che
ballavano come pazzi in pista, lui tutto simpaticone e lei tutta
presa.
Mentre me ne stavo lì a rodermi, mi si è
avvicinata Maria A Pacc, tutta tristolona, dal che ho capito che non
stava al meglio. Le ho detto di starsene più arzilla, pensare più
in positivo (senti da quale pulpito!). Mi faceva così tanta
tenerezza che l’ho abbracciata come una figlia, anzi una sorella, e
le ho dato un bacio sulla testa, un bacio tutto amorevole ma di
amicizia; ma gliel’ho mollato proprio mentre al banco arrivava
Geronimo, porcaputtana, che prima mi ha guardato storto e poi mi si è
buttato addosso come una tigre della Malesia. Maria a Pacc si è
messa in mezzo, l’ha preso di peso e se l'è portato fuori prima
che si scatenasse un macello di rissa. Deve avergliene dette di tutti
i colori, fuori, perché dopo un po’ sono rientrati lei tutta
incazzata, lui tutto moscio e con lo sguardo appeso. A lui l’ha
mandato a distanza, e a me mi è venuta a dare un bacio sui capelli,
proprio come ho fatto io con lei prima.
mercoledì 22 agosto 2012
Finestre
Attraverso
la finestra vedo e osservo un unico ritaglio di mondo, un rettangolo visivo sempre uguale a se stesso. Quello che filtra, dalla finestra, è la
solita porzione di luce e colore. Il Tempo non aiuta ad apportare
modifiche sostanziali, mi stampa addosso questa immagine fissa.
Ho
bisogno di cambiare finestra.
Voglio
nuovi rettangoli visivi, nuovi colori, nuove luci, per avere diversi effetti cromatici di positività. Metabolizzare un
altro ritaglio di mondo.
Il tempo non aiuta: dopo un po' mi stampa addosso quest'altra immagine fissa che mi arriva da una nuova finestra.
Il tempo non aiuta: dopo un po' mi stampa addosso quest'altra immagine fissa che mi arriva da una nuova finestra.
Allora
non ho scelta: scavalco.
martedì 21 agosto 2012
Se Io Sarei
Se
io sarei uno che si lascia condizionare, allora sarei un'aria
se
io sarei una forma di pagamento, allora sarei a babbo morto
se
io sarei a decorrere sarei già scaduto
se
io sarei uno che agisce, sarei un agente reagente (ma non mi piace la
gente)
se
io sarei una banca, allora sarei un tasso di disinteresse
se
io sarei una valuta, allora non mi saprei valutare
se
io sarei una fase, allora sarei uno fuori fase
se
io sarei un porto, allora sarei un vino
se
io sarei un letto, allora non mi rileggerei
se
io sarei un ordine, allora mi direi revelle toi svegliati get up
se
io sarei una nota, allora non sarei musicale ma un appunto negativo
se
io sarei una seduta, allora non sarei spiritica ma in attesa di
boyfriend
ma
comunque il condizionale è d'obbligo...
giovedì 16 agosto 2012
Non Ho Pene
Passeggiavo
sul lungomare, la serata calda, i piedi sudati. Liberare la mente,
osservare il mare e farselo bastare. Una sigaretta, anche due, e poi
un decoffee nel solito bar, dove inconsapevolmente mi deposito
sempre. Lei dice che mi pianta sempre nello stesso posto per
pigrizia: non ho voglia di scoprire altri bar. E poi qui c'è sempre
una partita di calcio alla tele.
Non
ho pene.
Finchè
non comincia a squillare il cell...
Antonella
dice che non ce la fa più, lui non vuole mollare la sua sposa ma
vuole anche che lei non se ne vada. Ha cancellato il suo numero dalla
memoria del cell, me lo affida chiedendomi di annotarlo da qualche
parte. Non dovrò assolutamente ridarglielo, a meno di un suo
tentativo di suicidio. Non vuole sentirlo mai più.
Stelvio
dice che ci ha provato con lei l'altra notte, l'ha portata in
spiaggia e le ha detto chiaro e tondo che è preso davvero, vorrebbe
provare a intessere una relazione seria. Ma lei ha preso tempo, ha
balbettato, e ora sono due giorni che non si fa viva.
Giorgino
ha deciso di optare per la moglie e i suoi due figli, si è
cancellato da facebook per non avere più tentazioni. Si vedevano di
nascosto ogni volta che potevano, ma era un inferno. E poi la moglie
aveva scoperto tutto, e il rischio di mandare a puttane un matrimonio
consolidato da anni è grosso. Ha deciso di mollare di colpo la sua
amante e mettere la testa a posto.
Loredana
ha litigato col suo lui. Lui ha scoperto che c'era uno che se la
filava, e lei lo lasciava fare: ne era lusingata. Era godurioso avere
'sto tipo alle costole che garbatamente la corteggiava. E ora non
riesce più a parlare col suo lui, che è incazzato e non risponde al
cell né ai messaggi.
Michela
si è presentata nell'ufficio di lui e, davanti a tutti i colleghi
gli ha detto chiaramente che lui la stava prendendo in giro, che non
avrebbe mai mollato sua moglie per lei. Ha chiuso così.
Giovanna
ha perso la testa per un ragazzotto di vent'anni, che lavora al
panificio sotto casa sua. Lei è single e tardona, lui se l'è
scopata un paio di volte e ora non se la caga più, e ora lei ci sta
male.
Il
lungomare è terminato. Non ho guardato né ascoltato il mare. Sono
stato tutto il tempo al cell...
Meno
male che io non ho pene.
mercoledì 15 agosto 2012
Zucchero di Kanna. 69
Mi manca Artù, che sta al Nord, con lui mi
sfogavo bene. Oddio pure con Raff e Nic mi sfogo bene: ma Raff sta
sempre con le palle a terra a causa della ex guagliona, e con Nic
lasciamo perdere...
Ci penso mentre ce ne stiamo buttati nello
Scantinato, io e Raff, a tentare di rimembrare tutti i nostri vecchi
brani. Queste mancanze influiscono negativamente pure sulla rockband.
Non potevamo fare altro che sballarci per tirarci un po’ su, un
paio di cannoni che erano una favola. Lo sballottaggio di cervello
scivolava fin troppo bene.
Sul più bello, cioè quando l’erba cominciava a
farci ridere senza motivo, è arrivato Nic con la sua faccia
contenta: lo so con chi è uscito l’infame. A ‘sto punto ho
spento tutto e me ne sono andato, lasciando a bocca aperta quel
poveraccio di Raff.
lunedì 13 agosto 2012
Zucchero di Kanna. 68
Lo scazzo pazzo è come uno schizzo, adrenaline
morte che covano sotto le ceneri per tutto il santo giorno.
Nell’afternoon
mi preleva Nic, mi offre un coffi al Bar Haiti. Sta tutto pompato, no
compriende il mio stato d’animo. Non accenna affatto alla serata di
ieri, lo sa che ci vado dietro alla tipa e non ne parla. Mi spara che
in tarda evening ha preso appuntamento con lei, e io per poco non ci
resto secco. Inghiotto bava e bile. Vanno a vedersi un concert in
piazza di un Ron paralitico, che non sto a criticare che non c’ho
voglia.
Complimenti
a tutti e due.
Il verme
avverte il mio disagio, dice che forse è meglio parlarne. Io dico
che forse è meglio non parlarne. Lui dice che non è il caso di
farsi venire le paranoie. Io dico che per forza a lui non gli
vengono le paranoie, visto che ci esce con la tipa. Lui insiste che è
meglio se ne parliamo, c’ha qualche rimorso di coscienza. Io gli ho
detto che non mi doveva rompere i coglioni e allora lui si è un po’
incazzato, ha detto che non siamo bambini, e se ci interessa la
stessa tipa non è colpa di nessuno. Io gli dico che di Madda non me
ne fotte un cazzo, che se la può tenere e farsela a brodo.
domenica 12 agosto 2012
Dopo
Dopo, nulla sarà
più come prima
"Dopo" è una parola tossica che continuerà a girare senza eco
Dopo, sembrerà di essere saliti su un treno
Dopo, sarà come non essere mai da soli
Dopo, la destinazione sarà Chissàdove, nella peggiore delle ipotesi
Dopo, ti sembrerà di girare in tondo
Dopo, sarà come tornare al punto di partenza
Dopo, non ci sarà differenza tra inferno e paradiso
Dopo, ti guarderai attorno da fermo
Dopo, darai un’occhiata in lontananza
Dopo, scoprirai immagini di un mondo capovolto
Dopo, anche un lusso sfrenato sembrerà miseria
Dopo, non sarai più adagiato su un limbo senza confini
Dopo, ti sarà facile dire come ti vorresti
Dopo, comunque
tutto resterà così com’è
Dopo, non crederai di pretendere troppo
Dopo, ti basterà un unico, ovattato, sospeso
Purgatorio
Quindi, meglio pensarci prima...
Zucchero di Kanna. 67
Sono le quattro di mattina e sto sfiammato di
brutto. Ho la gola secca, arsa, bruciata.
Eravamo usciti in quattro, una serata organizzata
chissà come da Nic: al Piper, io Nic Madda e Rosa Pajella. Ma lei
non mi cagava per niente: si
divertiva con Nic, forse perché l’invito gliel’ha fatto lui. E
come se la intendevano! Ridevano complici, battutine battutine,
sorrisini sorrisini, e io in disparte. Ieri stava a invelenirisi con
l’amicafriz, e stasera tutta gaudente con l’amico dei miei
coglioni. Mi tengono così distante che pure Rosa pajella non sa che
dire. Precipito in seisette litri di birra rossa Wafenstrasse, doppio
malto per un doppio scazzo. Mi sento un idiota, io ci sbavo dietro e
lei fa la zoccola.
Dopo un po’
mi sono fatto accompagnare a casa, totalmente imbriaco, barcollante
come un’ipotesi.
Mo’ mi
giro e rigiro nel letto come una salamandra, non riesco a prendere
sonno, ho un buio pesto dentro e fuori. Mi alzo mi rialzo, gola secca
gola secca, fumo torbido e veleno. Mi autodilanio, dentro questa
notte di merda che neanche Dylan Dog…
martedì 7 agosto 2012
Zucchero di Kanna. 66
Stasera esco col chiodo fisso, mi precipito al
Piper: c’ho una voglia pazza di rivederla. Per ora non c’è, dove
sarà dove non sarà, e già sono sulla via del suicidio annunciato.
Ma per fortuna arriva Rosa Pajella e comincio a dire cazzate
una dopo l’altra, sempre guardandomi attorno alla ricerca di lei.
Che arriva sul tardi, sempre con la stessa amica dell’altra sera!
Stanno sempre appiccicate ‘ste due. Lei mi caga a stento, mi fa un
salutino distante e freddo, così freddo che io mi sento ghiacciare
il sangue nelle vene. Il mio primo impulso è quello di mandare a
fangulo Rosa Pajella, che in realtà poi non c’entra niente, mentre
Madda si imbosca ad un tavolo nell’angolo del Piper e prende a
discutere sommessamente y animatamente con l’altra tipa. Non riesco
a distogliere lo sguardo da ‘ste due stronze, sono fisso e rigido
come un baccalà, stordito dall’atmosfera non serena che il dialogo
tra le due trasmette. Non staranno per caso a litigarsi per il
carabbinero?
Rosa Pajella mi molla su due piedi, e c’aveva
ragione, non la stavo a ascoltare più. Mi lascia impalato come
un’anguilla tesa a osservare tutte le mosse delle due, che non
smettono non smettono di parlare.
Quando decido di andare via tento di farle un cenno di saluto, ma lei
è troppo presa dallo scontro verbale e non mi vede. Vado via
come un gladiatore sconfitto, torno a casa triste e in silenzio come
uno che sa di andare alla forca.
sabato 4 agosto 2012
Vuoimi
Vuoimi, quando d'estate piove a dirotto, d'una pioggia smorfiosa come una bimba...
Vuoimi, quando ti senti umida e la mia sera non ha alcun sapore...
Vuoimi, quando son le due e non mi va di giocare all’aperto...
Vuoimi, quando mi fisso e il tempo mi si allontana...
Vuoimi, quando il rock non riesce a picchiarmi in testa...
Vuoimi, quando farei sparire dalla vista questa città del cazzo...
Vuoimi, quando nei bar non trovo drink che mi sorridano...
Vuoimi, quando il quore sballa a secco di pillole...
Vuoimi, quando mi sento un gesùcristo in croce...
Vuoimi, nella persona di me medesimo...
Zucchero di Kanna. 65
Il post vacanza è ulceroso, in giro c'è poca
vitalità, c'è deserto e Foggia è piena di cammelli. Per fortuna
succede finalmente che al Piper la rivedo, dopo un sacco di tempo,
lei, Madda l’Indiana, pure le sue vacanze evidentemente sono
terminate.
Lei se ne sta al banco bar a sorseggiare un drink
con una amica, e quando mi inquadra mi fa un sorrisone che mi rimette
in pace col mondo. Io lo sento il cuore, lo sento che comincia a fare
qualche capriccio, e mi preoccupo non poco. Vado-non vado, parlo-non
parlo, non lo so, questa tipa sta impelagata in una sua storia col
carabbinero di Napoli e io non voglio lasciarmi intrappolare in un
brutto gioco dal quale poi non saprei come disincastrarmi.
Comunque mi avvicino e lei mi chiede com’è
andata la mia vacanza. Non c’è male grazie, e io lo sento il
cuore, e mi viene un istinto di
paura come se stessi parlando con gesùcristo in persona. Parlo tutto
smozzicato, come in uno stato febbrile, e resto tutta la serata a
quel banco bar, a diredire e a non dire niente, con la testa che
balla un ciaciaccià e non riesco a fermarla.
giovedì 2 agosto 2012
Zucchero di Kanna. 64
Non facevo altro che pensare a Madda l’Indiana,
effetto lontananza che ti prende allo stomaco. Nic c’aveva già due
palle solo a vedermi così abbattuto, così per riconquistare la sua
fiducia gli ho dovuto far analizzare per un’ora e mezza la mia
grafia.
Un campeggio più miserabile non lo potevamo
trovare, un indirizzo davvero utile fornitoci dal cognato di Nic: Nic
è l’unico della CDM a possedere un cognato. Il campeggio è
piccolo e puzza, quando scende la pioggia si allaga tutto tipo
alluvione del Vajont. Lo subiamo rassegnati come se fossimo delle
comparse di un film surreale tipo Blade Runner.
Il cuore del movimento è una disco vicino
Peschici: una folla che non ti dico, uno sopra all’altro a
zompettare e sculettare, subumani in vacanza sbattuti a sudare. A
farci di kanne mi sembravano
alieni di tutte le razze: mi apparivano indiani, cinesi, italiani,
punk, skinheads, barboni, saltimbanchi, suonatori di sax con
l’heineken, neri, verdi, gialli, filippini, ecuodoregni con gli
zufoli, colletti bianchi, colletti sporchi, poeti, santi, navigatori,
cozze, ficone, giaps, jazzisti da strada, cori gospel, hooligans,
apaches, settimo cavalleggeri, pionieri, Zeb MacHane e la carovana
verso l’ovest, Colombo con le tre caravelle, Little Tony e Fred
Astaiere, ballerine di flamenco, bonghisti, golpisti, alpinisti,
zapatisti, zappatori, Mari Meroli, canzonettisti, sciantose…
Era proprio
buona l’erba di Nic...
Ma l’erba è finita presto, e Nic si è messo
d'impegno a rimorchiare per vitalizzare il resto della scacazzata
vacanza. Io non ne avevo voglia, stavo sempre a pensare a Madda: ma
l’ho dovuto accontentare, un disastro annunciato. Tipo
l’Australiana, una di Sidney in vacanza beccata ad un tavolo di un
bar: se ne stava sola a bere e Nic si è lanciato come missile, l’ha
rincoglionita di stronzate in slang anglo-dauno. L'australiana
ridevarideva, e tanto rideva non perché lui faceva il simpatico, ma
perché alla fine della serata ha rivelato di essere lesbica.
Oppure la Nera, una seduta di fronte a noi sempre
in un bar: a un certo punto è schiattata a ridere di brutto perché
io e Nic abbiamo preso a litigare tra di noi, gesticolando come due
scimmie. Era inglese, con flemma tipica, e non ha resistito a ‘sto
show da cabaret ridendo da non fermarla più. Abbiamo tentato di
attaccare, ma appena ci siamo fatti avanti si è eclissata manco
tenessimo la lebbra.
Oppure le due russe con un fascino che era un
incantesimo, bionde e sedute al bar che ci spiavano, con occhi russi
azzurriazzurri vogliosi di feeling latino: andiamo andiamo e andiamo
andiamo, alla fine ci siamo decisi e ci siamo avvicinati. Avevamo
preso un abbaglio però, le due stavano lanciando segnali di sguardi
a due palestrati alle nostre spalle.
Il ritorno a Foggia poi, un doloroso contrasto,
perché alla folla vacanziera da villaggio globale si contrappone un
deserto da villaggio piccolo piccolo in Piazzetta.
mercoledì 1 agosto 2012
Sotto Spirito
Sarò chiaro.
Questa sera sarò riservato, non dipendente da sogni di gloria impossibili. Non renderò pubbliche le mie angherie personali. Credo di essere chiaro. Scoprirmi non è semplice né conveniente: è però veloce. Sono il tipico esempio di maschio in prestito. Tan e Taeg fissi. A volte sono impopolare, altre volte semplicemente pugliese. Mi piace guardare le rondini, ma non a primavera. Sono un distributore di idee sottosviluppate. Finanzio concetti astratti e non incasso gli interessi.
Ho del potenziale.
Sotto spirito.
Zucchero di Kanna. 63
Abbiamo lavorato sodo io e Nic. Ci siamo fatti
come negri nell’unico lavoro stagionale ben diffuso nel Tavoliere.
Abbiamo dato l’anima per l’Oro Rosso. Abbiamo buttato il sangue
sotto il sole. Era l’unica via per farcela. Dovevamo racimolare
almeno una 500 euri in due, più qualche risparmio tenuto da parte ce
la potevamo fare. In tre settimane abbiamo raccolto la bellezza di
32.217 pomodori, anzi 32.216, perché uno era marcio. Abbiamo le
piaghe alle mani e dolori atroci alla schiena. Ma adesso abbiamo i
soldi.
Per andare in campeggio sul Gargano…
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