domenica 29 aprile 2012

Zucchero di Kanna. 48



È successo di nuovo. E non posso dire che non lo sapevo. È successo al Posto Pomicio, al buio imboscati nella mia macchina. Ci siamo andati senza proporcelo, così, in maniera del tutto naturale, istintiva. La Filosofa ha cominciato a parlare nella sua migliore perfomance enfatica, forse perché già s’era un tantino eccitata all'idea. L’ho abbracciata, baciata/denudata. Lei ha detto che forse stavamo correndo troppo. Ho prontamente replicato che la macchina era ferma: lei ha riso e mi ha lasciato continuare. Si è lasciata accarezzare tutta, leccare il seno, baciare il pelo. Si è lasciata avvicinare dal mio baluardo sessuale.
Che è rimasto moscio come un cachisso.
Lo sapevo...
L’ho riportatata al Bar Haiti, che era aperto. Era già sera inoltrata ormai, e il bar a quell’ora è pieno di extracomunitari ‘mbriachi. Con non poca difficoltà ho tentato di spiegarle quello che era successo. E mica era facile, visto che non riesco a capirlo bene neanch’io. Ma le donne sono intelligenti, e lei ha capito subito, anzi è riuscita a spiegarmi la mia situazione. Ha detto che sono uno molto sensibile, e quando sei fatto così se non ti innamori dell’altra persona hai voglia a tirare che tanto il pesciolone non si rizza. Io ho tirato un grosso sospiro di sollievo, un’altra al posto suo mi avrebbe sputato in faccia.
Mii ha fatto rialzare le quotazioni, ma solo quelle…












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