martedì 10 aprile 2012

Un Qualcuno


Seduto al tavolino del bar, fisso il vuoto. A stento mi sento un Qualcuno. Perdo tempo a calcolare l'inizio e la fine di ogni mio sguardo. Sorseggio l'ennesimo bicchiere di gin liscio, lo porto all’altezza degli occhi: guardo attraverso. Vedo lei, attraverso il bianco liquido. L’immagine è deformata: adesso è piccolissima, poi è sull'orizzonte, sotto di me. I suoi contorni sono evanescenti, vorrei mettermi nudo e tuffarmi nel bicchiere.

Se potessi la berrei.

Lei parla e sorride, al tavolino del bar di fronte. Deglutisco, mi lascio scivolare giù giù nella mia anima. Faccio rafting attraverso l’esofago, termino la corsa nel punto più morto di me.

Se sapessi farlo canterei...


Nessun commento:

Posta un commento