martedì 1 maggio 2012

Zucchero di Kanna. 49



Giugno

Mia madre dice che se continuo a mangiare così male mi verrà il polistirolo nel sangue.

Con Nic Scorreggia ho fatto sedici chilometri su e giù per la Piazzetta senza pescare nessuno. Una serata moscia, così moscia che pure il caldo era moscio. Poi è arrivata Maria A Pacc e loro due si sono messi a parlare di filosofia zen. Nic non ci capiva un cazzo ma faceva sissì sissì con la testa per dovere di amicizia. A me invece mi becca una Pamela triste triste, che bellebbuono mi dice: Vieni con me ho bisogno di parlarti.
Mi porta con la sua macchina dritto al Posto Pomicio, alla Figgiccì. Al buio io resto un po’ teso, questa proprio non la capisco, non so proprio che vuole mo’, visto che era una vita che non si faceva viva.
Comincia a piangere, all’improvviso: ha scoperto che il suo belloccione la tradisce, quello del Mercedes. Piange di brutto come una fontana, dice che gliela deve far pagare, si deve vendicare. E mentre parla di vendetta mi sbottona le brache e mi massaggia il pesciolone, che resta rattrappito come me. La situazione è sull’orlo del tragicomico: le prendo la mano segaiola e la appoggio sul mio petto villoso all’altezza del cuore. Lei capisce il gesto e mi abbraccia e piange più forte.
Ssssh sssh zitta zitta, non dire niente.
Dopo una mezz’ora si calma e abbozza un sorriso amaro, dice: sei proprio un amico.
See, amico una sega.

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