Giugno
Mia madre
dice che se continuo a mangiare così male mi verrà il polistirolo
nel sangue.
Con Nic Scorreggia ho fatto sedici chilometri su e
giù per la Piazzetta senza pescare nessuno. Una serata moscia, così
moscia che pure il caldo era moscio. Poi è arrivata Maria A Pacc e
loro due si sono messi a parlare di filosofia zen. Nic non ci capiva
un cazzo ma faceva sissì sissì con la testa per dovere di amicizia.
A me invece mi becca una Pamela triste triste, che bellebbuono mi
dice: Vieni con me ho bisogno di parlarti.
Mi porta con la sua macchina dritto al Posto
Pomicio, alla Figgiccì. Al buio io resto un po’ teso, questa
proprio non la capisco, non so proprio che vuole mo’, visto che era
una vita che non si faceva viva.
Comincia a piangere, all’improvviso: ha scoperto
che il suo belloccione la tradisce, quello del Mercedes. Piange di
brutto come una fontana, dice che gliela deve far pagare, si deve
vendicare. E mentre parla di vendetta mi sbottona le brache e mi
massaggia il pesciolone, che resta rattrappito come me. La situazione
è sull’orlo del tragicomico: le prendo la mano segaiola e la
appoggio sul mio petto villoso all’altezza del cuore. Lei capisce
il gesto e mi abbraccia e piange più forte.
Ssssh sssh zitta zitta, non dire niente.
Dopo una mezz’ora si calma e abbozza un sorriso
amaro, dice: sei proprio un amico.
See, amico una sega.
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