venerdì 20 aprile 2012

Zucchero di Kanna. 44



Quando mi telefona Mr.Animescion due sono le opzioni: o mi vuole cazziare per un altro mio programma radiofonico venuto da schifo o c’ha una festa da animare e io gli servo d’aiuto. Ci ho quasi azzeccato, perché prima mi cazziea per i miei squallori radiofonici, e poi, facendo leva sui miei sensi di colpa, mi chiede di andare a aiutarlo a una festa: gratis, ovvio.
In questa villa in campagna uno sballo che non ti dico: per gli Altri. La musica pompava pompava a catena, l’alcol scorreva a fiumi. Mr. Animescion subito un po’ sfatto nella testa a causa di un sacco di drink. Io mi sono messo a ballonzolare sotto le mie luci strobo come un tricheco (i trichechi ballonzolano?), un sudore e una puzza sotto le ascelle che non ti dico!
Sul tardi Mr.Animescion, per premiare il mio zelo stroboscopico, anziché sganciare un qualche misero euro mi va a presentare l’organizzatrice di tutto quel popò di bordello, una tipetta piccola e garbata, una tipina fina fina tipo gheiscia. Io stavo un po’ afflosciato, eppoi puzzavo di sudore: comunque le ho chiesto il numero di telefono, così per abitudine. Lei subito l’ha mollato. Quando se ne è andata mi sono chiesto che cosa me ne posso mai fare del telefono di una tipa come quella, tutta puzza sotto il naso (non come quella delle mie ascelle!), tutta lasciami stare, tutta tu non sai chi sono io, proprio quel genere di animale femminile che per una sorta di rivalsa macho ti immagini di scopartela a sangue e lasciarla a terra spaccata in due.
Quando noi veri uomini troviamo una tipa che sa il fatto suo, una che a stile e cultura ti puà insegnare, ci infastidiamo, ci mortifichiamo: e quindi ci vengono i desideri di rivalsa sexcriminale.

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