giovedì 8 novembre 2012

240 Cm.


Sono a 240 centimetri dal mio albero, l'albero che ho scelto per farmici seppellire sotto. Sono circa 150 passi dal bordo bosco verso l'interno, direzione est. Quando morirò dovrà essere Natale, sarà più facile ricordarmi. Sono in leggero anticipo però, è solo novembre. 
C'è pioggia, ne sarebbero contenti i Guns'n'Roses. Quand'ero giovane facevo il falegname, o meglio ero un segaiolo: cioè non facevo un cazzo. Il mio hobby preferito era bestemmiare le madonne: ne conoscevo di varie nazionalità e apparizioni. Mi restano solo 9 cioccolatini, 9 magiche sfere pagate in offerta a 3,90 euro. La catena montuosa sullo sfondo è illuminata da un chiaro di luna che favorisce la descrizione dell'ambientazione. Ci sono riflessi microscopici, saranno 300 luci intermittenti di stelle lontane: una specie di albero di Natale galattico. Vengo qui solo di domenica, a mezzogiorno, ma stavolta ho preferito il chiar di luna: morire di giorno non fa effetto.
Esteticamente non son tanto male, un tempo ero proprio un bel tipo. Tiro fuori dalla giacca di neropanno uno specchietto e mi ci specchietto dentro: mmm, niente male. Il colorito sulle guance è vivo, il gel sui capelli bianchi tiene.
Va bene, mi son convinto: mi suicido l'anno prossimo.

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