Madda ha di
questi contraccolpi. Ci sono momenti magici che riesce a creare, tipo
la telefonata e il tramonto ottobrino, eppoi ci sono bruschi
cambiamenti di faccia, tipo che la incontro al Puzzo e sembra
distante e non sembra neanche quella del Dream Day. Non riesco a
comprenderla, e glielo dico, in un momento in cui casualmente
restiamo appartati. Dice che c’ha una gran confusione per la
testa, che io le ho capovolto un po’ di certezze acquisite. E così
la serata se ne va molto triste, quando la riaccompagno a casa lei è
triste, la notte è triste, è tutto triste.
Mentre mi allontano triste, nella mia macchina
triste, vedo nello specchietto retrovisore un’ombra triste che le
si avvicina mentre apre il portone. Mi fermo triste e preoccupato,
cerco di fare una mezza manovra per tornare indietro, ma nel
frattempo tra i due è già volato uno schiaffo così violento da
sentirsi l’eco nella notte triste. Lascio la macchina aperta in
mezzo alla strada e mi precipito in suo aiuto, ma l’ombra è già
sparita e lei è salita a casa. Le citofono, lei bruscamente mi dice
di andare via, che non è successo niente e tutto è sotto
controllo. Io ci resto come un idiota: non mi resta che rimettermi in
macchina, triste, subire le parolacce di uno che con il suo furgone
era rimasto bloccato dietro la mia e andarmene a casa con una rabbia
megagalattica dentro a tutto il corpo triste.
Non so se quello era ‘sto carabbinero
invisibile, o Nic con i decimi di follia, ma certo è che più vado
avanti e più penso che mi farò male…
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