mercoledì 31 ottobre 2012

Zucchero di Kanna. 88



Madda ha di questi contraccolpi. Ci sono momenti magici che riesce a creare, tipo la telefonata e il tramonto ottobrino, eppoi ci sono bruschi cambiamenti di faccia, tipo che la incontro al Puzzo e sembra distante e non sembra neanche quella del Dream Day. Non riesco a comprenderla, e glielo dico, in un momento in cui casualmente restiamo appartati. Dice che c’ha una gran confusione per la testa, che io le ho capovolto un po’ di certezze acquisite. E così la serata se ne va molto triste, quando la riaccompagno a casa lei è triste, la notte è triste, è tutto triste.
Mentre mi allontano triste, nella mia macchina triste, vedo nello specchietto retrovisore un’ombra triste che le si avvicina mentre apre il portone. Mi fermo triste e preoccupato, cerco di fare una mezza manovra per tornare indietro, ma nel frattempo tra i due è già volato uno schiaffo così violento da sentirsi l’eco nella notte triste. Lascio la macchina aperta in mezzo alla strada e mi precipito in suo aiuto, ma l’ombra è già sparita e lei è salita a casa. Le citofono, lei bruscamente mi dice di andare via, che non è successo niente e tutto è sotto controllo. Io ci resto come un idiota: non mi resta che rimettermi in macchina, triste, subire le parolacce di uno che con il suo furgone era rimasto bloccato dietro la mia e andarmene a casa con una rabbia megagalattica dentro a tutto il corpo triste.
Non so se quello era ‘sto carabbinero invisibile, o Nic con i decimi di follia, ma certo è che più vado avanti e più penso che mi farò male…

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