Ero a
Lisbona, energico, schizzato, cool. Non fiaccato come ora...
Lisbona è
tagliata in due dal fiume Tago, per passare da un lato all'altro devi
attraversare un ponte maestoso tipo quello famoso di New York. Io ero
a sud, la sera attraversavo e andavo a nord. A tarda notte, finito il
giro sbevitorio nei locali, dovevo tornare a sud. Ero giovane e
forte, entravo in macchina e guardavo in lontananza il ponte, sicuro
di me. Il ponte era lì, enorme e illuminato, sembrava chiamarmi.
Partivo sgommando e seguivo le indicazioni “Sul ponte”.
Finestrino aperto, sigarette e ponte all'orizzonte. Dopo mezz'ora di
svolte e semafori finivo sistematicamente sotto il ponte. Macchina in folle, scendevo e lo osservavo, sopra di me: era
impressionante! Con tutte quelle indicazioni, come cazzo avevo fatto
a finire sotto? Irriducibile
ripartivo, sbagliavo le indicazioni e ci finivo sotto un altro paio
di volte: ero esausto quando, dopo ore, riuscivo a imboccare la strada giusta e
finirci sopra, alle 4 del mattino.
Ecco,
con certe donne è così: finisci sempre sotto il
ponte...
Nessun commento:
Posta un commento