sabato 9 luglio 2011

Il Morto

Mi giro supino e galleggio, faccio il morto.

Guardo gli angoli del cielo e del mare da questo strano livellamento di acque fredde nelle mie orecchie.

Sarebbe un po' come avere una morte improvvisa.

Lasciarsi introdurre goccioline insignificanti dentro ogni buco, culo compreso.

Sognare ad occhi chiusi come fanno i cocainomani dopo che hanno pippato.

Come fanno i pusher quando tagliano le loro dosi di polverine.

Sto supino, galleggio e faccio il morto improvviso.

Mi sento padrone assoluto di questa sensazione artefatta.

E' come avere un'emozione completamente nuova fatta di sole forte accecante.

I suoni si ovattano e prendono forme strane un po' alla volta.

E qui, al livello acqua nelle orecchie, sì che sei totalmente solo.

Ti senti nuovo e vecchio come se il tempo si fosse incastrato.

Non hai bisogno più di sopravvivere, ti basta vivere.

Liquefarsi nell'acqua salata è più facile che esistere.

Galleggio come uno stronzo, e sono morto all'improvviso.

Mi sale un'euforia che paragonerei a tre zeroventi doppiomalto più due cicchetti di rum senza pera.

Sotto il pelo dell'acqua non chiedo altro che dimenticare il resto del mondo terrestre.

Qualora avessi perduto il senso delle sensazioni, qua credo che riuscirei a ritrovarlo.

Non ho bisogno di iniettare veleno dentro il mio sguardo.

Non mi serve infettare la mia animanè, di conseguenza, cercare una vita antibiotica.

Guarda mamma, dice una piccola Winx, quel signore sta galleggiando proprio dove ho appena fatto la pipì.

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