L’ho
cercata per mare e monti, l’ho cercata tra pensieri acidi che mi
scrosciavano dentro, l’ho cercata, l’ho fortemente cercata, l’ho cercata ovunque.
Ma non l’ho
trovata, no, non l’ho.
O forse non
l’ho voluta trovare. L’unica mia certezza non era lei,
ma quello che lei rappresentava per me: una vita nuova.
E fresca.
E giovane.
In tutto
questo buio che ho dentro, questo è il solo leggero bagliore
che ne trapela, che ne traspare: aver vissuto grazie a lei una nuova
giovinezza, l’illusione di essere tornati indietro,
all’adolescenza, ai riti tribali, ai sogni di gloria, agli
stereo e alle cassette. Una nuova gioventù bruciata,
lei era la mia nuova gioventù bruciata, mi spianava le rughe e mi
teneva vivo.
Ha fatto la cosa giusta, l’unica che potesse staccarla definitivamente dai resti della mia vecchia vita ormai alla
deriva, quella vita fuori quota e cruda come carne putrida, quella
vita a cui non ero più abituato, quella vita dentro la quale
ero come pesce in un acquario, quella vita stronza, hai voglia a
cercarne di aggettivi: stronza, ecco, il termine giusto.
Stronza vita e stronza lei.
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