domenica 18 marzo 2012

Zucchero di Kanna. 29


E’ arrivata la Pasquetta, che palle. Si è deciso come al solito per il Gargano, la Cidiemme tutta gasata che chissà che grande gita: posto visto/vissuto mille volte.

Ci stoppiamo su una spiaggia vicino Peschici, e qua tutta la Cidiemme si disperde: chi va a cannare, chi va a giocare a pallone. Io non avevo voglia di sfiammarmi, e neanche di pallonare: mi prendo Tina sottobraccio e ce ne andiamo a passeggiare in riva al mare. La sensazione è piacevole, si sta bene e chiacchieriamo come due fidanzatini. Lei mi butta le braccia al collo e mi sbaciucchia, io cerco di fare un po’ resistenza, tipo Edoardo Palomo della famosa telenovela: 'sta cacacazza come ti imboschi si butta incollo!

Al tramonto tutta la Cidiemme si ricompone, chi sudato per il pallone e chi sudato per le sfiammate cannatorie. Ci trovano sdraiati a contare le onde: io, metafisico, quelle del mare, Tina, più grezzotta, le Honda che passavano sfrecciando sul lungomare.


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