martedì 29 novembre 2011

Bambole


C'è un fuoco che circola a senso unico alternato dentro me sprigionando gas di scarico altamente inquinanti. Vorrei atmosfere meno alcoliche e più mozartiane. Qualcosa brucia dentro me, sono gli anni freddi che producono un vuoto siderale. L'anima ha un moto perverso, beve e suda in ogni notte bastarda. Un angelo sadico bestemmia le madonne dopo tre birre rosse: lei è splendida, ha addosso una maschera di ghiaccio che mi confonde tutte le volte che il suo telefonino squilla. E squilla parecchio. 
Vendo e fumo hashish negli angoli più stronzi della città, e una così non l'avevo mai vista, neanche sotto effetto. Questa Barbie colorata non è la solita bambola travestita,  profuma di Allure che corrode i peli delle narici. 
Non è sola o almeno non ancora o comunque non lo sarai mai, visti gli squilli e i messaggi che arrivano sul suo cellulare. Gli odori in questo pub sono asfissianti, provo a lanciarle sguardi taglienti. Ma la mia faccia illusa di smorfie resta delusa dalla sua indifferenza, e sbava dall'angolo destro della bocca. 
Mi basterebbe un po' di benzina per fare un rogo di questo inutile gioco delle intenzioni. Lei resta un affare oscuro, inavvicinabile: non sono attinente al suo mondo. Non posso che andare via,  con le arterie ostruite dal desiderio e una parvenza di adrenalina che finisce  surgelata.
Questo mondo di bambole è peggio di un vietnam...


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