Sono Dinomimmo, tutt'attaccato, così non mi rompono a chiedermi "qual'è
il cognome?". Gli amici mi chiamano dinomì, io mi autografo
dnmmm, perché a Foggia non si usano le vocali. Per campare vendo roba per
fare palazzi. Suono il basso in una rock band ancora senza nome (e
senza gloria). Mi definiscono, i miei fans, uno pseudo scrittore demente e maledetto. Scrivo dark e cupo certe robe ermetiche che capisco solo io. Scrivo
di notte e di giorno non rileggo. Fumo a catena e sbevazzo rum d'inverno, alla
faccia della mia mitralica in polipropilene. I miei scritti sono poco
meno di deliri allo specchio: racconto i miei buchi e le mie
ossessioni. Ho pubblicato nel 2003 Bambini Daun, per quelli della
Palomar: dopodiché è fallita.
Non ho alibi, soprattutto ad agosto e con una donna piantata nella testa peggio di una pallottola.
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