lunedì 10 giugno 2013

Prof Rosa Shocking

Pensieri come nubi tossiche. Meglio starsene dentro un sogno colorato, il cuore a tracolla e fuoco sulla donna che ti annebbia la testa. La vita dovrebbe permettere libero sfogo alla personalità dell’individuo, dovrebbe essere vita e basta, non un corso assurdo di sopravvivenza.
Imbocco il corridoio e infilo una mano nella tasca della giacca. Ne estraggo il ciddì originale N.4, ancora incellofanato e puzzoso di plastica. Lo scandaglio in maniera casual, gongolando come un bimbo col suo giocattolino nuovo. Arrivo a destinazione quasi ansimante linguapenzoloni, Vilcoyote all’inseguimento di Bi-Bip.
Attendo, senza fretta, sorriso ebete.
Sfodero un’occhiata interrogativa nel circondario. Smassaggio due sanguinovirulente asciate sul viso, radabarbetta rasa da poco. Il silenzio del corridoio sottolinea la mia ansia. Una catena di emozioni che non sono vere e proprie emozioni, ma piccoli blocchi di emotività create dal fattore sorpresa. Non te l’aspetti da te stesso una cosa così: per scardinare la routine basta un niente, anche se poi lo stesso tot di niente è sufficiente a ripristinarla taleqquale.
Mi accorgo di lei che, libri sotto il braccio, esce proprio in quell’istante dall’aula. Sorpresa, mi inquadra mettendomi lentamente a fuoco con le sue doppie lenti su montatura rosa shocking.
- Buongiorno prof… Volevo solo darle… questo…
Lei abbassa sulla punta del naso gli occhiali, guarda più da vicino il ciddì originale N.4 che barcolla sul palmo della mia mano aperta.
- Studia Isidoro, domani c'è compito in classe…
Non reggo a lungo l’impatto di quel suo sguardo nero profondo e requisitorio. Una scarica acida di succhi gastrici dallo stomaco mi salgono in gola, pietrificandomi in una difficoltosa deglutizione. Sparo lo sguardo più basso che posso, cercando di celare un certo imbarazzo.
La prof si risistema gli occhiali rosa shocking e con un repentino dietrofront si dilegua.

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