E'
morto, l’ho ucciso.
Un
incubo, immagini deviate racchiuse in un labirinto senza entrate né
uscite. Lui, un alluvione al contrario cominciata non so quando non
so come, nonsoquandononsocome..., in un’età che non saprei ben
collocare nel puzzle della mia vita, un’età non precisa ma
perfettamente diluita in un tempo senza dimensioni definite.
Lui
c’era e basta.
Ritrovarselo
all’improvviso dentro, come se fino a quel momento non fosse mai
esistito, ammettere a me stesso che lui c’era, una presa di
coscienza cresciuta all’ombra del mio Io. Faceva sempre più male,
era da fermare con le buone o con le cattive,
conlebuoneoconlecattive…
Sono
invisibile anonimo non controllabile, ma Sono, non palpabile
dall’esterno, incellofanato alla meno peggio dentro questo errato
involucro di carne, insano lucido cosciente, io Sono, ascorbico
citrico muriatico, al tempo stesso preso dentro luci e ombre,
lucieombre...
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