sabato 16 marzo 2013

Fanculo Poi


Chiusura, notte fonda, locale deserto. Dentro ormai solo io, ansimante attesa.
Stanotte aspettami…, mi aveva detto.
I giochi d’ombra, i corpi di desiderio. Un cenno dolce, mi sedetti timoroso al suo fianco. Mi abbracciò con quanta forza aveva in corpo. Il cuore mi batteva in testa, lei mi avvinghiava, braccia/labbra e lingua collosa. Passione a lungo frenata, veemenza. Mi strappò i vestiti di dosso. Le mie mani sudavano, operaio impacciato al suo primo giorno alla catena di montaggio. Mi prese a morsi affamati, ansimava e mi leccava. Ero all'apice dell'eccitazione, gli occhi furiosi, le luci. Ero accaldato come fosse la mia prima volta. 
Mi strinse di forza, mi portò dentro di lei. Era umida e sudata, i miei movimenti timidi, caldo, tanto caldo e sudore. Mi spingeva dentro, aumentava il ritmo. Ero stordito, volevo piangere, fuggire. Lei divenne furiosa, mordeva il collo, mi incitava. Mi girò, mi mise di schiena sul divano, mi montò sopra e venne in un orgasmo arrabbiato, ululato. Provai una fitta di dolore, le venni sulla pancia piatta. Mi si accasciò addosso, mi disse fanculo: poi, con uno sguardo dolente si rivestì.

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