giovedì 27 gennaio 2011

Io Lei Lei Io (Kiosma)




Sarebbe stato più normale invitarla cena. Sarebbe stato anche più piacevole se mi avesse invitato lei. Una giornata di chiacchiere e sudore giù in spiaggia. Potevo batterla sul tempo. Sarebbe stato più normale e logico un tete a tete di formaldeide, chiusi in cabina a scopare, sarebbe stato figo avere una torbid story. Magari una tipa ultrasupermaritata e depressa. Magari lei la moglie in vacanza il marito in città. 
Prendo tempo con me stesso, in attesa, seduto a un tavolino di un ristorantino all’aperto di Sestri Levante. Non ho fame. Al cameriere algerino chiedo un prosecco fresco. Guardo la folla passarmi avanti. I miei dilemmi. La solita aria, fumoarrosto e cappa di calore. Agli altri tavoli un mix di francoitalici sbevoni ridacchioni. Un gruppettino liverock strapazza Hendrix Clapton Kravitz. Io non ascolto. Il rockfacile si posa pesante sul mio cranio, non sfondando nessuna ragione. 
Caldo (caldo), ufff…
I miei occhi sono radar a luce rossa. Non vedono la mia lei, questa Lei che era in spiaggia. Taglio le visuali a fette, catturo sguardi femminei. La mia Madame è sgusciante. Assumo una postura castigata, di non apertura verso il prossimo. La fisiognomica non aiuta. Forse dovrei alzarmi, rassegnato. Anche qui anche stasera...
Ormai.
Chiedo il conto.
Il cameriere algerino me lo porta, sollevato: cinque prosecchi = venticinque euri...
Chiudo gli occhi mentre mi alzo. Tiro giù un sospiro grigio.
La lascio un euro di mancia e vado via.

Nessun commento:

Posta un commento