lunedì 14 gennaio 2013

Polo Sud


Mi prende alla gola, il sangue che mi ribolle. Il selvaggio che ho dentro. Mi frusto per tenermi calmo, ma senza successo. Mi consumo nella rabbia, sono pila elettrica che non si scarica. Non ho slancio, solo dei vuoti neri. Non ho energia positiva, solo silenzi calcolati. Sono polo sud, carico di furore e incazzature non sfogate. L’aria libera un assolo di tromba del mio vicino di casa, note cariate come gargarismi collutori.
Sono di piombo e mi azzanno alla gola, lupo affamato di carne cruda. La mia vita è rapida inversione a U, è una fuga dai malesseri, dai lamenti, dai dolori nella testa.
Vorrei diventare eroe, allucinato, temporaneamente in attesa. Ho voglia di pregare il mio Dio paraculo.

martedì 8 gennaio 2013

Nemico Dichiarato


Il mio nemico dichiarato è
una gabbia di passioni compresse,
un gioco arrugginito,
Anthony Perkins in Psycho,
atteggiamenti schizoidi,
la società conformata,
i colpi di mano,
i protagonisti dei romanzi,
le fritture con olii leggeri,
la sostanza dei fatti,
le grida disperate di battaglia,
la mossa degna di farmi apparire,
gli eroi dei fumetti,
le buone maniere,
stare fermo,
il lunedì,
la scena che sfugge di mano,
la lucidità necessaria,
i movimenti calcolati,
le maschere facciali,
Hannibal Lecter,
le stupide infatuazioni da ragazzini,
rimanerci tanto di cazzo,
e alla fine,
Eva, quella puttana...

lunedì 7 gennaio 2013

Dimmi Di No


1. quando ti chiedo di farmi sentire un bambino
2. quando ti chiedo di camminare da solo
3. quando mi fai sentire nominato tipo grande fratello
4. quando sono solo e soltanto al secondo caffè
5. quando mi fai sentire come nella notte dei congedanti
6. quando mi fai risvegliare dentro un cartoon di Walt Disney
7. quando mi spieghi che quella canzone parla di una sega
8. quando a guardarti mi fanno male i denti
9. quando non sai chi sono la domenica mattina

dimmi Di no...


sabato 5 gennaio 2013

Un Assolo di David Gilmour


Col tempo le cose cambiano. La piattezza prende una piega diversa da come ci sembrava in certi momenti. Costruiamo alibi per mettere a tacere la nostra coscienza. Non ascoltiamo più i silenzi frustrati, ci vendiamo allo zapping del telecomando. Sforiamo il limite del buon senso alternando suonivoci astratte ad un ritmo nevrotico. L'indifferenza ci fa alterare, la realtà dei fatti ci sbatte in uno stato inguaribile di rassegnazione. Appena le cose prendono una piega fuori dagli schemi ce la facciamo sotto. I pochi movimenti lenti ci rincoglioniscono, la vita è una nigeriana sulla statale. Diventiamo pazzi consapevoli, adeguati alle regole, a tutti i canoni astratti creati dalla quotidianità.
Io la vita la pretendo come un assolo di David Gilmour: e non so manco accordare la chitarra.

giovedì 3 gennaio 2013

Schifiltoselle


La sensazione del lunedì mi perseguita anche quando non è lunedì. Non mi molla neanche quando mi reco in palestra, dalle tipe, cosa che dovrebbe gasarmi. Dovrei avere un atteggiamento atteggiato, tutto volto allo stile e all'attizzamento ormonale. Invece mi presento con un po' di puzza sotto al naso, come quando stai per mangiare controvoglia un piatto che non ti piace.
Dovrei giocarmi le carte della piacioneria, tirare fuori il demente clown che mi dimora dentro. Quel demente giovinastro che spezza le ossa a quelle classiche donzelle schifiltoselle incazzoselle che non sai come prendere, quelle donzelle che manderesti a cagare subito dopo il primo approccio.
Metto il telefono a mollo nel caldo della notte. Faccio girare le palle al malumore e apro le danze. Sudo in palestra a causa di pettorali rammolliti, ma farei meglio a intrufolarmi nella sala dei balli latin: lì potrei misurare la mia scarsa sensualità. Me ne frego delle tipe che danzano latin e della scarsaggine fascinatoria. Avvelenerei tutti col gas nervino. La mia sensualità va ben oltre queste tipe latin, il mio charme se ne fotte delle palestre di donzelle schifiltoselle. 
Certe sere pure le palle hanno le palle a terra.

mercoledì 2 gennaio 2013

Prezzemolo


Apprensione psicopatica.
Non ho alcuna possibilità di raggiungere la luna, devo restare a debita distanza dal bicchiere.
Voglio una pace logica, voglio una pace che mi piace.
Tempo scaduto, sono scondito, senza sapore non c'è par condicio. 
L'ipocrisia è meschina e mi tira manate sulle spalle
L'angoscia mi contagia con risatine forzate, mi pesta come prezzemolo.
Non si ride, non si minaccia, ma devo prima capire. 
Le note di Chet Baker sottolineano l'atmosfera criptica, l'aria è dominante. 
I toni sono sottono, gli sguardi parlano ad alta voce.
Non sappiamo un cazzo di noi due, eppure tu insisti.
Le occhiate rapide sul tuo culo, una limonata scolata come un whiskey.
Non me ne fotte niente del tuo sorriso, non riesci ad aprirmi gli angoli della mente.
Sei una smorfia indolente, un’aria di intolleranza dentro questa mia sera irriconoscibile.
Niente che possa farmi comprendere chi sei.

martedì 1 gennaio 2013

Un Taglio Secco



I battiti cardiaci aumentano di intensità, merda, ringhiano come dobermann pronti ad azzannare chiunque si frapponga tra me e lei. Nella fattispecie quel rospo con la cresta e gli occhi lucidi, sì, l’unico ostacolo è lui, il Rospo: me lo trovo tra i piedi a qualunque ora, merda, col suo sguardo intossicato di paranoia.
Merda!, devo farlo fuori subito quel rincoglionito depresso, perché il suo è un gioco subdolo, un provarci senza aver nulla da perdere, un muoversi con l'unico obiettivo di risolvere i suoi buchi neri dell'anima. Lui la prende per il culo, fa leva sul suo look figoide per sminuirmi agli occhi di lei. Le gira intorno senza fretta di arrivare, gli è sufficiente far sì che io a non arrivi a un cazzo. Forse devo aspettare anch'io, aspettare e aspettare, invece di farmi trascinare in questa ruota perversa di emozioni a tempo determinato.
Non reggerei a lungo, le conseguenze sarebbero un taglio netto e definitivo. Cazzo, come sto combinato: sporco e senza fiato, ma soddisfatto, sì, quello sì, ah ah ah, ora sì che me la rido e me la godo, ah ah ah!
Un taglio secco...
...e definitivo...