martedì 1 marzo 2011

Bairro Alto





Giù le luci.
Uno strùscio e un incessante brusio, concerto/sconcerto imminente.
Parto a sorpresa, sudatissimo, fraseggio di basso ritmato al punto giusto. Poi stacchi burrascosi di Baffo a coprirmi.  I guitar riff sono rapidi ma incespicanti, Verio slitta sulle semicrome, le rincorre. Max, dall'altro lato del palco, infila delle note di un altro pianeta. I suoni distorti delle due guitar sono in piena collisione, il groove prende una brutta piega. Ganzo salta in scena scandendo le songparole, si avvita in una danza acrobatica ma si attorciglia nel filo del microfono.
" In the naaame of looove...", urla Ganzo.
" Puttanaeva!", dice Verio spezzando il mi cantino.
" E' troppo veloce così!", dico io.
" Digli di rallentare un minimo..." dice Max con l'ansia.
" Siete troppo distanti uno dall'altro, per seguirvi vi devo spiare!" dice Baffo.
" One man come in the name of love...".
" Sì, ma se ne va odiandoci, 'sto man..." dice Verio, accordando il mi cantino nuovo.
" Cerchiamo di atterrare senza stroncarci!", dico io.
" Svegliamoci, che stiamo suonando all'indietro..." dice Max.
" Lo uccido io il finale, cazzo..." dice Baffo.
La musica si stronca, scrive nell'aria un qualcosa che è finito. Un unico fischio che crea una fitta e cancella qualsiasi odio latente. Basterebbe adesso unicamente una notte metallica e un motore per stare davvero bene dentro questa chance...


(A Massimiliano: i suoi assoli erano divini, ecco perché è Lassù...) 

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