sabato 11 maggio 2013

Sono Incinto di Vivere


Sono incinto della paura di vivere la vita così come la vivo. Dice che bisogna saper aspettare, e non saranno nove mesi. E poi ancora aspettare, senza fumare, senza stare fumato, senza cercare di evitare di pensare. Che la vita sia un po' stronza lo sapevo già, ma accorgersene ogni volta non mi va.
E ancora gli stessi sogni ripetitivi, stringersi le mani con le mani. Lo stesso identico giorno davanti ai coglioni, che ti porti davanti, proprio come i coglioni, appeso e nascosto. Faccio fatica a crederci in questo giorno coglione, faccio fatica a credermi, sono anche un po' coglione. Non c'è voglia, non c'è neanche voglia di averne voglia. E poi corri nella notte, chiudi gli occhi e pensi che così non ti sei mai voluto: e neanche evoluto.
Ti sembra che ci siano pochi modi per volare, pochi modi per potersi sfogare, pochi lubrificanti per non svalvolare. Uno potrebbe essere suonare rock a tutto volume, ma sei solo e viene fuori sclerotico. La noia brucia ogni giorno, ti fotte ogni istante mancante. E non c'è follia dentro me, finché mi dimentico di me.
Non ti basta una notte, non hai tempo da riempire. C'è una mano che mi prende e mi sbatte forte: poi ti fumi e ti sembra di andartene via.
Ti rincorri mentre scappi, un po' come evadere in silenzio. Questo rock è diventato epilettico, maneggio la chitarra come fosse un po' troia. Brucio volti nel mio volto, e voci senza senso che mi allontanano da me...

(dedicato a quel dinomimmo brufoloso che lo scrisse nel giugno 1985)

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