lunedì 12 dicembre 2011

Zucchero di Kanna.5

C’ho ancora da fare il rodaggio a Radiopace. Stasera ho balbettato in onda tutto il tempo, e meno male che non la ascolta nessuno. Già quando feci il provino balbettai, pensavo fosse l’emozione: e invece balbetto ogni volta che vado in onda, forse perchè sono un poco timidoso. Ma il Caponostalgico in fondo è un amico e mi tiene lo stesso.

Tanto non mi paga.

E’ venerdì.

Il venerdì c’è sempre ‘st’attesa di ‘sto qualcosa che deve accadere e invece non accade mai. La voglia di rompere gli argini è forte, prorompente, e tu non puoi contenerla, devi farla esplodere, convogliare tutta questa energia in una interazione con gli altri, trasmettere comunicare qualcosa per ricevere attenzioni in cambio.

Siamo partiti come se qualcuno dall’Alto ce lo avesse imposto. Ci siamo predisposti a questo raid fuoriporta senza porci troppe domande, perché ‘sto Qualcosa va sempre ricercato a tot chilometri da qua. In macchina Nic scorreggiava com’al solito e non voleva aprire il finestrino e ha impuzzonito tutto l’ambient. Maria A Pacc invece non ha detto manco una parola, stava moscia: mi sembrava un poster di Buster Keaton attaccato al parabrezza posteriore.

Arriviamo a Canosa e andiamo in un pub tutto gagherino dove a noi ci piace di arrivare e fare un casino da branco animale. Artù entra toccandosi frenetico gli attributi, perché l’ambient è stracolmo di fichette. Dice che non scopa da così tanto tempo che se lo sente sfatto come un cachiss. C’è casino nel pub e non si potrebbe entrare, ma a quelli della security non gliene frega niente se stai zeppato come una sardina in scatola e ti fai due coglioni come Polifemo perché non ti puoi né girare né voltare. E quindi ci fanno entrare.

Beviamo come le pezze, Nic già dopo mezzora stava perso perché s’è scolato tutto di un tiro un Angelo Azzurro, e lui l’Angelo Azzurro non lo regge proprio.

Poi quando arrivi al massimo del caos alcolico, il venerdì è già finito. Ti accorgi che nel pub è calato un mortorio desolato e fuori, per strada, non c’è nessuno. Ce ne torniamo a casa bestemmiando forte contro tutti i venerdì di questo mondo e contro ‘sta sfrenata ricerca di questo Qualcosa che è un vero e proprio incubo.



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