giovedì 8 dicembre 2011

Cervaro Bridge Jumping.4


Non c'è nulla da pregare. Ho fatto tutto ciò che potevo, e ho fatto anche tutto ciò che non potevo. Lo sapevo che sarebbe finita così,
ma devi crederci nelle cose, comunque: per non sentirti coglione.

C'è un senso di frescura dentro di me. Erano quattro mesi che mi inseguico, che la inseguivo. E' mezzogiorno, anzi le dodici e dodici, per l'esattezza. E' una primavera improvvisa di odori. Non ho dubbi, voglio annusarli: sanno di alloro. Ho una sola idea nella testa, una sola. Un'idea ben precisa di me. L'ultimo abbraccio è stato al buio. Il primo al sole. Non mi giudico male, e Dio sa che ho ragione. Mi voglio bene anche se a volte non ci sto granchè in questa testa.

Non ho mai avuto paura di me. Mi son rimproverato di tutto ma non c'era nulla per cui farlo. Sentirsi coglioni è la quotidianità, sapere di non esserlo davvero anche.

Il vuoto è sotto di me, ma è così distante. In bilico sul Ponte. Sotto, il torrente che scorre. E' solo acqua, e sempre acqua è: lo dice Piero. Fondale basso. Respiro l'Aria, l'Aria buona che mi ha lasciato lei. Respiro a pieni polmoni, sempre di più. Quel suo darsi erano il mio cielo pulito. Un cielo che non lasciava scie. Ho fatto tutto che volevo, e anche tutto quello che non volevo.

Le ho dato tutto. Ho evitato anche me stesso, a volte. Tra le sue braccia ero Io fuori e dentro di me.

Le notti avevano tutte la stessa fragranza. In macchina, in un buio di colore blu. Le ore che slittavano mi facevano fesso. Lei, adesso che non c'è più, è davvero mia. L'ho brindato fin dall'inizio. Quei momenti son rimasti laggiù al buio, in un lago di rimpianti e rimorsi. E ora voglio vivere, almeno questa volta la Regina sulla mia scacchiera non avrà nulla da temere. Il sole è di un giallo abbagliante, almeno io lo vedo così. Custodirò tutto dentro di me, in gran segreto.

Lei non sapeva dirlo.

Sto accovacciato a gambe incrociate sul parapetto. Le mani che si scambiano la sedicesima camel lights. I pensieri soft e leggeri. La mente aperta oltre il respiro. In equilibrio perfetto, sul cornicione di cemento del ponte. Rivedo la sua faccia, prima della fine dell'autunno. Il suo occhi di un nero immenso. E adesso me li stamperò a caldo sulla pelle. La vita è un attimo. Uno solo. Bisogna prenderlo, anche se difficile.

Lei mi ha fatto vedere me. Mi ha fatto scoprire me. Ha fatto rivivere un Me dimenticato. Non riuscivo più a dormire, ma adesso sprofondo nel sonno con un sorriso.


E' un attimo.

Poggio i miei rayban scuri sul calore del parapetto.

E torno alla macchina.

Il colore di questo sole non mi abbaglia più.

Yellow...


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