lunedì 12 dicembre 2011

Pterodattilo


Certi pomeriggi in casa sono scopate tra odori di noia e raggi di routine pallida, uno sgocciolare di ore liquide che non evaporano mai. Assente, sbracato di prepotenza su qualche side laterale del mio cervello, sblusato dentro una mia propria dimensione sproporzionata. Sbuffi uno dopo l’altro, pterodattilo e voglia di rivalsa contro il mondo scucito.
Mi do una sistematina ai capelli spostando lo specchietto retrovisore, sposto alcuni ciuffetti dietro le orecchie, ne stiracchio altri ribelli sulla nuca. Stringo gli occhi e sulla fronte mi si accentua una ruga come filo spinato, segno che la vita ha già scavato le sue belle trincee.
La mia apatia favorisce le carenze quotidiane della mia vita. Pillole per l’ansia e flaconi e boccette. Taccio, messo in outside da questi silenzi feroci che ruggiscono sottopelle. I modi troppo artefatti e teatrali per riuscire a sortire ancora un qualsivoglia effetto positivo. Per quanto possa valere, il corso degli eventi esorcizzano i miei giorni.
Ormai tra me e Me c'è un muro abnorme.

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