domenica 30 dicembre 2012

Din Don Down



Sono pazza.
Sono già pazza di mio, e ora anche pazza di te. La cosa mi fa impazzire. Vado via da me, mi allontano da me stessa a causa tua. Da tempo non mi ascolto più e mi nego, cerco di darmi ascolto ma non mi faccio trovare in casa. Questa storia per te è un gioco, per me è la vita. 
Non vado via, voglio restare dentro questo feeling provando a ragionare. Venire da te, e venire con te è una notte sporca: mi ci sporco l'anima e l'anima mi diventa porca.
Porca troia, non ci credo a quello che mi succede, non ci provo neanche a dare un senso a tutto questo.
Sono pazza di te, e ci sto impazzendo.
E' come un big bang, una lucida e inattesa follia. Sono la tua ultima e bastarda conquista, per te non cambia nulla, ma per me è uno starnazzare di campane a morto, din don down.
Sono pazza e sono mia, lasciami le mie voglie alcoliche e vattene, voglio vivere sola nel mio drink, voglio star da sola e crepare tutta d’un fiato.
Lasciami bruciare per i cazzi miei, din don, lasciami nel mio down...

Bob Natale

Bob Natale porta dona speciali, solo per Numeri Uno, sulla sua slitta turbodiesel 75ren:

1. notizie dal passato + un presente
2. messaggi shiatzu che possono sushitare perplessità e incertezze
20. eventi
3. amici stretti a chi è di manica larga
4. foto fotogeniche su carta igienica
5. un kit completo per la rianimazione cerebrale
6. bottiglie di vino da bere in circolo
7. l'ultimo cd dei Facebook Brothers
8. una pagina del libro di Jimmy Page
9. tutta la verità su Nomi Cose e Città
10. il nuovo link di Abhram Linkoln
11. la nuova versione di Badoo, criptata dai Flintstones
12. musica nota
13. auguri di buon compleanno firmati dai Maya

E anche questo Natale è stato natale e quale agli altri...

mercoledì 26 dicembre 2012

Vegetale



Quando ti senti perso non devi ritrovarti, ma continuare a cercarti. A volte conosci te stesso da così poco tempo. Sei semplicemente una bestia dentro una gabbia, ti accoppi solo per il mantenimento della specie. Il giorno se ne va a puttane, sei su un'isola deserta della tangenziale. Anche se hai i nervi a pezzi devi pensare alle ossa: quelle ti sorreggono. Devi provare a planare, devi provare a ululare. La vita è fatta di piedi, di idee e di silenzi. Tutto il resto è mosche su un malloppo di merda secca. La testa è un magnete, la vista è la tua purezza, la tossicità è assoluta mancanza di ragione.
Due passi in avanti e uno indietro. La tua ombra ha i suoi occhi, il tuo telefono non è un'arma. La differenza sta nel saper fingere, nel non arrivare all’overdose. 
Stato vegetale.

martedì 25 dicembre 2012

Parole parole parole


Le parole ti prendono alla gola e poi passano di moda. Ti creano l'urgenza, l'ansia, ti si presentano in 40.000 nella testa: e poi non trovi quella giusta. Io, le mie parole, le ho imparate a memoria, soprattutto quelle che sembrano creare un'emozione. Non tutte hanno un interesse, quasi tutte sono a tasso zero. A volte sottocosto, poco assortite; altre mi mettono alla pecorina. Compongo frasi che sono come le offerte natalizie: durano 3 giorni.
Parole sporche, da portare ad una lavanderia self. Parole in questi tempi di crisi, parole che spaccano le palle. Parole senza nuove aperture mentali. Parole che finiscono sul cellulare, magari non lette sul display spento. Parole aperte tutte le domeniche, che quando ti servono latitano.
Non ho parole...

Dubbi


Non ho un buon posto per.
Non ho un buon posto per, che cazzo.
Non so come dire come spiegarmi.
Non ho un buon posto e basta.
Quella prima sera.
Sono stato cazzone: li avevo visti.
Il gufo già volava sul mio cielo come un avvoltoio.
Il mio cadavere.
La putrefazione dei d-u-b-b-i.
I minuti passano.
Il marciapiedi di fronte a me.
Unico pensiero che non riesco a resettare:
Ma io che ci faccio qua?

domenica 23 dicembre 2012

Sono Impotente



Faccio il giro largo per incrociarla. Lei, neanche tanto sorpresa, mi accoglie con un calore contagioso. Mi sento pervaso, glorificato da una nitida sensazione di benessere. I suoi occhi come sangue bollente, emozioni che non provi più da tempo, l'impatto dell’iceberg contro il Titanic.
Ma mi sento impotente, sono impotente.
Sostenere le sue occhiate vogliose, tirarmi fuori dalla mia gabbia, crearmi un varco dentro il quale poter vivere. Queste sensazioni mi sfuggono di mano, non capisco. Non mi capacito, sono cotto a fuoco lento. E' un giocare sporco, lei il mio alibi, la distorsione della realtà delle cose.
Ho paura di sprofondare, sono un verme a stare qua, adesso, senza pudore.
Qua, adesso…
- Stai cercando un alibi… - disse lei, quella sera.

sabato 22 dicembre 2012

Donna Peppapig



Mi dice al telefono “Ti vengo incontro verso la chiesa”. Me lo vedo arrivare nel buio dei semafori lampeggianti, si nasconde dietro ad una donna che gli cammina davanti. Lo abbraccio, mi sorride con quel taglio di occhi che mi fa a fette.
Nello shop Beauty and Beauty mi dice “Scegli un profumo per me”. Supervisioniamo le bottigliette colorate sugli scaffali, con finto interesse accademico. Gli porgo una boccetta insignificante con sfumature kitsch, costo euro 1. La squadra, con aria soddisfatta, dice “Bellissimo, mai avuto un parfum accussì”.
Nel suo salotto prepara il caffè, mentre io guardinga scandaglio sul web le offerte di Pasqualino Belloccio, noto negozio di scarpe della provincia. 
- Ti piacciono queste? - sono davvero fighe, alte grigie scamosciate e con la zeppa. 
Bellissime, mai viste delle shoes accussì...
Beviamo il coffee e fumiamo sigarette a valanga, mentre comincio a desiderarlo e a sudare sotto le ascelle. Fa un cazzo di freddo qua dentro, e poi lui ha le mani magre e gelide.
Si allontana e va verso il ripostiglio, lo seguo incuriosita con uno sguardo inclinato. Torna con una merendina al cioccolato. La sconfeziona, la mette su un piatto: è una Kinder Delice, la mia preferita. Da un vecchio cassetto tira fuori una candelina usata, la infila sulla Delice, la accende.
- Buon compleanno... - sussurra – Soffia...
Io rido e soffio, la spengo con un colpo solo alla Tex Willer. Poi lui la taglia in due e la mangiamo come fosse la torta più buona del mondo.
- Che te ne pare? L'ho fatta con le mie mani.
- Bellissima – dico io – mai assaggiata una Delice accussì.
Si siede sul divano, freddo, accende la tele, mette su Cartoonito, assume una postura altera e composta, come chi sta per seguire un'opera lirica. E' appena cominciato, il cartoon di Peppa Pig, il suo preferito. Per dieci minuti lo guarderà in trance,
Poi riprenderà a fissare me.

martedì 18 dicembre 2012

3 Giorni alla Fine Del Mondo

Mancano 3 giorni alla fine del mondo, anzi 2, è scattata la mezzanotte. Non avrò rimpianti nello scrivere tutto ciò che lascio dopo la mia morte ( a chi non so, data la catastrofe prospettata dai Maya). Tuttavia, qualora qualcuno sopravvivesse, quello che di me troverà sarà:

un 45 giri dei Rolling Stones, graffiato sulla side B: non dirò il titolo per non fare pubblicità
l'ultima scatola vuota di preservativi, usata nel settembre del 98 quando ancora le donne mi si compiacevano
un manifesto contro l'onanismo sfrenato, regalatomi dagli amici del corso di ostetricia
il mio terzo romanzo scritto apposta per essere pubblicato post morte
il microfono usato da Sting ad un suo concerto, comprato con garanzia a un negozio di cinesi
il mio primo rasoio bilama, usato per la mia prima rasatura a 25 anni
una lacrima sul viso, di una qualche madonna maremmana, vendutami da Bobby Solo
un giornale quotidiano foggiano pieno di foto di monnezza
le due tazzine di caffè sporche dall'ultima volta che mi piombò in casa lei
la formula segreta, da me elaborata, che smentisce la teoria della relatività (che sia giusta è relativo)
un quadro di Monet da me copiato uguale uguale
la giacca rossa che Freddy Mercury indossava la sera che scrivemmo We Are The Champions
la collezione completa di Sentieri in 615 videocassette
il mio piumone caldo caldo alto 15 centimetri di importazione tedesca

Ma se davvero rimanesse qualcuno, vorrei che mi dimenticasse...

lunedì 17 dicembre 2012

Il Prescelto


Impazienti occhiate verso di loro, fermi in strada uno di fronte all’altra: l’inizio della mia ossessione.  La bocca di lei devolveva parole per lui prive di significato, un gioco di frasi sintetiche ma efficaci, mai dirette, sempre meno equivoche.
Ero a distanza di sicurezza, padrone di me stesso, sicuro di non essere io il prescelto, se un prescelto c’era.
Rigido guardavo dritto davanti, nessuna alternativa visiva se non quei due corpi a sesso alternato. Si affannarono per nove minuti a cercare, incomprensioni e contrapposizioni. Poi si fecero di silenzi. E uno strattone. Lei si divincolò senza neanche tanto sforzo, senza aggiungere nulla si incamminò verso di me.
Fu quella l'unica volta che mi sfiorò.

sabato 15 dicembre 2012

Zucchero di Kanna.102 (Finale)


TODAY, NIGHT

Sono stanco e non me la fido, è tardi e son quasi le due. Mi alzo dalla sedia, spengo Facebook spengo pc, una faccia sfatta da paura. Ciabatto annoiato e penso che sarebbe bello mo' potersi accendere una bella sigaretta. Ma col cazzo, il cardiologo m'ha detto in slang tutto medicale: non stronseggiare col fumo! Mi tocca masticare una cicca, veloce, gusto menta inviperita: è Capodanno, per cui masticherò cicche per tutto l'anno.
Che palle.
Due e trentacinque, sto tutto rintronato. Stanotte tutti hanno fatto casino, sparato razzi trictrac e bombe a mano, buttato giù dai balconi monnezza lavatrici piatti mobilia, e mo stanno accasciati sui letti a cercare di arripigliarsi. Io invece da ore sparato sul pc, su Faccialibro.
Giro nel buio di casa, sconvolto dal silenzio, non me la fido, non ho sonno, sono solo stanchissimo. Provo a infilarmi nel letto.
Lei dice: Era ora che venissi a letto...
Sbuffo, dico: Che palle...
Lei si gira dall'altro lato, accalorata e sudata: Chiudi gli occhi, non pensare e dormi.
Che palle, non ci riesco.
Quasi quasi riaccendo il pc e riprendo a chattare...


venerdì 14 dicembre 2012

Zagor Femmina


Certi giorni sembra di prendere per il culo i desideri. Mi dico: li esaudisco o no? Si, no, si no, poi quelli slittano via e non li ritrovi per giorni, poi ricompaiono, mi fanno toc toc e mi ricordano che sono sempre là. Mi sembra come quando da ragazzino aspettavo con ansia la fine del mese, quando correvo in edicola per vedere se fosse uscito l'ultimo numero di Zagor. Cominciavo giorno 1, "E' uscito Zagor?", "Noooo..." mi rispondeva l'edicolante scazzato. E poi giorno 2, e poi 3, e poi 4 etcetera, finché non arrivava 'sto cazzo di ultimo numero di Zagor: andavo in visibilio, lo afferravo vorace, me lo accarezzavo, guardavo in terza di copertina quale sarebbe stato quello di prossima uscita. Me lo coccolavo, d'inverno me lo tenevo al caldo e aspettavo un po' prima di cominciare a leggerlo: poi lo divoravo in mezz'ora e, puf, ansia e desiderio tornavano in letargo fino all'inizio del mese successivo.
C'era una sola pecca  in quei fumetti, a pensarci bene: Zagor sarebbe dovuto essere femmina...

giovedì 13 dicembre 2012

Zucchero di Kanna. 101



È la vigilia di Natale, l’allegria delle feste natalizie a casa mia si butta: c’è tutta la famiglia di mio fratello, moglie e bambini piccoli che urlano, c’è mia zia che ride senza che nessuno capisca per quale motivo, c’è mio zio che gira la frittura mista e mentre gira s’infila in bocca notevoli quantità di polipetti. Mia madre s’incazza con mio zio, che è suo fratello, ma lui la deride.
Io me ne sto chiuso nella mia camera, con la chitarra in mano, che sono un italiano e allora lasciatemi cantare, tutta la mia disperazione e solitudine. Dopo un po' arriva il mio nipotino più piccolo, che sfonda la porta e comincia a picchiare cazzotti sulla chitarra e io urlo a mio fratello di venirselo a prendere prima che l’ammazzo. Mio fratello arriva e dice che sono il solito esagerato, e intanto mia zia continua ridere, tra tre ore più o meno nasce Gesù, Cristo!, mio zio si è pappato tutti i polipetti, la moglie di mio fratello allatta il pupo alla sua tetta bella gonfia, mia madre accende la televisione, e buonasera signore e signori, questi i programmi della serata, e mia zia ride per i programmi della serata, e mio zio attacca le triglie a tutto spiano, mia madre gli dà una padellata sulla mano, il mio nipotino torna alla carica coi cazzotti sulla mia chitarra, e la tettona di mia cognata, e le triglie, e buonasera signori e signore, e natale, il capitone, la vigilia, l’allegria, il dolore e driiiinnn…. Driinnnn!
Drin?
È per te, dice mio fratello, da Amsterdam.


/ma poi nn mi hai più chiamato da quella volta...
/tu nn mi hai chiamata mai...
/è vero, sono stato uno stupido... Nn mi hai più detto nulla di Marta...
/nn ha più senso adesso...
/torni?
/qualche volta in agosto...ci vediamo magari la prossima volta?
/occhei...il Puzzo nn c'è più, andiamo in Piazzetta ti pago un caffè nero bollente...
/magari andiamo al Bar Haiti, che sta aperto...


martedì 11 dicembre 2012

12 Pillole Sulla Felicità


1. meravigliati delle piccole cose: infatti nudo mi guardo allo specchio e, notandolo, mi meraviglio
2. vivi con leggerezza: facendo attenzione d'inverno, raffreddori e bronchiti sono in agguato
3. aiuta gli Altri: soprattutto a far loro capire che anche tu sei un Altro
4. leggi molto: anche senza capire, come fanno in tanti
5. limita la tv: ho detto limita, non imita, smettila con quei capelli alla Paolo Limiti
6. ama il tuo lavoro: se sei disoccupato ama la tua disoccupazione
7. fai movimento: ma non in chat
8. affronta le tue paure: l'IMU non ti manderà più in panico
9. credi in te stesso: ma anche in te steso, una buona dormita non guasta
10. stai vicino alla tua famiglia: è una comodità mamma che ti lava i panni
11. lasciati guidare dal cuore: un controllo a cardiologia ti tiene al riparo dalle sorprese

12....

Be' la 12 non c'è, perché è quella più vicina alla realtà, e la conosciamo tutti:la felicità è solo una questione di culo...

domenica 9 dicembre 2012

Zucchero di Kanna. 100



Tra un po’ mi verranno le stimmate. Sono sull’orlo del martirio. Tutte le mattine al Puzzo a fare le pulizie: pulisci i tavoli i cessi il bancone la cucina i piatti i bicchieri, uuuuf! Mi sdreno e mi si accavallano le ossa. Tutti i pomeriggi dormo, perché sto a pezzi. Mia madre mi guarda fiera perché finalmente un lavoro ce l’ho e non le chiedo più gli euri 10 fissi ogni giorno. In più ha notato che non torno più la notte tardi e/o tutto imbriaco.
Dalle sette in poi prendo servizio al pub: spillo spine, servo ai tavoli, riempio ciotoline di aracnidi/mozzarelline/panzerottini, neanche il tempo di fumarsi una sigarettina. Ogni tanto arrivano Maria A Pacc e Geronimo felici come due pasque, Maria che mi sbaciucchia perché è contenta del fatto che c’ha il feeling e che almeno un amico non è emigrato, e cioè io, che mi faccio il culo quadrato in questa bettola. Ogni tanto viene la Bovina, che mi vede col vassoio in mano e ride, e io fingo di ridere con lei, mentre penso che a questo mondo il cancro viene sempre alle persone sbagliate. Ogni tanto viene Tina, che mi chiede come sto, tutta finta preoccupata e io lo so che in fondo non gliene frega niente ma di contro neanche a me me ne frega di lei. Ogni tanto viene Pamela, di nuovo tutta mototruccata, perché ha rimorchiato con un altro bestione col macchinone, e mi tartassa di logorrea cronica. Ogni tanto viene la Scoria e mi nascondo, ma lui mi trova lo stesso e io mi faccio il segno della croce. Ogni tanto viene Rosa Pajella, e mi mantengo fermo col vassoio sennò lo so che mi crolla tutto. Ogni tanto viene Capo Schizzato di Radiopace a propormi di fare certi programmi alternativi, ma poi mi vede stanco e scoglionato e pensa che è meglio se si trova un altro party partner migliore, che poi non ci vuole molto.
Vengono tutti questi, tutti meno che Lei...

sabato 8 dicembre 2012

Zucchero di Kanna. 99



I treni vanno, vanno express; mi sono sempre rimasti impressi i treni che vanno, mai quelli che tornano. È una strana maniera che ha la mente di registrare le cose che ci circondano: o in senso negativo o positivo, mai una via di mezzo, o bianco o nero, mai grigio.
L’express per Milano è arrivato: li abbraccio forte forte, amici così non ne troverò più. Mi sento triste come un capitone che sta per essere scuoiato a Natale. Raff e Nic salgono a prendere posti negli scompartimenti, sistemano i borsoni eppoi si affacciano al finestrino ad aspettare che gli dia la mia benedizione. Siete due bastardi nel sangue, gli dico, e spero che a Milano non trovate un cazzo di lavoro, neanche il peggiore, e che Artù si rompa così tanto a tenervi tutto il santo giorno davanti alle palle da mandarvi affangulo e rispedirvi giù, brutti figli di puttana, che non si fa questo all’amico, cazzo! Nic sorride, dice che appena sistemati come si deve li devo andare a trovare, così tuttinsieme ci andiamo a sbronzare come pezze milanesi ai Navigli. Raff invece non dice niente, allunga una mano e mi chiede un cinque che non finisce mai. Il treno finalmente parte, mesto y liento.
E non ritorna.

venerdì 7 dicembre 2012

Donne Screensaver


Certe donne sono come uno screensaver: vanno in standby se inattive, e si riaccendono al primo tocco. Ne conosco di irrequiete, di vibranti, di vibrate da vibratori. Quelle appassionate di musica, quelle che con loro è tutta un'altra musica, le sognatrici le disilluse, le trentenni di un'altra generazione, le quarantenni di questa degenerazione, quelle vogliose di vivere, quelle vogliose di crescere, quelle vogliose solo di bere, quelle commoventi e scanzonate dei balli di gruppo del sabato sera, quelle amareggiate da una vita che non sanno cosa vogliono di più, un amaro Lucano?, quelle intriganti in chat e amebe dal vivo, quelle intriganti in chat e ancora di più dal vivo, quelle divertenti che si divertono a divertirti, quelle fedeli, quelle zoccole, quelle che leggono libri in inglese, quelle che non leggono manco un libro in italiano, quelle da grande successo, quelle da grande cesso...
Certe donne sono salvifiche, altre solo fiche.

domenica 2 dicembre 2012

Orgasmo del Maiale



C'è un vuoto assoluto, fanculo. Ho la serata bloccata. Dovevo uscire con una tipa, una tardona cosìecosì di una quarantina d'anni. Dovevo accompagnarla fuori per una cena, avevo anche prenotato un tavolo all'Orgasmo del maiale, un ristorante dove si mangia da luss. Prenotato io ma pagava lei, la vegliarda abbottata di soldi. La questua per il suo orgasmo era stato pattuito a euri 200 (più magnata gratis, come già detto). Solo che questa mi manda un sms verso le 16 e disdice, 'orcatroia. Ho dovuto richiamare all'Orgasmo del Maiale e disdire, facendo anche relativa figura di merda. C'avevo pure un'altra tipa che da un po' mi filava, ma avendo questo appuntamento con la vegliarda l'ho lasciata in sospeso. Dovrei vendermi ai maschi, quelli col cazzo che disdicono un appuntamento orgasmatico. Le donne invece al primo intoppo si tirano indietro, rientrano in loro stesse e si rifugiano e cicli psicologici di tipo mestruale. Ho fatto delle foto l'ultima volta, le ho messe sul web e hanno riscontrato successo: credo cha piacciano le mie pose sadomaso.
Faccio da troppo tempo 'sta vita ormai. Sempre ad assecondare capricci di trasgressioni di donne avvilite dalla routine familiare, sempre pronto ad assecondare la voglia che hanno, 'ste donne d'oggi, di andare fuori dai binari della retta via.
Ma da un po' di tempo a questa parte ho voglia di evadere anch'io: voglio innamorarmi...

Zucchero di Kanna. 98



Ho preso servizio al Puzzo. Visto che stavo sempre piantato qua, invece di rimanere spiantato mi sono fatto assumere come cammarero: in nero. Cammarero in nero. Non ti dico com’era contenta mia madre!, che ha sempre detto che nella vita non servo a niente, e adesso almeno servo a qualcosa: servo ai tavoli. A combattere con tutti i capricci allucinanti dei clienti finisce che mi esaurisco, ma così riesco a non pensare a Madda... Ogni tanto me le immagino, loro due, che passeggiano per le vie di Amsterdam e mi perdo, faccio cadere qualche birra, mi becco l’urlo del Capo e torno a riempire i vassoi di patatine panini pizze birre e coccacole.
Sul tardi tardi arrivano Nic e Raff, spenti peggio di me. Ma il bello è che loro non hanno possibilità di cambiare canale come me, che combatto contro i clienti e mi dimentico i guai che c’ho. Loro al massimo se ne possono stare sbattuti al banco, con le occhiaie che arrivano a terra e le palle pure. Mi guardo attorno e, quando mi accorgo che il Capo non mi osserva, gli passo un paio di birre aggratiss, ai miei ultimi amici rimasti, eppoi mi spillo una rossa pure io. Loro si guardano negli occhi e mi chiedono di brindare.
A che?, chiedo io, perchè penso che nessuno dei tre c’ha qualcosa a cui brindare. Alla nostra partenza, dicono loro.
Alla nostra che?, dico io sgranando gli occhi.

sabato 1 dicembre 2012

Zucchero di Kanna. 97



Solito venerdì, solito Qualcosa da cercare; e allora si va fuoriporta verso terre baresi, soliti pub e solite atmosfere che non saranno per niente calde per niente adrenaliniche.
In macchina ci ritroviamo da soli io e Nic. Stiamo zitti, anche se ci siamo riavvicinati dopo gli ultimi chiarimenti. Ma siamo abbastanza trapanati sentimentalmente, perché una come Madda per Nic è difficile da scordare, e penso che per lui chance non ce ne siano più (e per me?). Dovrà trovare un'altra che gli faccia battere il cuore, e io lo so com’è difficile! Per cui ci facciamo tutto il tragitto zitti come due cataplasmi, nell’autoradio girano gli Ucciù con la loro domenica sanguinolenta e il loro nome dell’amore: è proprio una colonna sonora adatta, perché io guardo il buio che scorre fuori dal finestrino e vedo tutte le ultime immagini di Madda che mi son rimaste dentro, e lo riconosco il nome dell’amore. Nic invece fissa la prospettiva della strada in un modo da paura, sembra che le curve non le veda, sembra che sta percorrendo una strada tutta sua ma dentro a sé stesso, senza riuscire a trovare una scorciatoia.
Quando arriviamo a Canosa e ci infiliamo nel pub, mi rendo conto che anche la CDM sta cambiando. I tempi cambiano, le cose non sono più le stesse: non ci bastiamo più, c’abbiamo tutti bisogno di maturare e di mettere i piedi per terra, cominciare a smontare tutti gli stupidi castelli in aria e pensare a guardare in faccia la realtà anche se è nuda e cruda.
Non si ubriaca nessuno, niente canne, niente urla, niente vomiti, niente risse fuori dai locali. Solamente una implosione dentro di una forte carica esplosiva, che prima o poi schizza fuori e tu la devi direzionare bene, sennò finisci per farti male.

mercoledì 28 novembre 2012

Zucchero di Kanna. 96



Mia madre dice che non ha parole...
Era ora...

Pronto, Rosa? Ciaooo, senti un po’ volevo sapere… no, non so niente della festa, che festa?… aaah, stasera?, non lo so se vengo perché… noo, non è per questo, tu lo sai… ma che c’entra, mica devi venirmi a prendere per forza tu, vengo da solo, con la mia macch… nooo, sto facendo un esempio, però non lo so se veng… e vengono tutti, me lo immaginavo… e anche Nic… tranquilla, ci siamo chiariti con Nic, anche perché… noooo, non abbiamo fatto a mazzate, nooo, chi te l’ha detto?… deflettore rotto?, no, ti sbagli, quello me l’ha rotto… vabbè, lasciamo perdere… senti Rosa, volevo sap… vediamo se vengo alla festa, Rosa, non lo so… ROSAAAAA!!!!!!, E FAMMI PARLARE PORCAEVA!!!! Ohhhh, allora voglio sapere se conosci certi amici di Madda a Amsterdam, se per caso c’hai un numero di telefono dove posso… no?, possibile? Ma non siete amiche tu e Madda? Ah, quella stravede solo per… vabbè, è una situazione strana ma… una situazione che va avanti da?!? Veramente?… o mammamà, senti Rosa… noooo, non lo so se vengo alla festa, cazzo Rosa!… e vabbè vengo, porcoggiuda!!!

martedì 27 novembre 2012

Lei è Una Troia



Quando ci penso rido.
L'ultima volta che ci ho pensato è stato ieri, un lunedì grigio come tutti i lunedì. Quando rido poi ci ripenso. L'ultima volta che ho riso è stato 27 giorni, 4 ore e 16 minuti fa, un lunedì leggermente diverso da ieri. Invece l'ultima volta che ho urlato è stato... non me lo ricordo, ma di sicuro era un lunedì, un lunedì uguale agli altri ma diverso.
Lei è una troia.
L'ultima volta che sono andato in panico è stato giusto un momento fa, un momento grigio come tanti altri. Un panico da tutto e da niente, uno di quegli attimi in cui vaneggia la mente e ti mente. Ti nasconde qualcosa, la mente.
Lei è una troia.
Le mie tentazioni pungono, sono spade, siringhe infette. L'ultima volta che l'ho fatto è stato stamattina, nel bagno. Mi violento in un angolo, grigio come un lunedì, grigio come una toilette.
Lei è una troia.
Nessuno sta ad ascoltarmi. L'ultima volta che sono stato ascoltato da qualcuno è stato al Centro: dottore e paziente. Ma dottore, è Lei che è paziente con me, no? 
Mi voglio stupire, e per stupirmi devo colpire. Non ho il coraggio di colpire gli altri, quindi colpisco me. Dovrei reagire, provare a uscire.
E lei, solita troia, la mia eroina, salverà il mondo.
Sono in down e mi manchi sai?

Zucchero di Kanna. 95



Al Puzzo Maria A Pacc trova Geronimo che l’aspetta, e così i due si vanno a imboscare alla Figgiccì, mano nella mano. Li invidio, che anche un supereroe vorrebbe tenere la mano alla sua supereroessa.
Sul tardi arriva Tina, mi si affianca e comincia come al suo solito a raccontare di suoi ex e a farmi il filino piano piano. Ma Ciofek ha il colpo in canna, ha l’arma segreta: con due frasi cinico/depresse mette cappaò la gatta morta. E’ inutile che ci riprovi cocca, Ciofek c’ha il cuore a pezzi e non vuole fare il simpaticone con nessuna, tantomeno con te. Pussa via, anzi pussate via tutti, che se vi esterno la paranoia che c’ho dentro vi mortifico tutti!


/chattina mia?
/eri davvero innamorato?
/nulla era impossibile. E tu lo eri?
/Vuoi fare Freud, anzi Raff, dopo tutti questi anni?
/naaa, volevo solo farti sbilanciare un po'...
/hai qualche frase sofisticata delle tue pronta per l'occasione?
/sì, ho giusto qui un bacio Perugina


domenica 25 novembre 2012

Zucchero di Kanna. 94



È arrivata stamattina. Stavo nel letto con ancora qualche decimo di febbre e di freddo e di raffreddore. Me l’ha portata mia madre: una cartolina da Amsterdam. Dice: Siamo venute a trovare degli amici, ne approfitto per riflettere a fondo, dovevo farlo, per te, per Marta (l’Amicafriz, n.d.r.), e quando tornerò spero di avere le idee più chiare.
Mi è venuto un nodo alla gola. Mi metto a sedere sul letto. Muoio di gelosia. Amsterdam… come suona densa di speranza questa parola…

Scantinato, altra riunione di condominio. Stavolta c’è pure Nic, che sta triste perché gli ho raccontato della cartolina col messaggio di Madda e il fatto che a lui non abbia scritto niente lo mette fuorigioco e lo fa stare giù.
Insomma che facciamo che non facciamo co’ ‘sti Cancabaia, chiacchiere chiacchiere senza riuscire a trovare una soluzione per farli sopravvivere ‘sti Cani che non Abbaiano Più. Anche ‘sta storia volge verso un triste final, si chiudono i battenti, lo Scantinato lo liberiamo, che andare avanti a buttare soldi per il fitto da chiedere a mammà, per tenere in vita tutto l’arsenale senza suonare, è pure un peccato.
Mi guardo alle spalle e per attimo vedo quello che sono stato in quello Scantinato: un supereroe della chitarra, Ciofek, col mio mantello nero mi porto via l’ampli e mi viene da piangere.

sabato 24 novembre 2012

Questo Strano Bazar



Quelle notti te le aspetti senza sorprese, arrivano talmente uguali a mille altre che ne resti sorpreso. Sono notti con cui non ci puoi giocare, stai scavato dentro e ti sembra che sia lei a guidarti: la notte. Ti sembra di essere immobile dentro attimi nudi, da raccogliere in un album e custodire gelosamente. Ti senti un semaforo verde, che nessuna rispetta: tutte si fermano come se fosse rosso. Sono notti da  fuga a piede libero, una corsa umida come uno sputo dentro uno sputo di bar.
Il senso di tutto questo è un non senso, procedere senza logiche in questo strano bazar della mente è una prerogativa umana. Basterebbe il tocco di una donna, di quelli che lasciano un profumo, ma di cui prima o poi se ne perdono le tracce. Sono alterato, alternato in giorni più o meno musicali ma in diesis: io in diesis non ci torno. Ci vuole energia, energia pura, senza fiamma senza suoni senza colori, e per quanto rockeggiante io la cerchi, per quanto samba io la veda, la notte scivola via sempre uguale...



Zucchero di Kanna. 93



Risponde la segreteria telefonica di Madda... Se volete lasciare un messaggio parlate dopo il bip. Biiiiipppp…:
Madda! Madda! Ma dove sei finita, Madda!, si può sapere?, sono due giorni che ti cerco, Madda!, fatti viva Madda!, che dobbiamo parlare, assolutamente, adesso lo so
che cosa ti succede dentro Madda!, ma parliamone, ti prego Madda!, chiamami…
Madda!

E’ scomparsa.
E io pure. Medito piani di guerra, bombe al napalm, incursioni aeree. Qualcuno deve pagare, qualcuno è colpevole del mio feeling scomparso, qualcuno dovrà morire, che certe volte la muerte è l’unico rimedio. O almeno non mi viene in mente nient’altro. Almeno fino a quando non riuscirò a parlarle, porcoggiuda!
Al Puzzo ci ritroviamo io e Nic, amici di nuovo nella malasuerte, e poi arriva anche Raff. I Pirati nel Covo dei Mortificati. E stasera l’alcol non basta, ci vuole qualcosa di più: c’è sempre voluto qualcosa di più nella vita, ma stasera ci vuole qualcosa di più del di più. Nic tira fuori l’erba e ci bruciamo la testa. Andiamo di fuori, davanti al pub, e grazie alla solita impalcatura del restauro saliamo sul tetto del palazzo. Da qui le stelle sembrano più vicine, e io lo dico, a alta voce, che le stelle forse da quassopra le possiamo finalmente toccare. Ma subito Raff mi smonta, dice che quello è solo l’effetto dell’erba: così fatti che risolviamo?, quando torneremo lucidi cosa sarà cambiato veramente?
Dal tetto del palazzo in ristrutturazione si tocca il buio, e il freddo, e la pioggia sottile. C’è l’atmosfera giusta per stare male e sentirsi peggio; c’è anche un mal di schiena per lo sforzo del free climbing e un raffreddore che sta per arrivare.
C’è che ho lasciato sulla sua segreteria un miliardo di messaggi. Niente. C’è che anche Nic le lasciato messaggi. Niente. C’è che mi sento acido sgasato guasto, guardo giù dal tetto ed è come se mi guardassi dentro, nel buio-freddo-pioggia che avverto dentro me.
C’è che ho trent’anni. Trentamila anni. Tre milioni di anni. Tre miliardi di anni.

domenica 18 novembre 2012

Oroscopo


ARIETE
potrai conciliare una difficile fase con lei, magari ricordandole i momenti migliori trascorsi insieme, soprattutto quando lei usava la sua carta di credito e non la tua
CANCRO
portala in luoghi dove non sei mai stato con nessuna: da evitare quindi tutte le piazzole di sosta della tangenziale
BILANCIA
potresti ricevere da parte sua un atteggiamento ostile, ma non devi preoccuparti: ha solo scoperto che ti masturbi sotto la doccia
CAPRICORNO
i tuoi dubbi e le tue incertezze potrebbero aumentare, perché temi che lei ti nasconda le cose: l'importante è il nascondiglio sicuro dei giornali porno
TORO
lei ti farà un'improvvisata veramente piacevole: fai dunque spazio nell'armadio
LEONE
ti si presenterà un'occasione irripetibile, dovrai stare attento a non lasciartela scappare: leggi bene il volantino dell'Ipercoop
SCORPIONE
la partner capirà le tue esigenze e lascerà tranquillo: finalmente il bagno sarà tutto tuo
ACQUARIO
avrai l'opportunità di fare nuove conoscenze importanti per il tuo lavoro: arriveranno calze a rete firmate e passamontagna in pura lana
GEMELLI
potresti ricevere accuse ingiuste e gratuite: per usufruire dei domiciliari potrai avvalerti della facoltà di non rispondere
VERGINE
potrai concederti viaggi di lusso e svaghi con donne bellissime: ah ah ah, anche a noi dell'Oroscopo piace spararle davvero grosse
SAGITTARIO
gli influssi planetari rendono molto positivo il settore affettivo: ma solo sett'ore, poi basta
PESCI
farai un piccolo viaggio con la persona amata, oppure un piccolo incubo con la persona armata

Io non credo agli oroscopi: penso che ognuno sia in grado di scrivere il proprio, e con un po' di coraggio e fantasia anche di leggerselo...

sabato 17 novembre 2012

Zucchero di Kanna. 92



Nic compra due birroni da trequarti a una bancarella e prendiamo a sorseggiare glugluglu dentro la sua macchina. Aspetto che si confessi, perché mo’ è la resa dei conti, deve chiedermi scusa e darmi delle spiegazioni logiche.
Ma lui non dice niente, solo che sta di merda da quando Madda non si è più fatta viva con lui, e che mi seguiva perché era sicuro che io la incontravo e così almeno la rivedeva, che lui per Madda sta fuso di brutto. Mi dispiaccio effettivamente per quest’abbandono, e un po’ mi sento come lui. Glielo dico che da un po’ anche io sono stato abbandonato, che non riesco più a reperirla, e gli racconto pure del carabbinero che non esiste. Lui dice che lo sa benissimo e pensa che quella è una cosa inventata da lei per nascondere una storia torbida. Mi stupisco e Nic si stupisce che mi stupisco, dice che lei sta facendo pure a me quello che ha fatto a lui, e cioè illuderlo illuderlo per poi sparire. Ma almeno, dico io, io per quanto posso stare male non vado in giro a spaccare deflettori né a menare schiaffi sotto i portoni delle persone! Nic mi guarda strano e mi chiede di che cazzo sto parlando: io glielo leggo negli occhi che non sta mentendo, Nic è mio amico da sempre.
Allora in un attimo rispolvero tutte le scene contorte del feeling con Madda e tutto mi sembra lampante, porca miseria!
Siamo due coglioni Nic, due coglioni che neanche se ci fanno un monumento alla coglionaggine può bastare...

giovedì 15 novembre 2012

Quando Sarò Cadavere


Quando io sarò cadavere:

1. capirò di aver svelato un mistero a me stesso
2. capirò di non esser stato un eroe
3. non sarò stato bravo a risolvermi
4. non avrò scritto un altro romanzo
5. avrò cambiato punto di vista sulla vita
6. avrò risolto il mio problematico rapporto col mondo
7. penserò che qualcuno ha solo spento la luce
8. non farò domande ai miei vicini di tomba
9. comincerò un viaggio intollerabile
10. mi sentirò finalmente adulto
11. sarò orgoglioso di essermene andato con un po' di rumore
12. mi dissocierò dal mio io dissociato

Quando io sarò cadavere sarò un cadavere molto empatico.

martedì 13 novembre 2012

Il Mondo è Pieno di Peli



Il Mondo è pieno di peli.
Ha un'aria troppo vaga per riuscire davvero ad entrarci. Me ne accorgo da certe espressioni davanti allo specchio, da certe sue smorfie, da certe sue atmosfere intontite. Per essere a tema, e riuscire a ballare in questo Tempo, mi rigiro e piroetto, ammiro il mio corpo ultrapiatto ultramagro. 
E intanto il Mondo se ne sta nel suo giardino, io in mutande, lui in giardino. D’estate, disteso sull’amaca a fissare il mio vuoto e a disegnare un cielo approssimativo sulla mia testa. Mi prende lo sconforto quando noto sul suo petto nudo che qualche pelo comincia a sbucare. Io provo fastidio per i peli, i miei e quelli del Mondo: mi danno prurito. 
Mi chiudo in bagno a rasarli, i peli, stando bene attento a non lasciarne neanche uno. Ma quelli del Mondo restano lì, e mi danno noia.

Zucchero di Kanna. 91



Ritorno allo Scantinato a suonare da solo, come un Canechenonabbaia: non resisto molto. Ma di tornare al Puzzo e/o in Piazzetta non se ne parla, non ho voglia di vedere Rosa Pajella o la Bovina o Tina, voglio Madda e basta, del resto del mondo me ne strafrego.
Ma lei non c’è. E io resto a terra, sgonfio come un pallone bucato.


Stasera siamo andati al cinema, io Geronimo e Maria A Pacc. Non sapevamo a che santo votarci stasera, e allora ci siamo votati a santo Eddie Murphy, che almeno ci siamo fatti due risate e ho dimenticato per un’oretta tutte le traversie ignobili della mia vita. Avrei voluto che ci fosse stata anche Madda, ma lei continua a latitare, e ‘sta storia che non riesco più a beccarla mi fa impazzire, perché non capisco che cosa sta succedendo.
Quando usciamo dal cinema Geronimo e Maria A Pacc se ne vanno a imboscarsi alla Figgiccì, e io resto da solo, non so che cazzo fare né dove andare. Mi infilo in macchina e comincio a girovagare a vuoto per la city, sigaretta in bocca e stomaco contratto per la solitudine. Ci metto dieci minuti ad accorgermi che una macchina mi segue: io giro a destra e quella gira a destra, io giro a sinistra e quella gira a sinistra, fino a che mi rompo di brutto, fingo una svolta brusca e invece inchiodo, e quella per poco non mi tampona. Schizzo giù dalla macchina e mi butto a peso morto verso lo sportello inseguitore, lo tiro fuori di peso, è Nic, lo sapevo che era lui. Gli urlo in faccia che cazzo vuole. Lui resta un po’ mortificato, dice che è meglio se andiamo a bere qualcosa insieme. Io per un minuto spengo la mia rabbia.

domenica 11 novembre 2012

Il Sabato Dei Finocchi


Mangiar finocchi insaporisce il palato. Bere un bicchiere di vino artigianale aspro, subito dopo, lo rende più gustoso. Da qui il modo di dire "infinocchiare".
Non lasciarsi infinocchiare il sabato;
ingredienti:
1. un sabato qualunque un sabato italiano
2. una donna che ti piace
3. un bicchiere di vino aspro
4. due finocchi
Evitare di mescolare gli ingredienti a cazzo di cane. La giusta sequenza è:
i finocchi
il vino
la donna che ti piace.
I finocchi beatificano il palato per poi gustarsi il vino (aspro), e poi la donna (magari aspra anche lei). A degustare prima il vino, ci si ritrova il palato intontito, quindi non adatto a godere dei finocchi né della donna: tutt'al più si usufruirebbe della donna da finocchi.
Ergo:
prima i finocchi, poi il vino, poi la donna.
Se sei una donna non porti problemi con la sequenza: comunque sia puoi infinocchiarlo e/o ubriacarlo. 

giovedì 8 novembre 2012

240 Cm.


Sono a 240 centimetri dal mio albero, l'albero che ho scelto per farmici seppellire sotto. Sono circa 150 passi dal bordo bosco verso l'interno, direzione est. Quando morirò dovrà essere Natale, sarà più facile ricordarmi. Sono in leggero anticipo però, è solo novembre. 
C'è pioggia, ne sarebbero contenti i Guns'n'Roses. Quand'ero giovane facevo il falegname, o meglio ero un segaiolo: cioè non facevo un cazzo. Il mio hobby preferito era bestemmiare le madonne: ne conoscevo di varie nazionalità e apparizioni. Mi restano solo 9 cioccolatini, 9 magiche sfere pagate in offerta a 3,90 euro. La catena montuosa sullo sfondo è illuminata da un chiaro di luna che favorisce la descrizione dell'ambientazione. Ci sono riflessi microscopici, saranno 300 luci intermittenti di stelle lontane: una specie di albero di Natale galattico. Vengo qui solo di domenica, a mezzogiorno, ma stavolta ho preferito il chiar di luna: morire di giorno non fa effetto.
Esteticamente non son tanto male, un tempo ero proprio un bel tipo. Tiro fuori dalla giacca di neropanno uno specchietto e mi ci specchietto dentro: mmm, niente male. Il colorito sulle guance è vivo, il gel sui capelli bianchi tiene.
Va bene, mi son convinto: mi suicido l'anno prossimo.

domenica 4 novembre 2012

Zucchero di Kanna. 90



E facciamo ‘st’altra riunione di condominio allo Scantinato, che tanto ci si riunisce in tre gatti ormai, io Raff e Maria a Pacc, a tirare le somme di un anno suonativo finito a taralluzzi e vino senza riuscire a quagliare niente di buono. A Nic non l’ha invitato nessuno...
Decidiamo di tenere l'affitto dello Scantinato un altro poco, giusto per tenere viva l’illusione della rock band, anche se, effettivamente, da quando Artù è andato via, e da quando con Nic è cominciata la guerra, i Cancabaia non sono stati più gli stessi. Già prima non eravamo il massimo, figuriamoci adesso che siamo ridotti ai minimi termini.
Finita la riunione di condominio passiamo per il Puzzo. Tento di beccare telefonicamente la mia Madda ma non la trovo, per cui finisco per imbriacarmi di brutto insieme a Raff, che con lui ultimamente ci intendiamo bene a sofferenze. La serata si esaurisce sulle spalle di Maria A Pacc, nel senso che lei è rimasta lucida perché è felice del suo feeling geronimiano e ci ha sopportati che piagnucolavamo sulle sue spalle.
Mi manca il mio Dream Day…
E mi sento spento, è da un po’ che non la vedo: al telefono non risponde più, ma dove cazzo è finita?  

sabato 3 novembre 2012

Gli Elefanti



Generalmente ‘sta strada è piena di ricchioni e puttane, ma stasera ce ne stanno pochi: eccoli là, che sbattono i piedi a terra per il freddo. Qualcuno prova a fermare qualche macchina di curioso, che quelli non mancano mai, qualcun altro ha acchiappato il porco di turno e se lo va a spompinare qua dietro, in una stradina sterrata che sembra fatta proprio per noi.
Stanotte tengo voglia di parlare, mi voglio sfogare e parlo da solo, come un pazzo. Ho un buco di parole proprio qua, sulla lingua:  puoi vederlo pure tu che mi si è seccata a forza di stare zitto.
Al nord ci sto da un anno. Ho pochi amici, e quei pochi che ho non lo sanno il mestiere che faccio. Il mestiere che faccio non lo sa nessuno, neanche giù, anzi giù al sud sanno che lavoro come elettricista. Qua, al nord, dicono che si sta bene, si mangia e si beve e il lavoro ce n'è per tutti. Ma intanto io quando sono venuto qua a stare da un mio compagno mica lo trovavo il lavoro. Mi sono sbattuto da tutte le parti, niente. Il fatto è che io fin da bambino c’ho avuto storie da trauma, perché c'era un mio zio che mi portava con lui in giro, per la campagna sua, e mi dava dei soldi se giocavo col suo coso. A quei tempi, quando ero bambino, non sapevo cos'era quel coso, pensavo a una proboscide come gli elefanti. Quindi adesso non mi fanno schifo, certi uomini: e neanche gli elefanti.

giovedì 1 novembre 2012

Zucchero di Kanna. 89



Da quando Artù se n’è andato su al Nord, e da quando con Nic non scorre buon sangue, la premiata ditta Cancabaia & Co ha chiuso per ferie. Non è che in questo periodo sono in grado di dare il massimo, con tutti ‘sti casini che mi stanno succedendo. Sono riuscito a stento a scrivere una song nuova dal titolo: ‘Ste Cazze Di Stelle Dove Sono? La musica suonata mi ha un po’ fatto le palle quadrate, con tutte ‘ste fantasie mitomani da rocchettari di provincia che finora non ci hanno mai portati su un palco, co’ ‘sta vita foggiana stupida e inutile fatta di giri a vuoto nella Piazzetta a salutare quattro coglioni che a stento conosci, con mia madre che sta sempre a dirmi che devo trovare subito di corsa un lavoro, co’ ‘sta città di merda che l’unico lavoro che ti offre è fare il cameriere o cogliere i pomodori o tagliare l’uva a meno che non sei megaraccomandato per prendere un posto al Comune o nella Monnezza.
Questo mio maledetto feeling non funziona, il cuore batte da Dio, ma le situazioni si ingarbugliano sempre di più: ‘sto carabbinero che nessuno ha mai visto ma aleggia come un fantasma, l’Amicafriz di Madda che orbita attorno a lei in una maniera troppo equivoca, Nic che non so più che cosa sta inseguendo, Non so se ci sarà una soluzione a tutta ‘sta storia, quasi quasi mando tutto a fangulo e scappo via pure io.
Sto un po’ Dan oggi.

mercoledì 31 ottobre 2012

7 bello


1. continua pure a guerreggiare contro il tuo passato: guerreggerai comunque anche col presente, che diventerà un ulteriore passato contro cui guerreggiare
2. quello che gli altri pensano di te sembra che non ti riguardi: ma ti riguarda, eccome se ti riguarda
3. il tempo non guarisce un bel niente: dare tempo al tempo significa altra perdita di tempo
4. la ragione della tua felicità dipende da te, ma rileggi i punti 2 e 3 e fatti una risata
5. non devi paragonare la tua vita a quella degli altri: in alternativa puoi paragonarla al nulla o a Dio
6. devi smetterla di pensare, troppi pensieri stressano e fanno male: come dire beati quelli con l'Alzeimher allora...
7. sorridi sempre, i mali del mondo non sono tutti i tuoi: salvo aprir bocca e ricordarsi le 2 capsule rotte e niente soldi per il dentista

L'unica cosa che davvero puoi fare, per stare bene, è: vivere tutti i giorni come dentro un supermercato, a far la spesa leggendo bene le etichette.

Zucchero di Kanna. 88



Madda ha di questi contraccolpi. Ci sono momenti magici che riesce a creare, tipo la telefonata e il tramonto ottobrino, eppoi ci sono bruschi cambiamenti di faccia, tipo che la incontro al Puzzo e sembra distante e non sembra neanche quella del Dream Day. Non riesco a comprenderla, e glielo dico, in un momento in cui casualmente restiamo appartati. Dice che c’ha una gran confusione per la testa, che io le ho capovolto un po’ di certezze acquisite. E così la serata se ne va molto triste, quando la riaccompagno a casa lei è triste, la notte è triste, è tutto triste.
Mentre mi allontano triste, nella mia macchina triste, vedo nello specchietto retrovisore un’ombra triste che le si avvicina mentre apre il portone. Mi fermo triste e preoccupato, cerco di fare una mezza manovra per tornare indietro, ma nel frattempo tra i due è già volato uno schiaffo così violento da sentirsi l’eco nella notte triste. Lascio la macchina aperta in mezzo alla strada e mi precipito in suo aiuto, ma l’ombra è già sparita e lei è salita a casa. Le citofono, lei bruscamente mi dice di andare via, che non è successo niente e tutto è sotto controllo. Io ci resto come un idiota: non mi resta che rimettermi in macchina, triste, subire le parolacce di uno che con il suo furgone era rimasto bloccato dietro la mia e andarmene a casa con una rabbia megagalattica dentro a tutto il corpo triste.
Non so se quello era ‘sto carabbinero invisibile, o Nic con i decimi di follia, ma certo è che più vado avanti e più penso che mi farò male…

domenica 28 ottobre 2012

Zucchero di Kanna. 87



Adesso, quando vedo che in giro ci sta Nic corro a spostare la macchina, il deflettore nuovo mi è costato centoventicinque carte che mia madre non mi ha voluto dare e allora sono stato costretto a andare a fare una settimana lavorativa alla pizzeria di suo cugino a fare il cameriere in nero. Il brutto di tutta la faccenda forse non è il fatto che il mio migliore amico è diventato il mio peggiore nemico, non è il fatto che mi ha sfasciato la macchina per colpa della stessa donna: è che per fare soldi facendo il cameriere per ricomprare quel cazzo di deflettore quasi mi venivano le vene varicose!
A parte questa dovuta e dolorosa constatazione, oggi davvero ho vissuto un Dream Day: mi ha telefonato Madda! Con una scusa ha cominciato a parlare di cose futili, poi piano piano siamo entrati in una conversazione molto soffice, molto leggera, molto intima. Da non credersi...
La sera, con lei al telefono, è diventata dark, più dark dei miei anniottanta, quando da adolescente mi vestivo di nero e ai giardini giravo sempre con la maglietta dei Sister of Mercy, promettendo mazzate ai metallari e ai rockettari. La telefonata è a lume di candela, fatta di occhi negli occhi anche senza vedersi, atmosfere crepuscolari tipo suoni dei Psychedelic Furs, sogni a colori senza inizi e senza fine, e felicità palpabile, perché la felicità è questa, stare con lei al telefono tra silenzi e sussurri e sigarette e risate.
Sto sdraiato sul mio letto e ascolto la sua voce con la cornetta appiccicata all'orecchio, che si è fatta rossa, ho la recchia stanchissima ma sono beato, perché lei è un vento e una nuvola, e mi parla attraverso le fessure degli occhi.
Quando chiude tiro fuori un sospiro angelico da innamoratone. Accendo una smoke, vado alla finestra. Alzo le braccia al cielo e mi sento come un Abba,. The winner takes it all. Fuori ci sta un tramonto ottobrino, non l’avevo mai visto. C’è poca luce. C’è poco rumore. C’è poca vita.
E c’è anche Nic in macchina: mi sta aspettando, ma io non scendo. Mi viene una fitta al cuore. Ecco: quando sei felice non fai in tempo a pensarlo che già ti devi ricredere.


/chatti?
/pronta a tutto ormai...
/vuoi psicanalizzarmi a quest'ora di notte?
/ma che dici? vuoi parlare di Freud?
/naaaa, te lo ricordi Raff?



Il Silenzio


Il silenzio è una sigaretta che non brucia, un'auto che non passa, un messaggio sul cellulare che non arriva, un posacenere sporco che non si svuota, una telefonata che non parte, una t-shirt sulla sedia, una voce che non sussurra, un onomastico che non si festeggia, una pioggia che non ti bagna, un dedalo di vie che non si snoda, un cornetto senza crema, un muro senza crepe, un'etichetta non più leggibile, un piano sempre più inclinato, una mente che non s'inquina, un sole che non si inchina, un volo che non decolla, una nota permalosa che non esce dalla chitarra, una canzone degli UB40 che non è reggata, un'opzione che non si manifesta...
Ora basta, sssshhhhhhh....

Zucchero di Kanna. 86



Quando siamo entrati nel Puzzo, io e Raff, li abbiamo trovati in piedi vicino al bancone che parlavano animatamente: Madda con un pathos piuttosto fine, non proprio completamente presa, Nic invece abbastanza inferocito. Non ci hanno visto entrare, e io mi stavo subito buttando nella mischia per fare il culo a tarallo al mio amicone del cazzo, solo che Raff mi ha trattenuto e mi ha portato fuori. Ha detto che era meglio imboscarsi e aspettare tipo 007 dauni.
E così ci siamo occultati dietro le macchine posteggiate e abbiamo aspettato per più di mezz’ora. Madda è uscita con una certa fretta, si è infilata in macchina ed è sgommata via. Subito dopo è uscito Nic, che si è guardato attorno, si è infilato in macchina sua e è sgommato via pure lui. Quindi per forza di cose pure io e Raff ci siamo ficcati nella mia carrozza e abbiamo seguito Nic che seguiva Madda. Mi sembrava una situazione al limite del parossismo.
Madda se n’è andata a casa sua e Nic dietro a controllarla, a controllare che, poi? L’ha guardata salirsene a casa sua e poi è rimasto fermo al buio come un fantasma con due occhi allucinati. Io e Raff a ‘sto punto abbiamo pensato che quest’altra puntata di Starsky e Hutch era finita, senza averci capito un cazzo.

sabato 27 ottobre 2012

Malavoglia



Mi sveglio piano, non del tutto. Non lo so se te ne stai lì sorniona a far finta di dormire. Abbiamo mangiato i cipster sul letto ieri, bevuto birra, saltato fino a notte fonda. E' stato bellissimo, ma adesso, all'alba mi ascolto respirare. Non mi esaspero, abbiamo ancora del tempo fino alla prossima notte. Tiro un sospiro, lo specchio dell'armadio è lucido, il mio riflesso opaco. 
E' un altro giorno identico ad un altro, perché sto qui a letto a parlarmi da solo. E' una malavoglia, ora e qui, a far sembrare ciò che non dovrebbe sembrare. Noi siamo a volte ci neghiamo del tutto, dormiamo poco e viviamo in corsa. Gli occhi rossi di una notte sballata, stare bene è peggio che star male.
Quella voglia indescrivibile è tornata a nascondersi, si sbatte si cerca si dimena dentro di me. Non so ancora come si vive una notte giusta. 
Di malavoglia, la pianto qui.

Concediti Un Sogno



Se vuoi star tranquillo, se vuoi davvero pensare, se vuoi investire, se vuoi non restare immobile, allora concediti un sogno...
Se vuoi un'alternativa, se vuoi essere sconveniente, se vuoi non essere un cuore in affitto, se vuoi decidere, se vuoi trasformarti, se vuoi scappare dalla tua rata mensile, se vuoi diventare proprietario di te stesso, allora concediti un sogno...
Se vuoi passare attraverso, se vuoi valorizzarti, se vuoi bruciare l'economia, se vuoi avere tempo, allora concediti un sogno...
Se vuoi andare lento, se vuoi avere interesse, se vuoi avere tendenze, se vuoi far spesa al mercato, se vuoi vivere l'esigenza, se vuoi farne un caso personale, allora concediti un sogno...
Se vuoi puoi, ma se non vuoi, allora, concediti un incubo...

Zucchero di Kanna. 85



Muoio di voglia. Vorrei chiamarla ogni sei secondi. Vorrei aspettarla. Vorrei che entrasse dentro me senza dire niente. Vorrei poterla guardare senza dire niente. Vorrei poterla mangiare viva. Vorrei incontrarla in un prossimo paradiso. Vorrei che fosse mia senza tempo né spazio né destinazione...
Me ne vado tutto solo nella notte verso la mia macchinuccia, che ho lasciato parcheggiata vicino ai Tre Archi. Ho girovagato nel deserto a vuoto, senza trovare nessuno: e poi Rosa Pajella si lamenta che non mi incontra mai in Piazzetta! Quando arrivo alla macchina trovo il deflettore spaccato. Porca puttana, vuoi vedere che si sono fregati lo stereo? Entro e mi siedo sui detriti del vetro rotto, infilo la mano sotto il sedile e sorpresa!, l’autoradio c’è.
Ma, allora?
Lo vedo solo in quel momento il foglietto nastrizzato sul cruscotto, un foglietto che c’ha su un lembo il logo del Puzzo, e su cui c’è scritto: Complimenti Casanova…
Questo evento inatteso mi riporta indietro nel tempo, a quand’ero piccolo: mi piaceva accendere il televisore verso le cinque del pomeriggio, e il televisore, a quell’epoca, era una sorta di cassapanca enorme in bianco e nero. La Rai non trasmetteva a tutte le sante ore, e c’era solo la Rai, niente Canale 5 niente Italia 1 niente Telefoggia, solo la Rai, che apriva i programmi non prima delle sei. Io accendevo alle cinque e stavo per tutto il tempo a fissare il formicolio sullo schermo, m’incantavo a guardare quelle interferenze e adoravo quel ronzio elettronico privo di significato.
Se ci ripenso adesso a quella mia mania, mi rendo conto che forse dentro di me quel formicolio mi dava il senso del mondo, di come girano le cose: cioè che ti ronzano attorno senza definizione e senza senso e tu stai lì tutto il tempo a cercarci un significato. Se mi sentisse Raff adesso, altro che Freud.
Invece mia madre dice che ero rimbambito già da allora.

venerdì 26 ottobre 2012

Ho Ucciso il Buio



Il mio è un Giorno dilatato. La mia vita, per intero, è un Giorno cominciato al buio e molto lontano dal terminare. La mia diversità sovverte le regole, quelle regole non scritte che hanno costruito una invisibile corazza di ferro attorno al mio Io. Non posso farci nulla, sono cieca dalla nascita. Mi animo di coraggio quando suono Debussy al piano: le note mi prendono con forza, arrivano non so da dove e non so perché, e mi sento viva, e cosciente, e illuminata. Contro tutte le facili retoriche, contro i moralismi senza essenza, contro questa città e contro la sua gente e contro i suoi colori sbiaditi, colori che non vivo ma che sento. I colori del mondo sono dentro i tasti bianchi e neri, tutti i Mondi possibili arrivano dalle mie dita che scorrono sulla tastiera, musica che sbatte contro i tristi pensieri, contro tutte le stanze chiuse, contro il Vuoto e contro questo cielo mai visto... 
Dicono sia blu, il cielo: non so come sia, il “blu”, ma io lo sento in in Si bemolle. Il cielo è in Si bemolle, la voce di mia mamma è in Do, di settima quando è allegra, di quinta diminuita quando s'incazza.
Io suono, e sono viva. 
Suono come tu mi vedi.

giovedì 25 ottobre 2012

Le Chiare Regole Della Seduzione


1. Digli sempre, quando lo lasci, che lo fai a malincuore e per il suo bene
1bis. se non lo lasci digli che lo fai a malincuore e per il suo bene
2. non dire mai con chi sei né cosa fai né cosa vuoi
3. fallo correre, fallo correre!
4. dagli appuntamento in chat e non farti trovare
4bis. fatti trovare in chat ma non dargli appuntamenti
5. digli che in serata sei libera ma poi non rispondergli al cellulare
5bis. rispondi al cellulare solo se non sei libera
6. quando ti dà il suo numero di telefono fai finta di niente
7. prendilo in contropiede quando meno se lo aspetta
8. tra bitter bianco e bitter rosso scegli il rosso
9. accendi e spegni le luci a tuo piacimento

In amore non si vince e non si perde: si pareggia

Zucchero di Kanna. 84



Le seguo a distanza, sono appena uscite dal Puzzo. Madda accompagna l’Amicafriz a casa sua, mette la macchina in folle, si abbracciano... Dopo un attimo Amicafriz scende, Madda riparte senza voltarsi. Le sto alle costole con difficoltà, lei zigzaga veloce tra le vie del centro, prende traverse a destra e sinistra e a destra, muy muy rapida, devo sudare per starle dietro col mio catorcio. Poi si ferma ai giardini di Piazza Padre Pio, spegne le luci. Mi fermo anch’io a debita distanza, osservo incuriosito. Lei tira giù il finestrino e con un braccio mi fa cenno di entrare nella sua macchina.
Ma, ma, dice a me??!?
Come zerozerosette faccio schifo, allargo le braccia rassegnato e la raggiungo nella sua auto. Non faccio in tempo a salire intimorito che mi acchiappa con forza e mi sbatte contro il finestrino. E’ incazzata, forse. Io balbetto, non so che inventarmi per giustificare che la seguivo; ma lei mi avviluppa tipo polipo e per un quarto di secolo buono rischio di farmi soffocare dalla sua irruenza. Poi, in un attimo così rapido che mi sembra impossibile che l’abbia fatto, mi ha baciato. Un lungo bacio fatto di lingue e braccia e ensamble sensuale da farsi venire l’infarto. Io vado in orbita con la testa ribellata, tanto che quando lei mi butta fuori dalla machina, così, senza aver avuto il tempo di dire bah, ci resto tramortito.
La guardo andare via, impalato ai bordi dei giardini e della notte, preso in contropiede da questo feeling che sembra possibile e impossibile allo stesso tempo. E mentre fisso imbambolato il punto della strada da dove è andata via lei, vedo sul marciapiedi di fronte Nic che sfumazza, la sua macchina parcheggiata a due passi, l’occhio torvo che mi fissa e le braccia appese ai fianchi...

lunedì 22 ottobre 2012

Zucchero di Kanna.83



Con Madda l’Indiana mi sembra un disastroso tentativo di fare tombola, e oggi ho fatto ambo. L’ho chiamata al telefono per l’ennesima volta, le ho detto di getto che volevo uscire con lei da solo, da soloooo!, senza né Nic né la sua Amicafriz tra le palle. Lei c’ha pensato su un attimo e ha detto sì!
La vado a prendere a casa sua alle nove in punto, lei abita da sola e questa è un’altra ottima notizia. Le faccio scegliere il posto dove vuole andare, lei opta per un pub fuorimano, perché capisco che non vuole incontrare né Nic né tantomeno l’Amicafriz né altra gente che.
Seduti al tavolo uno di fronte all’altro sbevazziamo drinks, e io proprio non resisto, resto folgorato da quei suoi due occhioni nerineri che non riesco a spizzicare una parola. All’inizio parla sempre lei, parlaparla, ma di cose futili, ma a me sembrano degli argomenti interessantissimi. E poi a crudo mi chiede cosa voglio da lei, e io resto come un prosciuttone. Mi sbilancio, glielo faccio capire che mi sono preso una sbandata seria per lei, e anzi, piano piano riesco a aggiustare il tiro e le chiedo sparato come vanno le cose col carabbinero. Lei si fa pensierosa, dice che non vuole parlarne, e quindi ne so meno di prima.
Quando la riaccompagno a casa lei è ancora pensierosa, e io mi venderei l’anima per sapere cosa pensa.
Se ne va senza dire niente, mentre io resto a respirare pesante.

domenica 21 ottobre 2012

Ponte



Ero a Lisbona, energico, schizzato, cool. Non fiaccato come ora...
Lisbona è tagliata in due dal fiume Tago, per passare da un lato all'altro devi attraversare un ponte maestoso tipo quello famoso di New York. Io ero a sud, la sera attraversavo e andavo a nord. A tarda notte, finito il giro sbevitorio nei locali, dovevo tornare a sud. Ero giovane e forte, entravo in macchina e guardavo in lontananza il ponte, sicuro di me. Il ponte era lì, enorme e illuminato, sembrava chiamarmi. Partivo sgommando e seguivo le indicazioni “Sul ponte”. Finestrino aperto, sigarette e ponte all'orizzonte. Dopo mezz'ora di svolte e semafori finivo sistematicamente sotto il ponte. Macchina in folle, scendevo e lo osservavo, sopra di me: era impressionante! Con tutte quelle indicazioni, come cazzo avevo fatto a finire sotto? Irriducibile ripartivo, sbagliavo le indicazioni e ci finivo sotto un altro paio di volte: ero esausto quando, dopo ore, riuscivo a imboccare la strada giusta e finirci sopra, alle 4 del mattino.
Ecco, con certe donne è così: finisci sempre sotto il ponte...

Vaffanculo crepa



Non sto qui a fare calcoli, voglio che tu legga questo messaggio alle 3 di notte: buona l'atmosfera...
Quando è cominciata? Quando hai acceso questa luce? Tu lo sai? Neanche io. Certe cose cominciano e basta, non mi frega sapere quando né dove arrivano: mi interessa sapere perché. E quando un perché non c'è allora mi preoccupo.
Le donne, per me, sono solo di tue tipologie: quelle che crepano e quelle che non crepano.
Tu crepi.
Non in quel senso, non fraintendermi...
Ci sono quelle che le vedi, le frequenti, poco o molto non importa, ma non sortiscono alcun effetto. Altre che ti creano una crepa, magari piccola, che sta lì e resta una crepa che non si chiude mai. Poi un giorno il destino ti mette davanti una domanda: vuoi provare a vedere se questa crepa si allarga? A primo impatto sei sorpreso, dici no, chemmifrega, restasse crepa, che tanto non mi cambia la vita. Ma questo lo dice la testa, te lo ripete di continuo. Finchè poi parla la crepa, e ti dice: vaffanculo prova...
Ho provato.
Comunque vada resterà una crepa.

mercoledì 17 ottobre 2012

Tuttoperte



Se mi vuoi

mi faccio 28 lavaggi prima di uscire
bevo un Ace tutto d'un sorso
metto spray alla candeggina sotto le ascelle
tratto il cuore con l'ammorbidente
divento gentile con un dosafacile
ti porto tutti giovedì in coloreria
ti regalo il mio ritratto di Dorian Grey
metto la felpa in panno di microfibra
impacchetto il sesso col Domopak
compro la carta igienica maxi
ti canto Foxy Lady a palla
diventi la mia elite senza veli
guardiamo i cartoni dei Puffi e Hello Kitty
usiamo le pentole col coperchio
ti compro gli assorbenti Lines Ultra
ti presto il mio bilama Bic per raderti le gambe
divento sensitivo dal 1975
mi trovi ultradolce e ti imbalsamo
non ti chiedo dove hai messo il sapone
ridipingo le pareti in ivory beige o natural bronze

se ti rifiuti ti meno e la spesa me la faccio da solo...

domenica 14 ottobre 2012

Polvere



Guardo me stesso in controluce e mi vedo pieno di polvere: sembra sia un mese ch'io non mi spolveri. 
E allora per un mese non mi spolvero.
Quando giro di notte per la città vedo folle umane da open week end. Sembra che il sabato sia il giorno 21 e la domenica il giorno 20. Tutto mi sembra invertito, ma normale. Accendo uno schermo mentale sulle luci del centro, mi sembra che il mio decoder sia difettato. le immagini mi arrivano incrostate di pixel malati. Mi guardo attorno e tra tanti rumori trovo un lungo silenzio, dentro di me. E' come se mi sentissi circondato da porte chiuse.
Ho bisogno di qualcuno che non mi consideri una sua esclusiva. Mi sento pronto per entrare in una nuova dimensione, ma proprio quando me ne convinco le chiavi d'accesso delle porte chiuse mi cadono nel tombino. Sono nato per morire, ma non né faccio una scusante.
Mi sento tutto pieno di polvere, mi sembrano anni che non mi spolvero:
allora per anni continuo a non spolverare... 

sabato 13 ottobre 2012

Expo



Come posso farti capire che di più non posso? Questo è il massimo, non riesco a cambiare; e neanche a crescere. Lo vedo quello che sono diventato, so cosa aspettarmi da me.
Questa città è ormai una grande Expo di individui senza volto: made in expo, ecco chi sono, un individuo come tanti. Muovo le mie intenzioni come in una battaglia navale: C11, D12...
Ma tu vuoi sempre di più, vuoi inibirmi il sistema nervoso. Questo mi innervosisce. Sono a secco di idee: non ho più voglia di inseguirti, non voglio venire a cercarti, non voglio trovarti.
Fa conto che la tua innovazione sia l'avermi perso per sempre.
Dovevi pensarci prima, quando mi lasciasti da solo per andartene a Milano da quella troia, papà...

giovedì 11 ottobre 2012

Disfunzioni da Grand Homme


Faccio il grand homme, finché non mi dice che è pazza di me e non so come liberarmene...
Con quelle che sono solo amiche mi giustifico sempre, preciso ogni volta che per me sono come sorelle...
Con certe tipe mi sfogo solo quando sto storto: quando poi tutto mi gira bene sparisco...
Mi spaccio per gentiluomo, non parlo delle mie conquiste: tranne quando ne parlo...
Cerco di tenere a bada quelle aggressive, che ti rispondono a tono e ti fanno sentire vittima...
Fingo bene la profondità dei sentimenti, ma quello che mi interessa sono culi e tette media taglia...
Quando con qualcuna ci provo e mi va male la sputtano senza mezzi termini...
Faccio il duro, mi fa sentire cool, salvo incontrare quelle che vogliono prendere le tue difese a tutti i costi...
Faccio quello "armiamoci e partiamo", sparo "amore tesoro cucciolo", ma quando è il momento scatta il "non mi sento pronto"...

Manca il punto 10, dato che è un decalogo: perché a volte mi sento donna...

(liberamente ispirato al Decalogo dell'Uomo Medio di Roberta Fiano)