sabato 1 dicembre 2012

Zucchero di Kanna. 97



Solito venerdì, solito Qualcosa da cercare; e allora si va fuoriporta verso terre baresi, soliti pub e solite atmosfere che non saranno per niente calde per niente adrenaliniche.
In macchina ci ritroviamo da soli io e Nic. Stiamo zitti, anche se ci siamo riavvicinati dopo gli ultimi chiarimenti. Ma siamo abbastanza trapanati sentimentalmente, perché una come Madda per Nic è difficile da scordare, e penso che per lui chance non ce ne siano più (e per me?). Dovrà trovare un'altra che gli faccia battere il cuore, e io lo so com’è difficile! Per cui ci facciamo tutto il tragitto zitti come due cataplasmi, nell’autoradio girano gli Ucciù con la loro domenica sanguinolenta e il loro nome dell’amore: è proprio una colonna sonora adatta, perché io guardo il buio che scorre fuori dal finestrino e vedo tutte le ultime immagini di Madda che mi son rimaste dentro, e lo riconosco il nome dell’amore. Nic invece fissa la prospettiva della strada in un modo da paura, sembra che le curve non le veda, sembra che sta percorrendo una strada tutta sua ma dentro a sé stesso, senza riuscire a trovare una scorciatoia.
Quando arriviamo a Canosa e ci infiliamo nel pub, mi rendo conto che anche la CDM sta cambiando. I tempi cambiano, le cose non sono più le stesse: non ci bastiamo più, c’abbiamo tutti bisogno di maturare e di mettere i piedi per terra, cominciare a smontare tutti gli stupidi castelli in aria e pensare a guardare in faccia la realtà anche se è nuda e cruda.
Non si ubriaca nessuno, niente canne, niente urla, niente vomiti, niente risse fuori dai locali. Solamente una implosione dentro di una forte carica esplosiva, che prima o poi schizza fuori e tu la devi direzionare bene, sennò finisci per farti male.

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