domenica 2 dicembre 2012

Zucchero di Kanna. 98



Ho preso servizio al Puzzo. Visto che stavo sempre piantato qua, invece di rimanere spiantato mi sono fatto assumere come cammarero: in nero. Cammarero in nero. Non ti dico com’era contenta mia madre!, che ha sempre detto che nella vita non servo a niente, e adesso almeno servo a qualcosa: servo ai tavoli. A combattere con tutti i capricci allucinanti dei clienti finisce che mi esaurisco, ma così riesco a non pensare a Madda... Ogni tanto me le immagino, loro due, che passeggiano per le vie di Amsterdam e mi perdo, faccio cadere qualche birra, mi becco l’urlo del Capo e torno a riempire i vassoi di patatine panini pizze birre e coccacole.
Sul tardi tardi arrivano Nic e Raff, spenti peggio di me. Ma il bello è che loro non hanno possibilità di cambiare canale come me, che combatto contro i clienti e mi dimentico i guai che c’ho. Loro al massimo se ne possono stare sbattuti al banco, con le occhiaie che arrivano a terra e le palle pure. Mi guardo attorno e, quando mi accorgo che il Capo non mi osserva, gli passo un paio di birre aggratiss, ai miei ultimi amici rimasti, eppoi mi spillo una rossa pure io. Loro si guardano negli occhi e mi chiedono di brindare.
A che?, chiedo io, perchè penso che nessuno dei tre c’ha qualcosa a cui brindare. Alla nostra partenza, dicono loro.
Alla nostra che?, dico io sgranando gli occhi.

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