sabato 12 maggio 2012

Apnea


Stammi alla larga, mi stai sul cazzo.
Non avvicinarti. Non contattarmi in chat, non mi diverti. Lasciami la mia notte e il mio cuore e il mio stomaco. Non farti trovare davanti al bar a bere con gli amici. Non farti riconoscere. Ridammi le mie foto, ridammi i ricordi reali che ti ho concesso. Non capitarmi a tiro, non rendermi complice con i tuoi sguardi traversi.
Hai salutato tutti all’improvviso, mi hai lasciato un gancio nello stomaco.
Il buio intorno, adesso, è il mio fondo. Ritornare indietro no, restare a distanza e poi correre correre.
Sei la mia testa che ronza come una zanzara bastarda. Sei una di quelle storie che non  arriva da nessuna parte. Sei occhi bruciati, sei l'ultima alba vissuta.
Non posso già ululare alle sei del mattino.  Occhi spalancati sullo spiraglio di luce dalla finestra. Il caffè amarissimo che peggio non lo potevo fare. I pensieri che affollano l'ingresso della testa, il taglio col rasoio, schizzo rosso sullo specchio. Una magra colazione con biscottini con lo 0.01% di grassi. E intanto nelle vene scorre altro veleno. Sono di nuovo solo, il silenzio assordante e il mio respiro in apnea.
Vorrei riuscire a non guardare più indietro...

Nessun commento:

Posta un commento