domenica 8 aprile 2012

Zucchero di Kanna. 40


Al Puzzo c’erano le nostre due/tre amichette ben mototruccate, stasera è sabato e ci si acconcia bene per andare a ballare.

Stavo benino, stavo sicuramente già meglino di prima. Sparavo stronzate a raffica e tutte le donne mi stavano a sentire, caso strano. Tenevo banco, ero al centro dell’attenzione, neanche me lo spiegavo bene perché. Anche la Bovina si è avvicinata, attratta da tutte le risate delle mie scenette da cabbarè. Anche Tina si è avvicinata, all'inizio timorosa ma poi più a suo agio. Dopo dieci minuti sembravano tutte grandi amiche tra loro, ‘ste stronze. E tutto questo grazie a me che le tenevo unite con una speciale verve che a volte mi viene fuori dopo una serata finita a non suonare. Sembravo un playboy, un po’ malinconico e un po’ comico, vestito da papanonno/torero.

Invece Raff se ne stava in disparte, le donne non se lo filavano proprio.

Di colpo raff è uscito dal Puzzo, s'è impalato a fissare l’impalcatura del palazzo di fronte in ristrutturazione. Senza dire una parola ha cominciato ad arrampicarsi, salire salire salire, sempre più in alto. E’ arrivato in cima, a più o meno una quindicina di metri da terra. Si è sdraiato sul tetto e si è messo a guardare il cielo. Noi altri l'avevamo seguito fuori, incuriositi. Le tipe hanno smesso di ridere, erano turbospaventate. Ho capito che Raff stava davvero male per colpa di brutte storie con la guagliona Abbottapall.

Sono salito sul tetto anche io.

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