sabato 31 marzo 2012

Zucchero di Kanna. 35


Mi ha detto:

-io e te dobbiamo parlare.

E io:

- di che?

E lui:

- di chi, non di che.

E io:

- allora di chi?

E lui: -

- lo sai bene di chi...


La Bovina mi ha invitato alla casa dei nonni a Bovino.

La casa dei nonni è vuota, perché i nonni sono morti. La Bovina & Family la usano solo d’estate perché non ci sono i quaranta gradi di Foggia.

Siamo arrivati verso mezzogiorno. Ci siamo portati un po’ di roba da mangiare da casa nostra, perché la casa dei nonni è vuota e non c’è roba da mangiare. Lei ha cucinato con amore e orgoglio. Il pranzo è riuscito bene, i nonni sarebbero stati fieri.

Abbiamo mangiato riso, abbiamo riso, abbiamo. Io ho raccontato qualche storia della mia famiglia. Lei mi ha chiesto com’è che campo ancora sulle spalle dei miei. Mmmmm, interessante… Ti faccio fare due chiacchiere con mia madre, eh? Mi ha chiesto di mio padre. Mio padre è morto quand’ero piccolo, per cui per me i padri non esistono, sono una figura assente. Mi ha chiesto come è morto. Di cancro. Se poi cambiamo argomento è meglio, no?

Dopo mangiato abbiamo pulito tutto. Siamo andati nella camera da letto dei nonni morti, ci siamo sdraiati sul letto. Non abbiamo più riso. Io ero teso, non ero più tanto Palomo. Dentro mi sentivo che il cuore non batteva, e se il cuore non batte io ho paura in queste situazioni. Lei si è tolta la camicia, è rimasta col reggiseno bianco. Ha tolto pure quello, di slancio. C’aveva due tette mostruosamente belle e bianche. Ha cominciato a baciarmi tutto. Io sbianco, rigido come un baccalà. Mi ha messo la mano là, proprio là. Mi ha cominciato a strofinà. Mi prendeva ‘sta faccia qua e se la strofinava là. Io proprio zero. Quel cachisso sfatto che ho tra le gambe non ne voleva sapere. Ero tutto sudato. Poi lei si è scocciata di non farmi eccitare e si è messa seduta sul letto con le braccia conserte. Mi fissava.

Mi è venuta l'abbiocco del dopo pranzo.

E me ne sono andato al sonno.






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