mercoledì 14 marzo 2012

Culi d'Angelo


L'auto viaggia con se stessa, gli abbaglianti aprono il sipario, la strada stretta sale ripida.

Dalla tangenziale fino a qui, voglia e ritmo nell'arrivare, aria calda sparata sul vetro appannato.

Fermo il silenzio all'incrocio, sono un pazzo e metto in folle, buio fisso che scompare.

Qualcosa perdi, qualcosa trovi, non è facile andar dritto, a mezzanotte si può sbandare.

Brividi umidi, non è freddo e non è gelo, il conoscere e il pensare di sapere.

Apre la portiera, sorriso celato gelato, tira su il bavero del cappotto.

Gli attimi si strangolano da soli, la gola brucia, non abbiamo colpe.

Siamo caporali, se le notti sono bianche, torniamo dal futuro in questo strano mondo nuovo.

L'auto riparte, e riparte un istante, la strada stretta scende ripida.

Qual'è la cosa giusta, non sai mai bene dov'è, non cercarla ti rende vittima.

La mano cambia i suoni della radio, Madness nell'aria, il suo sguardo ca-ska.

La voce impastata, imbastardita ma recuperata, il volume a 16 e le casse gracchiano.

Canti un po' nasale, non mi piacciono i Coldplay, ma mi resti stralunato se mi accenni dei Beatles a Abbey Road.

I suoi anni scherzano, il pop mi lagna, solo non vorresti Luca Carboni adesso.

Tutto cambia guys, anche Jimmy Page non suona più estasiato, e Mickey Rourke hai visto come si è ridotto?

Questa aria si sente, è davvero innaturale, profuma di sesso e r'n'r, colora di bistecche al sangue.

Dovrei gridare, aspetto che apra il finestrino, per fumare meglio quei suoi occhi.

Scivolare sul mondo, la testa fuori piombo, due caffè con poco zucchero, trenta siga e poi basta.

Siamo come culi d'angelo, solo un po' più su ci son le ali...



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