lunedì 23 maggio 2011

Le Quattro



Sono le quattro del mattino ormai. Lei se n'è andata via senza voltarsi. L'ho fissata nel buio della città, guardavo le sua caviglie allontanarsi. Davanti l'uscio di casa barcollo. Anche la mia anima barcolla, vibra di alcol e desiderio sfumato. Passano svariati lampi di luce davanti ai miei occhi, e non riesco a centrare il letto. Tutto gira, dentro e fuori di me. Tutto mi ruota addosso, in primis il volto di lei, she spin me round, mordo le mie labbra e non provo dolore, brucia la testa e scoppia tutto quello che ronza dentro. Ho brutti pensieri questa notte, non ho buon auspici onirici. Domani mi sveglierò una merda, non ho grandi prospettive, direi. Ho lo sguardo orientale, le palpebre si allungano, io sbatto sul letto con un tonfo sordo. La mia mente non vuole spegnersi, cazzo.
Questa forse è l'ultima tappa, il giro si chiude in questo sarcofago, dentro questa stanza che sa di chernobyl. L'alienazione è sotto il soffitto, i resti dei miei neuroni siedono uno accanto all'altro rigonfi di questa serata trash. Mi slaccio le scarpe, le butto via, le dita dei miei piedi sono gelate, forse sono già morto. Nell'aria impestata dal fumo delle mie sigarette posso toccare il collasso sentimentale. Spero che questa farsa nottambula scivoli presto via.
E' una brutta storia di vent'anni fa, e io non posso continuare a pensarci.

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