domenica 21 agosto 2011

Tipo Singing In The Rain


Apro il portone, sbatto fuori la mia faccia timorosa. Uno scroscio di pioggia tipo Singing In The Rain. Quando piove c'è quasi sempre un tempismo calcolato che manco nei peggiori film. Il bavero della giacca alto, la testa rannicchiata così tanto che la cervicale urla come Tarzan. Dovrei svoltare quell’angolo, anzi dovrei svoltare e basta. Son sicuro fino ai limiti estremi della ragione che finché piove c'è un motivo valido di aspettarsi un qualunque sole, poi. Non tirarsi indietro, l'unica vera ragione, in questa mia vita è non tirarsi mai indietro. A parte il bavero della giacca.
Una preso una sbandata seria, ma lei mi fa sentire coglione. E l'amore, quello vero, non è coglione: è un po' paraculo. 
Ma che vado a pensare…
Quella stronza, ci manca solo l’eroe sul cavallo bianco e il lieto fine. Altro che romanzo a lieto fine, qui manca proprio tutto il romanzo... Il mio sorriso è strabico, spaurito sotto il durofreddo della pioggia. Ricordare quel suo bacio muy succoso sulle mie labbra inaridite. Strusciarle il viso bianco con la mia barba ruvida. Questa pioggia sghemba mi inzuppa di pensieri, mi fa salire una paura umida e appiccicaticcia.
Mi accoccolo a terra, mentre passa un auto col finestrino mezz'aperto e una canzone di Baglioni che ne fuoriesce. La pioggia non si cura di me, è sicura di sè. Il cuore me lo se lo sento trafitto dalla freccia di Cupido: che dovrebbe imparare un po' a farsi i cazzi suoi...

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