martedì 16 luglio 2013

George Clooney In Brutta Copia

Mastico amaro e tremo, mentre armeggio nervosamente col telefonino. Rigiro tra le mani la cartolina che lei mi ha mandato dal campo scuola, negli States. Ne avrà per un anno ancora, stronza. E stronzi anche gli States.
Prima di entrare in uno stato di choc da abbandono improvviso, ho ghignato e poi riso forte, una risata chiocciante che sapeva di scherno. Mi sono perso per una puttanella, per una stronzetta che poteva essere mia figlia; c’avevo goduto a scoparmela con l’aria vissuta d’un George Clooney in brutta copia.
Vorrei un Martini adesso, anziché la solita sciapita coca lemon: se la mia vita è cambiata anche il mio stomaco dovrà cambiare. Tocco il fondo del bicchiere che è sul tavolino, come ho toccato il mio fondo lacerandomi nella ricerca del nulla.
E questa cartolina posso rispedirla al mittente.
Nell’aria c’è una sensazione di ballad contorta, e pensieri poco lucidi che sembrano corvi: o forse sono gli avvoltoi che volano alti sulla mia testa.
Basta pensare basta pensare basta pensare...
Vorrei andarmene da qui, accelerare, sempre più veloce, in discordanza col buio, correre correre correre. Dovrei tornare a convincermi di essere una persona sola, una – persona - sola.
Non ho più bisogno di te adesso, puttanella…


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