sabato 13 aprile 2013

Bluff


Il cielo era irridente, uno di quei cieli mai visti, di cui senti parlare nelle canzoni. Ero al bancone senza fare alcuna mossa, a vegetare nel mio destino pilotato. I pochi figuri intorno erano giovani cowboys calati in quel sarcofago a bere rum al suono rancido di uno swing.
Lei mi avrebbe sorriso alla sua maniera anche quella sera, la mia anima si sarebbe sforzata ancora una volta di resistere a quel bluff. Avrei sorseggiato la mia cocacola, senza pensare a nulla, per poi diventare invisibile e sgusciare via senza dare nell'occhio.
Respirai forte la notte con un tiro solo.
Ingoiai saliva con difficoltà. La mia follia mi suscitava una voglia ben celata di prenderla e sfondargli quel suo musetto da fighetta snob. Ero dentro una realtà forzata, dentro notti troppo strette.
Mi schiacciai verso il bancone e mi accarezzai tra le gambe, come a volermi sparare una sega. Gli occhi dilatati, quasi eccitati. Schioccai un bacio salivoso nell'aria, verso di lei.
- Vattene a dormire nonno, niente bacetto della buonanotte... 
Troia...
Rimasi in uno stato ipnotico per lunghi minuti: poi uscii in fretta.

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